L'uomo che visse nel futuro
Viaggiare nel tempo restando fermi è la sostanza della quarta dimensione che il professor George cerca di dimostrare a 4 suoi eruditi amici. E a nulla vale la dimostrazione pratica che la notte di Capodanno 1899 effettua di fronte a loro facendo andare avanti nel tempo e quindi scomparire un modellino in scala della sua invenzione: una Macchina del Tempo. Essa è sempre lì sul tavolo ma in un'altra epoca e questo concetto di spazio vuoto o riempito dall'oggetto nel futuro, non convince i suoi scettici amici, che vuoi per l'aria di festa e le grida di gioia che riecheggiano dall'esterno, preferiscono andare a divertirsi. George invece è talmente soddisfatto dell'esperimento che non vede l'ora di provare il modello originale in grado di contenere al suo interno una persona. Incarica la governante Mrs. Watchett di invitare a cena i suoi amici per il venerdì successivo dove conta di essere di ritorno per raccontare loro la sua esperienza. Intende andare avanti nel futuro, dapprima molto piano per rendersi conto che l'orologio sulla scrivania si mosso in avanti di qualche ora mentre il suo da taschino di qualche secondo soltanto. Funziona!! Così senza indugi spinge in avanti la macchina fino al 1917 dove constata che è in atto un conflitto mondiale e apprende che uno dei suoi amici è morto in guerra mentre lui è dato da tempo per disperso e per strada si vedono delle strane macchine con ruote che emettono fumi e rumori. Ancora in avanti con sosta nel 1940 per vedere che nulla è cambiato, ancora guerra e macchine volanti che portano morte e distruzione dal cielo. Arriva nel 1966 dove un futuro ancor più terribile lo attende e dove l'uomo sta distruggendosi con l'energia atomica sconquassando la terra che sta per ridursi a un pianeta di lava. Bisogna fuggire e spingersi ancora avanti per capire se l'umanità sarà riuscita a sopravvivere, ma la desolazione lo accompagna per centinaia di migliaia d'anni che volano in pochi istanti per fermarsi nell'anno 802701 dove trova una natura finalmente rigogliosa e tanta frutta a disposizione, della varietà più strana e mai vista prima. Anche una popolazione umana sembra vivere in pace e fratellanza e tra questi conosce la giovane Weena che salva dall'annegamento di fronte all'indifferenza generale. Riesce a capire che questo popolo si chiama Eloi e vive senza sapere o istruzione soggiogato da un'altra popolazione, i Morlocks che vivono sotto terra. Costoro hanno subito delle mutazioni genetiche nel corso dei tempi e son costretti a vivere al buio. Ma hanno anche una tecnologia più avanzata degli Eloi e riescono pertanto a mantenerli soggiogati nutrendoli come animali per poi cibarsi di loro. George si ribella e con l'esempio sveglia dall'apatia quei pacifici Eloi dimostrando come si combatte a mani nude o con rudimentali clave ricavate da rami. I Morlocks vengono sopraffatti e George riesce a rientrare nella sua epoca per il venerdì previsto per la cena. E' trafelato e ferito per la lotta furibonda di poco prima e, prontamente accudito dai suoi amici e da Mrs Watchett, racconta loro dello straordinario viaggio compiuto nei cinque giorni appena trascorsi e con dovizia di particolari oltre a mostrare un fiore, che di sicuro non appartiene a questa epoca, donatogli da Weena. Ma lo scetticismo è totale e del resto comprensibile. George li ringrazia comunque della loro amicizia e al loro commiato risale nella macchina per ritornare nell'epoca della sua amata Weena, ma stavolta porta con sé tre libri, del cui contenuto o argomento siamo ignari, con i quali conta di erudire con una conoscenza di base gli Eloi, una nuova umanità finalmente libera e felice senza guerre e sopraffazioni.
Un film che dopo più di mezzo secolo e senza computer grafica si fa ancora apprezzare e gustare in virtù di un ottimo e famoso romanzo di H.G.Wells dal quale è tratto anche se abbastanza liberamente. Poi anche per gli effetti speciali che in quell' "epoca" valsero addirittura un Premio Oscar e che ancora oggi si lasciano apprezzare senza le sbavature che altri prodotti coevi mostrano inevitabilmente. Forse la lava non è riuscita tanto bene risultando una passata di pomodoro mista a una polpa sempre di pomodoro, per il resto nulla da eccepire compresi i terrificanti Morlocks.
The Time Machine
Gran Bretagna, Stati Uniti 1960
Regia: George Pal
con
Rod Taylor: George (H. G. Wells)
Yvette Mimieux: Weena
Alan Young: David Filby e James Filby
Sebastian Cabot: Dr. Philip Hillyer
Tom Helmore: Anthony Brindwell
Whit Bissell: Walter Kemp
Doris Lloyd: Mrs. Watchett
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