Il cavaliere dai cento volti
R iccardo d'Arce, prode cavaliere è inviso al Duca di Pallanza che lo ha bandito dalle sue terre e lo odia mortalmente. Non può neanche recarsi sulla tomba di sua madre dovendosi limitare ad osservarla dal confine. Ma al contrario del padre, Ciro di Pallanza, giovane figlio del Duca, lo ammira e stima moltissimo e per nulla d'accordo col genitore, lo frequenta e ne riceve in ricambio affetto, insegnamento all'uso delle armi e altri doni, tra i quali un pregevole arco fabbricato dallo stesso Riccardo. Questi poi nutre amore per la sorella di Ciro, Bianca di Pallanza, anch'ella in disaccordo col genitore e spesso in conflitto con lui, al punto che quando la promette in sposa al bieco Conte Fosco Di Vallebruna, al suo rifiuto la fa rinchiudere nella torre del castello finché non cambi idea. Fosco ha in precedenza teso un agguato al giovane Ciro uccidendolo e facendo cadere la colpa su Riccardo che adesso è ricercato dagli uomini del Duca, desideroso di vendicare la morte del caro figlio che ha acuito enormemente l'odio verso Riccardo. Grazie agli astuti servigi di Zuela, una sua amica zingara, che si è introdotta a corte, Riccardo manda sue notizie alla dolce e disperata amata, e Zuela le consiglia di accettare le proposte paterne ma di pretendere un torneo per non danneggiare i baldi cavalieri che avevano mire su di lei. E' la legge e il Duca non può opporsi e così facendo prenderanno tempo utile per dimostrare la colpevolezza del Conte Fosco. Intanto gli uomini di Riccardo tendono nei giorni successivi al bando per il torneo, una serie di agguati ai vari pretendenti giunti nel ducato, catturandoli o scoraggiandoli con messe in scena di epidemie di lebbra o peste fin quando il giorno del torneo si presenta il solo Riccardo che, sotto mentite spoglie, batte a duello il bieco Fosco e lo costringe a confessare il suo turpe delitto. Il Duca lo fa arrestare e accoglie Riccardo come suo figlio dandole in sposa la raggiante Bianca.
Dalla trama semplice, Pino Mercanti dirige questo film senza particolari cure e tantomeno preoccupazioni, essendo finalizzato principalmente per i cinema di periferia in genere parrocchiali. Si segnalano la "divina" Tina Lattanzi nel ruolo di nutrice governante e l'avvenente bellezza della giovanissima Liana Orfei in campo femminile, mentre tra i maschietti Livio Lorenzon è il consueto cattivo da opporre al buono di turno, un insipido Lex Barker male impiegato o come si dice al minimo sindacale. Immancabili le cascatelle di Monte Gelato e Nello Pazzafini per due secondi, giusto il tempo di beccarsi una randellata in testa.
Il cavaliere dai cento volti
Italia 1960
Regia: Pino Mercanti
Musiche Michele Cozzoli
con
Lex Barker: Riccardo d'Arce
Liana Orfei: Zuela
Livio Lorenzon: Conte Fosco Di Vallebruna
Annie Alberti: Bianca di Pallanza
Herbert A.E. Böhme: Duca Ambrogio Carmignani Di Pallanza
Tina Lattanzi: Ausonia
Alvaro Piccardi: Ciro Di Pallanza
Dina De Santis: Cinzia
Franco Fantasia: Capitano d'Argentero
Roberto Altamura: Rino
Fedele Gentile: Giovanni
Gérard Landry: Capitano delle guardie del Duca
Giulio Battiferri: Bertuccio
Giovanni Vari: Quinto
Gianni Solaro: Giudice Del Torneo
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