Diabolik
G inko, solerte ispettore di polizia anche stavolta è stato beffato da Diabolik che gli ha soffiato da sotto il naso un carico di ben 10 milioni di dollari. Il povero ispettore aveva organizzato un finto trasporto di con tanto di imponente scorta motociclistica per sviare il vero carico di denaro che lui stesso e pochi fidati trasportavano a bordo di una limousine spacciandosi per ricchi e insospettabili uomini d'affari. Diabolik e l'amata compagna e complice Eva Kant, dopo una rocambolesca fuga, se li stanno godendo in un enorme lettone nel loro super protetto rifugio, usandoli come giaciglio e coperte. Il ministro degli interni è furente per l'ennesimo smacco e durante la conferenza stampa dove annuncia il ripristino della pena di morte, viene sbeffeggiato da Diabolik che, travestito da reporter, irrora la sala di un potente gas esilarante facendo sghignazzare tutti i presenti alle parole del tronfio ministro che è costretto a dimettersi per poi, come d'uso in politica, cambiare dicastero per assumere la carica di ministro delle finanze. Anche Ginko vorrebbe seguirlo ma il suo capo non solo respinge le sue dimissioni ma gli conferisce poteri speciali con i quali dare la caccia alla dilagante criminalità. Anche Ralph Valmont, potente capo mafioso, finisce nel suo mirino e per allentare la presa scende a patti col poliziotto promettendogli in cambio la testa del suo acerrimo rivale Diabolik. Questi intanto ha deciso di regalare alla sua amata Eva una collana di smeraldi prendendola a Lady Clark una riccona nel cui castello Ginko conta di catturare il suo incubo. Ma anche stavolta Diabolik lo lascia con un palmo di naso per poi finire ricattato da Valmont che è riuscito a rapire Eva. Per lei chiede un riscatto di 10 milioni oltre alla collana di smeraldi e Diabolik non batte ciglio alla richiesta. Facendo buon viso a cattivo gioco, il nostro a bordo dell'aereo di Valmont, riesce a gettarsi col paracadute afferrando il boss prima di far esplodere l'aereo in volo e atterrando nei pressi di una capanna dove Eva è tenuta prigioniera. Scatta immediatamente la trappola messa a punto con Ginko e mentre Diabolik fa fuggire Eva e uccide nella sparatoria Valmont, braccato e circondato, inghiotte una capsula contenente una sostanza usata da secoli dai monaci tibetani e che conferisce uno stato di morte apparente per 12 ore. Eva sa cosa fare e all'obitorio dove il suo uomo sta per subire la prevista autopsia, travestita da infermiera, lo risveglia prontamente facendolo scappare. Il nuovo ministro degli interni mette subito una grossa taglia sulla sua testa e lui per tutta risposta fa esplodere tutti i palazzi del fisco provocando una crisi monetaria incredibile e tale che il neo ministro delle finanze si presenta in televisione pregando i cittadini di recarsi a pagare spontaneamente nuove tasse per far ripartire l'economia, rimediando l'ennesima figuraccia sbeffeggiato da tutti. Decide allora di fondere tutte le riserve auree in un unico enorme lingotto per prevenirne il furto del diabolico ladro. Ma nemmeno stavolta riescono a beffare il nostro che si impossessa dell’enorme blocco per poi rifonderlo in normali lingotti nel suo rifugio. Ma stavolta Ginko lo ha in parte giocato e contaminando il carico di una sostanza radioattiva è riuscito a penetrare nel rifugio proprio nel momento in cui Diabolik con una speciale tuta ignifuga sta spruzzando oro fuso nei lingotti. Un’ esplosione lo investe di una colata d'oro e quando tutto si raffredda lo vediamo all'interno di un blocco del prezioso metallo dal quale spunta solo un occhio da dietro il vetro della maschera. Eva col permesso di Ginko gli rende omaggio per l'ultima volta ma incredibilmente quell'occhio le strizza un segnale inequivocabile. Lui è vivo e presto verrà a liberarla!
Tratto dal popolare fumetto delle sorelle Giussani è un bell'esempio di cinema italiano anni '60 capace di cimentarsi negli stessi generi del più ricco d'oltre oceano anche se con mezzi molto inferiori e a volte, come in questo caso, capace di mescolare generi e temi che negli anni
lo hanno fatto diventare un cult. Un piccolo gioiello dove assaporare il clima psichedelico, le derivazioni hippy e la pop art in un mix ben rappresentativo di quegli anni. La compianta Marisa Mell è stupenda ed era per tutti noi un’icona di bellezza e femminilità tra le più amate. Non ci furono seguiti a questo di Mario Bava e posto che il Diabolik dello schermo è senza dubbio John Phillip Law, dovesse qualcuno oggi cimentarsi di nuovo col personaggio proporrei senza dubbio alcuno il nostro Tiberio Timperi. Immaginatelo, prima di ridere, con la calzamaglia a mostrargli solo gli occhi e poi son sicuro che converrete con me.
Danger: Diabolik
Italia, Francia 1968
Regia: Mario Bava
Musiche Ennio Morricone
con
John Phillip Law: Diabolik
Marisa Mell: Eva Kant
Michel Piccoli: Ispettore Ginko
Adolfo Celi: Ralph Valmont
Claudio Gora: capo della polizia
Terry Thomas: ministro degli interni / ministro delle finanze
Renzo Palmer: nuovo ministro degli interni
Caterina Boratto: Lady Clark
Andrea Bosic: direttore della banca
Giulio Donnini: dottor Vernier
Lucia Modugno: prostituta
Carlo Croccolo: camionista
Annie Gorassini: Rose, amante di Valmont
Mario Donen: Sergente Danek
Federico Boido: scagnozzo di Valmont
Tiberio Mitri: scagnozzo di Valmont
ah aha ah Tiberio Timperio ... ad ogni modo concordo sul cult su Mario Bava grande innovatore e precursore di generi e sulla bellezza di Marisa Mell rara e unica
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