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Napoleone
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Nell'aula di un istituto scolastico dove sono presenti le statue di due illustri condottieri quali Giulio Cesare e Napoleone, si discute circa il materiale didattico da adottare per la storia e quando l'aula ritorna vuota ecco le statue materializzarsi d'incanto e Napoleone dettare le sue gesta all'amico Cesare più pratico di moderni strumenti come la macchina da scrivere che con lui inizia a ticchettare quanto il corso gli racconta. Dall'esordio militare dove per puro caso salì di grado grazie a un lestofante, tale Murat, che poi si unì nel prosieguo a lui divenendo suo fido braccio destro e Re di Napoli in seguito alle tante brillanti vittorie di un generale che nemmeno lontanamente si rendeva conto di come avesse potuto riuscirci. Ma tant'è e tra matrimoni di interesse e beghe di corna, eccolo innamorarsi di una bella sanculotta che al contrario ritiene il generale un traditore della causa e con lo zio Enrico, esperto bombarolo, tenta a più riprese di farlo saltare in aria senza riuscirvi. Lei crede che quel piccoletto che l'ha salvata dalle grinfie dei soldati sia un ufficiale buono, diverso dagli altri e poi si chiama Giorgio Dupont come gli ha detto il furbacchione che vuol far colpo e da Napoleone che è non avrebbe successo. Ma ecco che la fortuna che gli aveva arriso finora inizia voltargli le spalle dalla gelida campagna di Russia all'esilio all'Elba seguito dal trionfale ritorno a Parigi e alla successiva e definitiva sconfitta a Waterloo. Nel mezzo la scoperta che la sua bella sanculotta è andata in sposa a un suo soldato prigioniero degli inglesi e seppur a malincuore, una volta riprese le ostilità e ottenute le condizioni per la sua resa, egli fieramente scambia la sua persona con quella del suo soldato e rivale in amore che può andare libero ed abbracciare la moglie. Crede con questo racconto di poter lasciare una migliore impressione ai posteri e con l'amico Cesare può tornare di nuovo marmoreo e osservare l'evolversi delle umane vicende.
Renato Rascel è tagliato perfettamente nel ruolo fisico del grande corso, dandone un'interpretazione oltremodo divertente e sciorinando una serie di battute che involontariamente si traducevano in successo. Bastava una frase stizzita ai suoi ufficiali "zitti e mosca" per far scattare l'operazione russa o rimproverare i suoi con "ma che manovra d'Egitto" per mandare gli eserciti là a combattere. In questo continuo fraintendere e idolatrare il personaggio si snoda tutto il film che lascia un gradito ricordo dei suoi grandi interpreti di allora e un divertito scorrere di circa due ore.
Napoleone Italia 1951
Regia: Carlo Borghesio Musiche Nino Rota con Renato Rascel: Napoleone Bonaparte Marisa Merlini: Giuseppina Beauharnais Carlo Ninchi: Murat Lilia Silvi: sanculotta e Maria Luisa d'Austria Loris Gizzi: Barras Nico Pepe: sergente Sergio Tofano: Vignon Raimondo Vianello: Generale Pierre Cambronne Pietro Tordi: zio Enrico Salvo Libassi: ufficiale Gianni Cajafa: ufficiale Pierluigi Pelitti: ufficiale Mario Siletti: ambasciatore britannico Mimmo Billi: professore Corrado Annicelli: Ministro
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
E lena , una giovane ragazza affetta da mutismo, lavora come badante dell'anziana vedova Warren costretta a letto da una lunga malattia. E' rimasta muta in seguito allo shock riportato da bambina quando assistette alla morte dei suoi genitori nel rogo della loro casa. Da allora non è più riuscita a parlare e deve ringraziare la famiglia Warren che l'ha presa in casa. Qui vive con l'anziana signora che accudisce, venendo preferita alla professionale infermiera Barker , che a sua volta non si capacita del perché venga pagata per rimanere relegata e seduta fuori dall'uscio della camera e quando tenta di entrare per somministrare le medicine a quella donna, viene regolarmente riempita di insulti. Poi c'è il professor Alberto , figlio della prima moglie del suo defunto marito, Bianca la sua segretaria e i coniugi Oates , con lei in cucina e lui tuttofare. In questa ricca casa della periferia di un paesino del New Jersey è giunto da poco anche Stefano figlio...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
E n Sabah Nur , il più potente e malvagio mutante mai apparso sulla Terra, domina nell'Antico Egitto venerato come un Dio e circondato da quattro tra i più forti mutanti, suoi fedeli luogotenenti, detti i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse . Nell'ennesimo passaggio in un corpo più giovane secondo un antico rito che si perpetua nei secoli, viene tradito da alcuni presenti alla cerimonia situata all'interno di una delle Piramidi di Giza , che riescono a far collassare tutta l'imponente struttura seppellendo per sempre quella malvagia creatura. Ma ecco che dopo quasi 5 mila anni di sonno la creatura viene risvegliata con antichi rituali da persone che sono riuscite ad arrivare a lei attraverso scavi che alcuni archeologhi avevano effettuato in quella zona particolarmente ricca di reperti. Risvegliatosi vuole recuperare il tempo perduto e distruggere tutto ciò che è stato edificato in sua assenza per poi ricostruire un nuovo mondo. Per far questo ha bisogno di rec...
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