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Il segreto del medaglione
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Nella ricca casa newyorkese di John Willis si sta per celebrare il suo matrimonio con la fidanzata Nancy, quando giunge in visita il dottor Harry Blair che, ottenuto un incontro intimo con Willis, gli racconta una incredibile storia circa colei che sta per sposare e che fu per cinque anni sua moglie. Davanti all'attonito uomo si materializza un passato che il dottor Blair, psicanalista di professione, sa bene come presentare e anche il perché di quanto sta per raccontargli. Lei è stata accusata ingiustamente da bambina di aver rubato un medaglione prezioso in una casa dove sua madre lavorava come governante. La cacciata da quella casa le causò un trauma tale da condizionarne per sempre un'esistenza che la vide crescere chiusa in sé stessa, bugiarda, cleptomane e forse anche assassina, come ebbe a sospettare il suo primo grande amore. Lui era Norman Clyde, un famoso pittore che grazie a lei ottenne una discreta fama, trovandosi però testimone di un omicidio nella ricca casa di un suo espositore dove sorprese Nancy come possibile responsabile. Ne venne incolpato il maggiordomo e quando Norman le rinfacciò di poter essere la vera assassina lei lo lasciò per farsi ritrovare tempo dopo sposata con l'attuale dottor Blair, che continua imperterrito il suo racconto. Norman lo contattò spiegandogli la sua storia e pregandolo di non fare i suoi stessi errori, e cercare in extremis di strappare dalla forca un innocente condannato al posto della donna. Cercò di spiegargli che lei era una ladra pericolosa e sicuramente assassina ma subdola nell'agire, tanto da risultare sempre un angioletto. Cosa che le riuscì anche di fronte a lui facendolo passare per visionario e il povero Norman che non seppe aiutare un innocente, alla notizia della sua esecuzione, si suicidò. Il fatto scosse la coppia Blair che decise di trasferirsi lontano, in Inghilterra, dove li colse la guerra e i bombardamenti a Londra dove i due furono attivi con il personale medico, fin quando il dottore scoprì tra le macerie del loro appartamento colpito una quantità di gioielli che riconducevano a passati furti in luoghi dove erano stati invitati insieme. La moglie messa alle strette, come solito fare, sparisce ed ecco che la ritrova tempo dopo sul giornale che ne celebrava l'imminente matrimonio con un ricco rampollo della società che, davanti a lui, è ancora incredulo. Chiama la futura sposa che per niente sorpresa da par suo affronta l'ex marito con una tale sicurezza da risultare ancora una volta innocente e immacolata, pronta a indossare l'abito nuziale e dare il via alla cerimonia. Ma ecco che con la marcia nuziale intonata, la donna che si avvicina lentamente al futuro marito, ha un improvviso sussulto e qualcosa dentro di lei si sgretola irrimediabilmente e improvvisamente per ritrovarsi afflosciata e senza forze a terra. Per il medico ha resistito anche troppo a quella enorme tensione emotiva e adesso è regredita a quand'era bambina e subì lo choc che le ha minato l'esistenza. Non ricorda nulla e mentre viene affidata alle cure del personale medico, Willis, il mancato sposo, contravvenendo ai consigli di sua madre, vuole starle vicino continuando ad amarla nella speranza che possa guarire e diventare sua moglie. Un ottimo thriller psicologico impreziosito dalla grande recitazione della protagonista Laraine Day, Nancy, capace di dar vita ad una personalità molto complessa e difficile da portare sullo schermo, dove solo una grande attrice poteva riuscirci.
The Locket Stati Uniti d'America 1946
Regia: John Brahm Musiche Roy Webb
con Laraine Day: Nancy Monks Blair Patton Brian Aherne: dottor Harry Blair Robert Mitchum: Norman Clyde Gene Raymond: John Willis Sharyn Moffett: Nancy a 10 anni Ricardo Cortez: Drew Bonner Katherine Emery: Mrs. Willis Henry Stephenson: Lord Windham Lilian Fontaine: Lady Windham Reginald Denny: Mr. Wendell Nella Walker: Mrs. Wendell Fay Helm: Mrs. Bonner Helene Thimig: Mrs. Monks Myrna Dell: Thelma Johnny Clark: Donald
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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