Arrangiatevi
S tanchi della convivenza nella stessa dimora con profughi istriani, i coniugi Armentano desiderano ardentemente cambiare aria e soprattutto casa. Tutto era cominciato una decina di anni prima, nell'immediato dopoguerra dove c'erano soltanto macerie e le poche case a disposizione, venivano consegnate anche a più famiglie insieme, specie se erano capienti. A Peppino, callista di professione, era capitato un appartamento da condividere con una famiglia di profughi istriani, che in pochi anni aveva messo insieme una squadra di figlioli tale da aver superato di numero la sua, rimasta a sette sin dall'inizio. Con lui sua moglie Maria, le figlie Berta e Bianca, suo figlio Nicola che fa il servizio militare, l'altro maschio Salvatore che è in seminario e infine il nonno Illuminato, suocero di Peppino che tutto sommato non è dispiaciuto di quella vita, potendo punzecchiare a piacere il vecchio istriano col quale ha un rapporto litigarello ma in fondo bonario. Peppino messo alle strette dalla moglie, che vorrebbe festeggiare le nozze d'argento ormai imminenti finalmente in una nuova casa, cede ai maneggi di un abile traffichino che gli propone un'abitazione di numerose stanze ad un prezzo di affitto irrisorio. Scopre ben presto il trucco che c'è dietro a quell'affitto così basso, il fatto che quel palazzo ospitava la casa di tolleranza della famigerata Sora Gina, dove tra l'altro anche Peppino ai "bei tempi" ci "aveva fatto un salto", per così dire. Non resta che simulare che tutti quei bagni, quelle stanze su due piani e il telefono, fossero serviti ad un istituto di bellezza che aveva dovuto traslocare per mancanza di spazio. Sulle prime la cosa funziona in famiglia, ma dall'atteggiamento del vicinato e dalle immediate telefonate dopo di altri curiosi di vedere se la casa avesse riaperto i battenti, la verità viene drammaticamente a galla per la povera donna che cade in profonda depressione, al punto da voler abbandonare la famiglia nell'impossibilità di Peppino di trovare un nuovo e decente alloggio. Ma quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso - "mi dimetto da padre e marito, ognuno faccia quello che vuole" - dice Peppino, mentre sua moglie intende andare a servizio come domestica lontano da lì, ecco che in un sussulto di orgoglio tutti uniti urlano in faccia al mondo che la loro è una famiglia onesta e che niente e nessuno potrà dividere. Memorabile il discorso del nonno che dalla finestra arringa la gente di farsene una ragione, che ormai sono stati chiusi (i casini) urlando loro ... il titolo del film.
Commedia a tratti amara ma di sicuro divertimento grazie ad interpreti magnifici, tra i quali un grandissimo Vittorio Caprioli nei panni di un sordido trafficone viscido e infido, senza nulla togliere ovviamente ai protagonisti le cui capacità conosciamo e apprezziamo senza dilungarci. Tra i temi trattati possiamo certamente collegarne alcuni ai giorni nostri nonostante siano passati molti anni. Il tema dei profughi e della loro sistemazione, ora come allora, mentre di passaggio viene trattato anche il tema della sanità, nel ricovero dei due anziani in ospedale: a pagamento per nonno Illuminato e gratis per il nonno istriano "gnanca un sgheo .. mi son profugo"
Arrangiatevi
Italia 1959
Musiche Carlo Rustichelli
con
Peppino De Filippo: Peppino Armentano
Totò: nonno Illuminato
Laura Adani: Maria Armentano
Cristina Gajoni: Maria Berta Armentano
Cathia Caro: Bianca Armentano
Marcello Paolini: Nicola Armentano
Enrico Olivieri: Salvatore Armentano
Vittorio Caprioli: Pino Calamai
Franca Valeri: Marisa
Mario Valdemarin: Luciano
Achille Majeroni: nonno istriano
Giusi Raspani Dandolo: madre istriana
Giorgio Ardisson: Romano
Luigi De Filippo: Neri
Franco Balducci: scommettitore
Antoine Nicos: padre rettore
Lola Braccini: sora Gina
Federico Collino: monsignore
Arrigo Peri: Santini
Leopoldo Valentini: Bossi
Angelo Zanolli: Felice
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