Il ladro di Damasco
J esel e Tisba sono due abili ladri e truffatori nella Siria dominata dai Romani. Il Console Tibullo mantiene l'ordine senza particolari difficoltà, coadiuvato dal bieco e ricco Mannaen che spinge per diventare Re col consenso dei Romani. Ma Uria, un fiero patriota, trama per scacciare i Romani dalla Siria senza tuttavia riuscire a coinvolgere nella lotta Jesel, le cui capacità sarebbero utilissime alla causa, in quanto il giovane ama la vita che fa e per lui in fondo son tutti uguali con buoni e cattivi da ambo le parti. Ma quando il lercio Mannaen, come lui lo definisce, mette gli occhi su Miriam, la figlia di un vasaio della quale si è invaghito, non esita a entrare in azione. Quando la ragazza viene rapita dai Romani, lui e Tisba con un piano ardito riescono a introdursi a palazzo come acrobati e la liberano creando notevole scompiglio. Mannaen tenta il doppio gioco e inganna Uria circa le sue vere intenzioni di unirsi alla lotta di liberazione, allo scopo di tradirlo e consegnarlo ai Romani che lo catturano insieme a Jesel dopo una furibonda lotta. Lui e Tisba avevano rubato le insegne della legione a Vitellio che stava per giungere a Damasco. Questo è un grave smacco per Roma e lui e i suoi vengono condannati a morte. Nemmeno un estremo tentativo di liberarli riesce, quando Uria si vendica di Mannaen uccidendolo, e per Jesen sembra la fine. Ma quando la mannaia del boia sta per calarsi sul suo collo ecco che Tibullo riconosce in una cicatrice di Jesel, suo figlio rapito dai pirati in tenera età nel mare di Rodi. Da allora lo aveva pianto e adesso poteva finalmente riabbracciarlo, perdonando i ribelli sopravvissuti e garantendo almeno a parole una nuova pace e prosperità ai Siriani. Jesel può sposare Miriam e vivere felice e contento non prima però di aver rubato per lei un bell'anello matrimoniale. In fondo il vizio non si perde mai del tutto.
Classico film dei tempi dell'oratorio che concludeva di domenica ogni settimana passata con spensieratezza in quei luoghi, al tempo unici spazi di aggregazione per noi giovani. Si bisticcia un po' nei crediti iniziali dove Giuseppe Fortis viene dato nella parte di Mannaen mentre di sicuro impersona il Legato Vitellio. Allo stesso tempo viene indicato Pietro Tordi sul web, accreditato come Peter White nei panni del medesimo cattivo, ma credete a me di Pietro Tordi non c'è neanche l'ombra. Resta dunque fitto il mistero su chi abbia realmente interpretato il bieco individuo che voleva farsi Re di Siria.
Il ladro di Damasco
Italia 1964
Regia: Mario Amendola
Musiche Giorgio Fabor
con
Tony Russel: Jesel
Luciana Gillj: Miriam
Gianni Solaro: Tibullo
Ferruccio Amendola: Tisba
Pietro Tordi: Mannaen
Renato Baldini: Uria
Giuseppe Fortis: Vitellio
e con
Irene Prosen
Maks Furian
Enrico Salvatore
Bruno Ukmar
Adriana Limiti
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