Quel fantasma di mio marito
Gianni Alberti è un cronista della Gazzetta di Roma ed è felicemente sposato con Vivia, disegnatrice di moda molto affermata e dinamica al punto che suo marito le arranca dietro per quanta verve ha in corpo. Lui al contrario è solito prendersela comoda come nell'ultimo servizio che gli avevano affidato sulla cattura di un pericoloso criminale. Si era perso dietro ai piagnistei della fidanzata dell'arrestato e non aveva consegnato l'articolo che il furibondo direttore gli ha duramente contestato. Vorrebbe essere cacciato visto il suo disinteresse per quel lavoro ma ha una moglie così vulcanica che quando rientra a casa trova tutto sottosopra, con arredatori ed operai in ogni stanza. Sua moglie ha deciso di aprire un atelier in proprio per vendere le sue creazioni di alta moda smettendo quindi di disegnarle per gli altri. E dire che lui pensava che la sorpresa che lei gli aveva confidato al mattino, prima di salutarsi per il lavoro, fosse che aspettava un figlio! Sarà per un altra volta come gli promette la mogliettina che adesso ha solo in mente il lancio in grande stile del suo atelier. Saputo del diverbio avuto da Gianni col suo direttore, fa in modo di placarlo invitandolo con amici dell'alta società ad un ballo dove con le sue grazie saprà rabbonirlo, ottenendo per Gianni un balzo in carriera che lo vede promosso inviato speciale. Dovrebbe andare in Palestina dove c'è sempre tensione fra arabi ed israeliani e siccome è zona molto pericolosa, sua moglie mette in atto un piano che possa darle risalto in chiave pubblicitaria per il suo atelier. Lui dovrà fingere di morire vittima di guerra e il risalto della notizia non potrà che giovare a lei per il suo nuovo negozio di alta moda. Gianni assai contrariato ma desideroso di aiutarla parte per il servizio e una volta sul posto si imbatte in uno strano califfo che si rivela essere napoletano. Lui è ben lieto di aiutarlo a fingere la sua morte ma inavvertitamente quando stanno inscenando il tutto, Gianni finisce in un fiume annegando. Vani sembrano tutti i tentativi per rianimare il poveretto e in Italia nello stesso istante sua moglie viene colta da un collasso mentre nuota in piscina. Soccorsa dall'aitante "Bud Spencer" (non accreditato), viene ricoverata e le viene diagnosticata come causa di mancamento il suo iniziale stato di gravidanza. Ma comincia subito dopo a vedere suo marito in abiti arabi e si lamenta con lui perché rischia di rovinare i suoi piani, credendolo rientrato di nascosto, senza capire all'inizio che è morto per davvero e che quindi le notizie date dai giornali sono vere. Quando se ne avvede non si capacita di come lei possa vederlo e toccarlo come fosse ancora vivo, dando a tutti l'impressione che l'enorme dolore le abbia dato di volta al cervello, visto che parla al vuoto attorno a sé. Trasferita in una clinica psichiatrica viene seguita con ogni cura anche se lei è felice di relazionarsi col suo Gianni sebbene invisibile agli altri. Ma ecco che l'uomo sente una forza enorme che lo vuole trascinare via e non può farci niente lasciando sgomenta sua moglie. Una fattucchiera che si prodigava accanto al suo corpo nella tenda del califfo, è riuscita con le sue arti magiche e farlo rientrare nel suo corpo resuscitandolo a vita. Può quindi lasciare la Palestina e prendere il primo volo per Roma annunciato da tutti i giornali del mondo. Sua moglie Vivia viene accompagnata in aeroporto e non crede ai suoi occhi quando vede il marito scendere la scaletta dell'aereo. Lui l'abbraccia e lei lo riempie prima di schiaffoni per assicurarsi che non sia un fantasma per poi abbracciarlo e baciarlo con trasporto. Non resta che prendersi un periodo di riposo assoluto dallo zio in campagna a Grosseto per riprendersi ed aspettare la nascita dell'erede.
Divertente commedia con un giovanissimo ed aitante Walter Chiari alle prese con una trama godibile e scorrevole della quale si è potuto beneficiare grazie al ritrovamento di una copia della pellicola rimasta per decenni nel dimenticatoio del cinema nazionale. Resuscitata quindi, ironia della sorte, come il protagonista ma molti anni dopo, quando nel 2009 venne presentata al Festival di Locarno.
Divertente commedia con un giovanissimo ed aitante Walter Chiari alle prese con una trama godibile e scorrevole della quale si è potuto beneficiare grazie al ritrovamento di una copia della pellicola rimasta per decenni nel dimenticatoio del cinema nazionale. Resuscitata quindi, ironia della sorte, come il protagonista ma molti anni dopo, quando nel 2009 venne presentata al Festival di Locarno.
Italia 1950
Regia: Camillo Mastrocinque
Musiche Franco Casavola
con
Walter Chiari: Gianni Alberti
Medy Saint-Michel: Vivia, sua moglie
Ernesto Almirante: Villa, suo zio
Cesare Bettarini: il direttore del giornale
Enzo Biliotti: il senatore
Franco Coop: Kalif El Kabir
Leo Garavaglia: Achille Santi, il colonnello in pensione
Jole Fierro: Maria
Carlo Rizzo: l'albergatore
Enrico Luzi: Slim, il caporedattore del giornale
Agnese Dubbini: Fatima, la fattucchiera
Gianna Dauro: Madame Du Parc, la direttrice dell'atelier di moda
Katia Suffi: Ginetta
Leopoldo Valentini: il centralinista
Marco Tulli: Arcangelo, l'autista
non accreditato
Carlo Pedersoli: nuotatore che soccorre Vivia in piscina
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