Totò a Parigi
Pierre Duclos è ricattato dal Marchese Gastone per una grana con la giustizia e la sua innocenza può essere provata soltanto con una lettera che il nobile ha in mano. Il padre del giovane, il dottor Duclos, per aiutare suo figlio escogita un piano che gli consentirà di avere i dieci milioni di franchi che il nobile pretende per quella lettera. Il dottore ha infatti notato a Roma un vagabondo che assomiglia in maniera impressionante al nobile. Portato a Parigi con uno stratagemma, il vagabondo, Totò, assumerà l'identità del nobile e sebbene piuttosto confuso di quanto gli sta accadendo, dimostra subito di adattarsi perfettamente al nuovo ruolo che lo vede fidanzato con la bella Juliette e riverito da tutti in città, dove prende possesso della ricca magione del vero nobile. In fondo tutti quei quadri che lo ritraggono con le sue stesse sembianze appartenuti ad importanti avi lo rassicurano sul fatto che possa davvero essere il nobile Gatsone de Chemantel de Beauvoiron, anche se per ora ricorda solo i suoi recenti tracsorsi da barbone vivendo su di un albero a Roma. Il vero marchese ha stipulato una polizza sulla vita della cifra che pretende in cambio della lettera e il povero Totò è destinato a morire di morte apparentemente naturale per poter incassare il premio. Il dottor Duclos, un tirapiedi, un finto maggiordomo e una donna, fanno parte del piano volto ad eliminare il poveretto, d'accordo col marchese. Ma per cause fortuite e fortunate per l'uomo, ogni tentativo di sopprimerlo fallisce, finché Pierre scopre il piano di suo padre e della fidanzata Juliette. Proprio seguendo la sua ragazza che fingeva una tresca col povero Totò, pretende la verità di quello che gli sembra un evidente tradimento della sua ragazza. Ma saputo il motivo, si oppone energicamente a che quell'uomo venga sacrificato per scagionarlo. Allora convinto anche suo padre ne mettono in atto un altro che truffa alla perfezione il vero marchese, scambiandolo per il suo sosia, al fine di sottrargli sia la lettera che una ingente somma in denaro che custodiva in casa. Totò viene salvato e può continuare la sua vita di vagabondo ma stavolta su di un albero del lungo Senna. I suoi salvatori però, ricchi e soddisfatti, come successo ad inizio storia, gli recapitano i soldi necessari affinché possa tornare a Roma verso la quale felicemente si mette a correre e al vigile che gli dice che sta andando verso la direzione sbagliata, risponde che poco importa, in fondo tutte le strade portano a Roma.
Strapazzato dalla critica come per quasi tutti i suoi film, Totò è al contrario della solita e coinvolgente simpatia raggiungendo vette di comicità in due scene memorabili; nel treno con il professor Calogero Tempesta, la spalla di tanti film Luigi Pavese, ospite con lui nella cuccetta e successivamente con lo stesso in visita al museo delle cere dove si ritrova il suo incubo del treno ma stavolta nei panni di Hitler. Non ti tieni dalle risate. Da segnalare poi con la solita mimica cantare e ballare il brano Miss mia cara Miss. Da vedere di corsa.
Strapazzato dalla critica come per quasi tutti i suoi film, Totò è al contrario della solita e coinvolgente simpatia raggiungendo vette di comicità in due scene memorabili; nel treno con il professor Calogero Tempesta, la spalla di tanti film Luigi Pavese, ospite con lui nella cuccetta e successivamente con lo stesso in visita al museo delle cere dove si ritrova il suo incubo del treno ma stavolta nei panni di Hitler. Non ti tieni dalle risate. Da segnalare poi con la solita mimica cantare e ballare il brano Miss mia cara Miss. Da vedere di corsa.
Totò a Parigi
Italia, Francia 1958
Regia: Camillo Mastrocinque
Musiche Gorni Kramer
con
Totò: Marchese Gastone de Chemantel de Beauvoiron - Totò il vagabondo
Sylva Koscina: Juliette Marchand
Fernand Gravey: Dottor Duclos
Paul Guers: Pierre Duclos
Luigi Pavese: professor Calogero Tempesta
Tiberio Mitri: il gorilla
Memmo Carotenuto: il brigadiere
Lauretta Masiero: la zingara
Philippe Clay: il finto maggiordomo
Peppino De Martino: maitre del night club
Agostino Salvietti: custode del museo
Fanfulla: passeggero effeminato sul treno
Mimmo Poli: grassone sul treno
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