I giorni dell'ira
Un cult del genere western nazionale con un cast eccellente e il pistolero più amato d' Italia, quel "faccia d'angelo" che all'epoca faceva stragi di cuori femminili e nei maschietti generava fortissimi sentimenti di emulazione e ammirazione. Giuliano Gemma è Scott e vive una vita da "bastardo" a Clifton, Arizona, dove pulisce latrine e stalle e dove viene deriso e denigrato da tutti per il suo stato di figlio di NN. La madre era una prostituta ed è stato allevato in un bordello finché grandicello era stato preso come garzone da un vecchio, Murph Allan, al quale si era affezionato e dal quale aveva appreso l'uso della colt che, per mancanza di soldi, non poteva ancora comprarsi. Straccione e senza speranze di riscatto sociale coglie l'occasione che gli offre un pistolero di passaggio, Frank Talby, forse il più veloce in circolazione dopo la morte di Doc Holliday e senz'altro il più scaltro ed esperto del suo mestiere. Vuole rifarsi del denaro perduto un tempo a causa di loschi individui che si celano nella classe più rispettabile del paese, quella stessa che ha sempre maltrattato Scott. Per lui, preso a ben volere dal pistolero, è l'occasione del riscatto e di una nuova vita. Rivestito di tutto punto e munito di una micidiale colt a canna lunga, Scott, al quale Talby ha consigliato di aggiungere il nome della madre Mary come cognome, ha modo di mostrare il suo valore nei primi scontri con gli uomini messi loro contro dalla combriccola d'affari che si sente ormai alle corde. E' l'inizio di una rivalsa che lo trasforma da brutto anatroccolo in cigno. Ma è anche un cammino inesorabile e fatto di regole che Talby gli insegna a sue spese e che rischiano di portarlo in una strada fatta solo di odio e violenza. Le "pulizie" continuano fin quando Talby non ammazza anche il vecchio mentore di Scott, quel Murph Allan, una volta temuto sceriffo ed oggi rieletto per contrastare il predominio dello spietato Talby. E' la molla che fa rinsavire Scott che giura di vendicarlo e il duello finale, nonostante i trucchi di Talby, vede trionfare l'apprendista, oramai più rapido del maestro, che sordo alle sue suppliche, lo finisce in ossequio alla regola nr. 5:
Quando spari a un uomo devi ucciderlo, o prima o poi lui ucciderà te.
Interni curatissimi ed esterni tagliati il giusto per dare l'idea voluta, cast e doppiaggio di qualità uniti ad una trama convincente fanno di questo secondo western di Valerii un cult da vedere e rivedere, mantenendo intatto il piacere di un film che sembra in tutto e per tutto un classico western americano.
Quando spari a un uomo devi ucciderlo, o prima o poi lui ucciderà te.
Interni curatissimi ed esterni tagliati il giusto per dare l'idea voluta, cast e doppiaggio di qualità uniti ad una trama convincente fanno di questo secondo western di Valerii un cult da vedere e rivedere, mantenendo intatto il piacere di un film che sembra in tutto e per tutto un classico western americano.
il duello finale
I giorni dell'ira
Italia, Germania 1967
Regia: Tonino Valerii
Musiche di Riz Ortolani
con
Giuliano Gemma: Scott Mary
Lee Van Cleef: Frank Talby
Al Mulock: Jack Wild
Walter Rilla: Murph Allan il saggio
Christa Linder: Gwen
Yvonne Sanson: Vivien Skill
Lukas Ammann: Giudice Cutchell
Andrea Bosic: Abel Murray
Ennio Balbo: Turner, il banchiere
Benito Stefanelli: Owen White, il killer
José Calvo: Bill il cieco
Giorgio Gargiullo: un killer
Anna Orso: Eileen la figlia del giudice
Capolavoro di Valerii, uno dei migliori western all'italiana del periodo aureo. Tutto fila come deve, dal cast alle scene, con particolare menzione per il duello "medioevale" fra Van Cleef e Stefanelli. Il tema "edipico" non è nuovissimo, ma qui è svolto perfettamente, grazie anche a un Gemma servito da un personaggio con più sfumature del solito. Trascinante la musica di Ortolani, riciclatissima nei western turchi.
RispondiEliminafucili ad avancarica assai improbabile come forma di duello e per giunta a cavallo .. una forzatura dai
Elimina;-)
vorrei ricordare e colgo l'occasione con questo post il mitico Al Mulock, faccia tagliata con l'accetta, una sorta di Gordon Mitchell, caratterista tra i più bravi del nostro western che morì suicida durante le riprese di C'era una volta il west, buttandosi dalla finestra dell'albergo dove alloggiava in Spagna con il costume di scena a soli 43 anni
RispondiEliminaRIP