Cielo giallo
D oveva essere un lavoretto facile per sette sbandati alcuni dei quali reduci di guerra. Lo sceriffo era assente e quella banca era stata svaligiata con estrema facilità. Ma subito fuori del paese un drappello di cavalleggeri si mette al loro inseguimento sparandogli contro. Uno dei banditi muore mentre gli altri decidono di buttarsi a capo fitto nel deserto come unica speranza di salvezza. I soldati infatti desistono dall'inseguirli contando che 70 miglia di arsura e calore infernale saranno ben presto la loro tomba. Durante il bivacco notturno alcuni vorrebbero rientrare nei pressi del paese per evitare il deserto, ma il loro capo James Dawson, ex sergente, fa capire che la cavalleria è proprio là ad aspettarli, per cui intende proseguire e correre il rischio. Ad ogni modo ognuno sarà libero di scegliere e fatte le parti del bottino, ci si dorme sopra. L'indomani però tutti seguono Dawson non fidandosi di ritornare sui propri passi e inizia per tutti un durissimo periodo durante il quale, terminata l'acqua, sembra prossima la fine per uomini e cavalli. Ma in lontananza si scorge un villaggio sotto ad un'altura e con un ultimo sforzo lo raggiungono per constatare che è ormai un villaggio fantasma abbandonato. Yellow Sky è il suo nome e i sei giacciono stremati sulle scale dello scalcinato saloon, quando una ragazza imbracciando il fucile intima loro di spiegarle il motivo di quella visita. Alla richiesta d'acqua li indirizza verso una vicina sorgente dove i sei si buttano a capofitto con i loro cavalli per bere finalmente a volontà. Subito dopo Dawson chiede del cibo alla ragazza che è un tipo risoluto e abile con le armi. Lei vive lì col nonno il quale la convince di non esasperare i toni visto che sono in superiorità. Dawson d'altro canto promette che nessuno recherà loro disturbo e non appena i cavalli si saranno ripresi partiranno per il tratto finale. La ragazza tuttavia accende gli animi in quegli uomini e Dawson ha il suo bel da fare per farsi rispettare, ancor più per il fatto che non dà il buon esempio ai suoi frequentando la ragazza di nascosto e cercando di flirtare con lei che si dimostra un tipo piuttosto coriaceo, ma ancor più interessante per quell'uomo che rimedia non solo dei cazzotti ma anche una pallottola di striscio sulla testa tale da fargli passare la notte successiva con fortissimi dolori. La situazione poi precipita quando si scopre che i due hanno dell'oro scavato da un filone lì vicino e che spiega il motivo per cui abbiano deciso di vivere ancora in quel posto. Duca, uno dei più risoluti con Lungone vorrebbe impossessarsene e Dawson fatica a tenerli a freno, finché convince nonno e ragazza a dividerlo con loro in modo da evitare dispute sanguinose e finale scontato vista la loro superiorità. Accettano le condizioni ma non appena svelano il luogo in cui han nascosto il prezioso metallo, il Duca prende il comando della situazione e lo pretende tutto mettendosi in contrasto con Dawson che prende le difese della coppia scatenando una violenta sparatoria.
Rapina, fuga, sosta forzata e occasione finale per redimersi o abbandonarsi alla cupidigia, in sintesi la trama. Ambientato nel 1867 è un western asciutto e ben fatto ma di secondo piano rispetto ai classici americani in bianco e nero del genere. Anche se schiera un buon cast ed ha negli esterni naturali della Death Valley un buon punto a suo favore, paga la scarsa azione e la lentezza nel dipanarsi di una trama che ha ben poco da offrire.
Yellow Sky
Stati Uniti 1948
Regia: William A. Wellman
Musiche Alfred Newman
con
Gregory Peck: James Dawson
Anne Baxter: Constance Mae 'Mike'
Richard Widmark: Duca
Robert Arthur: Bruno
John Russell: Lungone
Harry Morgan: Quartino
James Barton: il nonno
Charles Kemper: Orso
non accreditati
Hank Worden: ranchero e cliente della banca
Norman Leavitt: impiegato della banca
Jay Silverheels: indiano apache
Chief Yowlachie: Capo Colorado
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