Ursus
U rsus prode comandante, di ritorno dalla guerra scopre che la sua fidanzata Attea è stata rapita da due uomini che le hanno ucciso il padre, il famoso scultore Clio, che vanamente aveva cercato di fermarli. A dargli le informazioni è stata Doreide, una sua amica di infanzia che, ridotta in schiavitù è costretta a badare le pecore di Setas. Costui la fece pure punire per una mancanza e un colpo alla testa le fece perdere l'uso della vista. Ma è in grado di riconoscere le voci dei due uomini che rapirono Attea. Ursus libera la ragazza, pagandone il compenso a Setas, suo amico un tempo ed oggi tra le persone più potenti del posto, che vanamente oppone resistenza con i suoi uomini vista la forza di Ursus. Le indagini portano ben presto ad una setta dedita al culto di una crudele dea che esige sacrifici di giovani vergini. C'è anche Setas tra gli adepti ed è stato proprio lui a far rapire Attea scatenando la furia di Ursus che dopo aver battuto i suoi uomini, lo cattura e costringe a portarlo nel luogo dove si svolgono i sacrifici e dove forse Attea è ancora prigioniera. Ma una volta giunti sul posto, Ursus scopre che Attea, la donna che amava, è la spietata regina della quale si parla e che tutti temono per la sua crudeltà. Riuscì ad ammaliare il gran sacerdote Mok, che con uno stratagemma la fece assurgere al ruolo di regina per volontà della dea che riuscì a far parlare con un trucco. Da allora è cambiata e non è più la donna che Ursus ha amato un tempo e quando la sua Doreide viene scelta per essere sacrificata assieme ad un'altra giovane di nome Fillide, il nostro eroe entra prepotentemente in gioco, aiutato anche da alcuni soldati tra i quali vi è l'uomo che ama Fillide, l'altra ragazza in procinto di morire. L'esecutore nell'arena è un possente toro, ma Ursus con sforzi sovrumani riuscirà a piegarlo e liberati gli schiavi darà il colpo finale alla tirannia di Attea. Doreide ha preso un colpo alla testa dal toro infuriato e si è rivelato provvidenziale perché le ha fatto riacquistare la vista. Ora può vedere con i suoi occhi l'eroe che la ha salvata e che adesso condividerà con lei la sua vita. Ursus ha cercato l'amore per strade impervie e non si era accorto che era accanto a lui.
Buon esempio di genere, questo film del bravo Carlo Campogalliani in grado di allestire uno spettacolo, per quei tempi senz'altro convincente, con un budget risicatissimo. Il palestrato Ed Fury ne è l'interprete, attorniato da splendide co-protagoniste femminili, tra le quali la giovane e bella Moira Orfei con Cristina Gaioni in ruoli negativi, alle quali si contrappongono le eroine positive María Luisa Merlo e la bella e sfortunata Soledad Miranda.
Italia, Spagna 1961
Regia: Carlo Campogalliani
Musiche Roman Vlad
con
Ed Fury: Ursus
Cristina Gaioni: Magali
Moira Orfei: Attea
Luis Prendes: Setas
Rafael Luis Calvo: Mok
Mario Scaccia: Kymos
María Luisa Merlo: Doreide (accreditata Mary Marlon)
Mariangela Giordano: Myriam
Nino Fuscagni: giovane a casa di Kymos
Soledad Miranda: Fillide
Eliana Grimaldi: ancella
Antonio Gil: Adelfo
Cris Huerta: lottatore
Roberto Camardiel: Cleonte
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