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Avventura a Vallechiara
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Stanlio & Ollio, partiti dalla lontana America, sono giunti in Svizzera per vendere trappole per topi e a chi meglio dei produttori di formaggio suggerisce Stan, ovviamente seguito nella sua ennesima impresa catastrofica dal compare Ollio. Così giunti a destino e senza un quattrino, decidono di accettare 5 mila franchi da un commerciante caseario per tutto il lotto delle loro trappole che finora non erano riusciti a piazzare. Con quei soldi i nostri, affamati da giorni, si fanno servire un lauto pasto nel ristorante del noto Alpen Hotel dove al momento di pagare tirano fuori quel biglietto da 5 mila franchi che il furente proprietario rifiuta, facendo presente che è una banconota dello stato di Bovania che nemmeno esiste più e per questo affida alle grinfie del suo cuoco i due affinché li metta a lavare i piatti e per ognuno che romperanno, lavoreranno un giorno in più. Inutile dire che di piatti ne rompono da subito decine, venendo perciò costretti a lavorare in albergo dove nei giorni a seguire verranno impiegati in ogni tipo di lavoro. In hotel c'è un famoso compositore austriaco, Victor Albert, che si è isolato dal mondo per poter comporre liberamente la sua nuova operetta e per farlo al meglio si è anche separato dalla moglie Anna che è a sua volta una famosissima cantante, tale da oscurare il suo nome. Per questo intende comporre una nuova musica che lo veda unico protagonista e finalmente famoso come merita di essere. Ma a rovinargli i piani ecco arrivare proprio la mogliettina che non ne vuol sapere di andarsene e saputo da Ollio come è riuscito a farsi assumere in albergo, fa le stesse cose non pagando un lauto pasto e venendo costretta a fare la cameriera per sdebitarsi. Vuol così dimostrare al marito che non è per niente la femme fatale che crede lui e tantomeno è famosa come pensa visto che è stata costretta a fare la cameriera come una contadinella qualsiasi. Allora lui si fa portare la pianola in una remota baita per sfuggire alla pressante mogliettina. Ma i nostri due incaricati di farlo, bisticciano, prossimi alla meta, su di un ponte di corde con uno scimmione che si manifesta all'improvviso. Il gorilla, per altro ammaestrato, spaventa a morte i due sprovveduti che si salvano miracolosamente dopo aver fatto crollare ponte, pianola e gorilla nel vuoto. Anna per rafforzare quanto dice e farsi accettare dal marito, cerca di ingelosirlo lusingando Ollio per farlo innamorare di quella che crede una semplice ragazza e ci prova anche col cuoco, mettendo involontariamente l'un contro l'altro i suoi spasimanti e il tutto per far ricredere suo marito che alla fine si arrende e scopre le carte, presentandola a tutti come sua moglie. Grossa delusione per Ollio che decide di abbandonare per sempre l'hotel e non prima di aver regolato i conti con l'odiato cuoco che lascerà legato in cucina. Di nuovo liberi si allontanano dall'albergo seguiti dal furibondo gorilla che, sebbene tutto fasciato, lancia loro la stampella centrandoli entrambi all'unisono alla fine di questo divertentissimo film. Periodo d'oro della coppia che qui si avvale dell'unico doppiaggio italiano che gli rende onore con le voci degli indimenticabili Sordi e Zambuto. Alle battute e trovate comiche di Stanlio si unisce buona musica e una storia adatta alla verve dei due. Non accreditata c'è anche una piccola partecipazione della loro amica Anita Garvin, moglie in altre pellicole girate con loro e qui con padella in mano per assaggiare la durezza delle loro teste 😍.
Swiss Miss Stati Uniti d'America 1938
Regia: John G. Blystone Musiche Phil Charig e Arthur Quenzer (canzoni), Marvin Hatley e altri (arrangiamenti)
con Stan Laurel: Stanlio Oliver Hardy: Ollio Grete Natzler: Anna Hoefel Albert (accreditata Della Lind ) Walter Woolf King: Victor Albert Eric Blore: Edward Adia Kuznetzoff: cuoco Charles Judels: proprietario fabbrica formaggio Ludovico Tomarchio: Luigi Franz Hug: lanciatore di bandiere Jean de Briac: Enrico George Sorel: Joseph Charles Gamore: il gorilla non accreditati Baldwin Cooke: uomo dell'hotel Anita Garvin: donna interessata alle trappole per topi Gustav von Seyffertitz: giardiniere Boots Mallory: ballerina
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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