Come svaligiammo la Banca d'Italia
Franco e Ciccio sono i due fratelli maldestri del famoso ladro Paolo che al contrario dei suoi brillanti risultati in colpi straordinari, inanellano una serie di fiaschi clamorosi, col fratello che deve sempre intervenire per sottrarli alla giustizia. Il poveretto non sa come fare per farli star tranquilli. Li riempie di soldi, li fa vivere in una lussuosa villa attorniati dalla servitù e gli ha perfino trovato due fidanzate, Marilina e Rosalina, cantanti che si esibivano come Duo Ketty e che in effetti sono due ochette, della stessa pasta dei loro fidanzati e senza cervello come loro. Infatti le due si dicono molto emozionate al pensiero di prender parte a future imprese ladresche, al punto che Ciccio, approfittando della partenza di Paolo per Londra, gli sottrae il piano già bello e pronto col quale intendeva svaligiare la Banca d'Italia passando sotto terra per un cantiere di sua proprietà, con lo scopo di sbucare sotto al caveau blindato e ripulirlo. Era il colpo che stava pianificando a puntino e che sarebbe stato il suo spettacolare addio alla professione di ladro. Ora era nelle mani di Ciccio che con Franco avrebbe di sicuro rimediato l'ennesimo goffo pasticcio. Già mettendo insieme una banda di improbabili lestofanti con i quali iniziare gli scavi e portarsi al di sotto della banca. E puntualmente una serie di maldestre operazioni della banda ottengono il risultato di far intervenire sul posto Franco, a peggiorare le cose. Questi lascia la postazione dove Ciccio dirigeva le operazioni e con l'intento di venire a capo del dedalo di gallerie nelle quali si erano trovati i suoi uomini, finisce per sbucare sotto alla stanza di Ciccio, il quale infuriato lo segue sotto terra mentre, credendo sia il segnale convenuto, l'artificiere della banda fa saltare quello che crede il diaframma che li divide dal caveau. Il risultato è catastrofico e fa accorrere la polizia che rinviene Paolo sul posto e lo arresta insieme con alcuni della banda. Lui era stato richiamato d'urgenza da Londra dal suo fido braccio destro Mirko che era stato avvertito di strani movimenti all'interno del loro cantiere acquistato appositamente per tentare il colpo grosso. Franco e Ciccio invece sono dispersi nelle gallerie invase anche dall'acqua delle fognature e per un caso fortuito finiscono proprio sotto al pavimento del caveau che ha subito delle lesioni tali da farlo crollare proprio al loro arrivo sommergendoli di banconote. Li vediamo soddisfatti nella loro villa mentre con le fidanzatine ochette stendono ad asciugare una fila lunghissima di banconote estremamente soddisfatti del lavoro eseguito e con l'intento di far uscire di prigione il fratello che, stavolta, saranno loro a dotarlo dei migliori avvocati in circolazione.
Nel solco delle loro maldestre e proverbiali gesta, ben diretti da Lucio Fulci e con qualche sprazzo di divertito interesse in un contesto di moderato divertimento.
Come svaligiammo la Banca d'Italia
Italia 1966
Regia: Lucio Fulci
Musiche Coriolano Gori
con
Franco Franchi: Franco
Ciccio Ingrassia: Ciccio
Lena von Martens: Marilina
Mirella Maravidi: Rosalina
Mario Pisu: Paolo
Luisa Rispoli: compagna di Paolo
Adriana Ambesi: amica di Paolo
Mirko Ellis: Mirko
Alfredo Adami: Ladro della banda
Enzo Andronico: uomo col tic
Umberto D'Orsi: commissario
Luciano Bonanni: portiere dell'albergo
Fiorenzo Fiorentini: Romoletto
Furio Pellerani: Ferdinando
Mino Pellerani: Fabio
Carlo Taranto: Pasquale Aniello
Giulio Saturnino: Filippo
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