L'eroe di Babilonia
D opo anni trascorsi come ambasciatore a corte di Ciro re di Persia, Nippur e il fido Namar fanno rientro a Babilonia per constatare che suo padre è stato spodestato da suo cugino Balthazar che regna dispoticamente assoggettando diverse altre popolazioni e schiavizzandole. Al suo fianco la perfida e crudele Gran Sacerdotessa Ura che sacrifica al culto della Dea Ishtar numerose fanciulle rapite alle loro famiglie. Una di queste, Tamira è stata appena salvata da Nippuir giunto provvidenzialmente per strapparla dalle guardie. Tra loro si accende subito la fiamma dell'amore ma non c'è tempo da perdere, col malcontento che serpeggia tra la popolazione, è giunto il momento di spodestare il tiranno e porre fine al suo crudele regno di terrore. Anche Ciro corre in soccorso delle popolazioni soggiogate e schiera le sue truppe fuori città dopo aver sbaragliato il primo esercito mandato da Balthazar a fronteggiarlo. Egli tuttavia è forte e al sicuro tra le sue poderose e inespugnabili mura e come affronto al rivale, ordina di giustiziare tra atroci tormenti diversi schiavi e prigionieri direttamente sui bastioni di modo che siano di monito agli assedianti e le loro urla di dolore li scoraggino da ogni tentativo di assalto. Ciro è tentato di allontanarsi per porre fine a quei terribili supplizi e con Nippur studia un piano per innescare la ribellione dall'interno ed aprire le porte all'esercito persiano. Tra non poche difficoltà e rischiando più volte la vita sua e della sua Tamira, ormai prossima al sacrificio in quanto catturata con altre fanciulle, Nippur riesce ad aprire le porte della città, salvare Tamira, al cui posto trova la morte la stessa Ura, e uccidere nel duello personale il cugino e tiranno Balthazar. Ciro è entrato vittorioso in Babilonia ed ora ne propone Nippur come legittimo sovrano al quale augura pace, prosperità e una vita felice con la sua sposa Tamira.
Trionfo dei buoni sentimenti e tripudio all'eroe di turno come si conviene al genere peplum che tanto riempì le sale di un periodo d'oro del cinema nazionale e che visti gli mezzi scarsi dell'epoca è senza dubbio da rivalutare. Bravi interpreti, buoni interni e costumi e qualche convincente scena di massa magari estrapolata, come avveniva in genere, da qualche altra pellicola, ma utile alla bisogna. 😏
Italia, Francia 1963
Regia: Siro Marcellini
Musiche Carlo Franci
con
Gordon Scott: Nippur
Geneviève Grad: Tamira
Andrea Scotti: Namar
Célina Cély: Agar
Piero Lulli: Balthazar
Moira Orfei: Ura la Gran Sacerdotessa
Mario Petri: Ciro, re di Persia
Oreste Lionello: Tibis
Andrea Aureli: Anarsi, capo delle guardie
Giuseppe Addobbati: Licardio
Harold Bradley: Mursuk
e con
Paola Petrini
Aldo Pini
Giuseppe Mattei
Consalvo Dell'Arti
Enrico Gozzo
Renato Malavasi
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