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Tototarzan
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Abbandonato nella giungla africana dal padre esploratore, un giovane è cresciuto con le scimmie ed ha stretto amicizia con tutti gli animali della foresta. Gli indigeni lo chiamano con timore la "scimmia bianca" ed essendo l'unico erede vivente del ricco patrimonio lasciato da suo padre è assiduamente ricercato da un gruppo di esploratori. Si parla della somma stratosferica di ben otto miliardi tali da far gola a Stanis e al suo fido energumeno Spartaco che con la bella Iva sono ormai sulle tracce del selvaggio che riescono a catturare. Questi, che ricorda ancora la sua vecchia lingua, riesce a parlare con i tre che gli promettono una vita agiata di nuovo nella civiltà. Lo riportano in Italia e con il loro avvocato cercano di farsi affidare la tutela del giovane, non prima di avergli insegnato a firmare e tenere un comportamento idoneo al mondo civile. Con lui hanno portato anche il fido Bongo, un orango che è stato affidato momentaneamente allo zoo ma che ben presto riuscirà a rendersi utile e trarre d'impaccio il suo fratello di latte - di cocco - si intende, come precisa Totò tornato ad essere Antonio Della Buffas. Dopo vari tentativi di renderlo presentabile, i tre avventurieri con il loro avvocato si presentano dal procuratore per l'affido ma vi trovano il Barone Rosen e le sue tre figlie con le loro stesse richieste. I Rosen sono anch'essi parenti del defunto esploratore e intendono parimenti otterenere l'affido del giovane. Totò che non riesce a tenere a freno la sua indole selvaggia, combina un putiferio quando entra la moglie del procuratore con indosso una pelliccia di leopardo che Totò riconosce essere della madre di un suo amico della giungla. Ne nasce un violento putiferio con la donna che viene denudata letteralmente dalla furia del nostro che, nonostante la ferrea censura degli anni, riesce a metterle in mostra il seno nudo. Ovviamente la decisione dell'infuriato marito procuratore è a favore dei Rosen e il furbo barone conta di irretire il selvaggio con le sue tre figlie e fargli venire un colpo per ereditare tutti i suoi averi. Ma sulla sua strada i tre avventurieri iniziali mettono la bella Iva che piace molto a Totò e che se lo sposasse diverrebbe automaticamente la sua unica erede. Per scongiurare tale nefasta minaccia, il barone Rosen offre agli avversari la metà dell'eredità a patto che insieme si uniscano per far fuori il selvaggio. L'accordo è raggiunto visto che la somma è tale da accontentare tutti e si tende un tranello a Totò per eliminarlo in una segheria abbandonata dei Rosen, dove l'arrivo provvidenziale di Bongo che ha fiutato il suo amico, ne scongiura la morte e Iva, che nel frattempo aveva avvertito la polizia, contraria a quel brutale accordo, lo può abbracciare e convolare a nozze con lui sull'albero dimora che aveva nella giungla. Li vediamo felici ritirarsi nel loro giaciglio mentre il fido Bongo pone il cartello "non disturbare" sulla porta. Come al solito alla feroce critica si oppose un successo di pubblico tale che ancora oggi riesce a strappare risate, forte della scoppiettante verve di Totò, delle sue battute e nonsense, unite alle spalle che qui, in gran numero, si spartiscono il lavoro di tenergli bordone.
Tototarzan Italia 1950
Regia: Mario Mattoli Musiche Armando Fragna con Totò: Tototarzan / Antonio Della Buffas Marilyn Buferd: Iva Mario Castellani: Stanis Tino Buazzelli: Spartaco Vinicio Sofia: Il Barone Rosen Alba Arnova: Sonia Adriana Serra: Marta Luigi Pavese: Il procuratore Roy Luisa Poselli: Giacomina Roy, la moglie dei procuratore Guglielmo Barnabò: il Colonnello dei parà Nico Pepe: L'avvocato Micozzi Galeazzo Benti: L'addestratore parà Carlo Croccolo: Lo sposino Alberto Sorrentino: L'usciere capo Anselmo Giacomo Furia: cuoco sul vagone ristorante Bianca Maria Fusari: la maestra Aldo Giuffré: Il paracadutista Riccardo Billi: Il capostazione di Canicattì Nino Vingelli: Il capostazione di Afragola Guglielmo Inglese: Il capostazione di Bisceglie Ughetto Bertucci: Il capostazione di Zagarolo Enrico Luzi: L'avvocato Finotti Rino Tognaccini: Bongo Vira Silenti: Dora Mario Siletti: Il maggiordomo dei Rosen Bruno Corelli: Il portiere albergo Eduardo Passarelli: Il controllore Ciro Berardi: Il commissario Totò Mignone: Il ferroviere Sofia Lazzaro: prima Tarzanide (futura Sophia Loren) Giovanna Ralli: una Tarzanide Vittorio Veltroni: il radiocronista Anna Fallarino: Ranocchia, seconda Tarzanide Mario Meniconi : Il macchinista del treno
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
A ppare chiaro fin dall'inizio che in quella missione c'è qualcosa che non quadra. Un gruppo di paracadutisti commandos inglesi agli ordini del Maggiore Smith e del Tenente Schaffer si è appena lanciato da un aereo sulle Alpi Bavaresi con lo scopo di penetrare nell'inaccessibile e super fortificato Schloß Adler , o castello delle aquile, dove è tenuto prigioniero il Generale americano Carnaby , colui che ha ideato il piano d'invasione dell'Europa. I tedeschi contano di ricavare dal prezioso prigioniero quante più informazioni possibili facendo ricorso anche alla tortura. Compito dei commandos è liberarlo infiltrandosi nel castello in virtù della loro padronanza con la lingua tedesca e delle uniformi del nemico. Circa un minuto dopo il lancio del gruppo, una paracadutista donna li segue in solitaria dopo essere sbucata fuori da un vano dell'aereo. Il gruppo atterra e raduna le sue cose constatando che uno dei componenti è morto col collo spezzato. Il co...
J ohnny " Il Bello ", Al " Quattrodita " Caruso e Jack Amoruso sono tre scagnozzi del potente boss della mala Sam Genovese e per lui eseguono maldestramente "lavoretti", dall'estorsione all'eliminazione fisica di chi si oppone al taglieggiamento, procurando sempre grattacapi al loro boss che all'ultimo errore, l'uccisione per sbaglio di una sua zia, decide di accopparli. Devono darsi alla macchia e nascondersi in attesa che la brillante mente del gruppo, Johnny, escogiti un piano per salvarsi. Il problema più grande è quello di far restare sveglio Al che è affetto da una sindrome che gli causa la perdita di memoria ogni volta che si addormenta. Risvegliandosi deve farsi raccontare ogni volta chi è e perché si trovano in quella stanza di albergo. Dopo alcuni giorni passati da Johnny e Jack a ragguardarlo sul da farsi, Al dovrà introdursi nella suite del boss all'ultimo piano dell'albergo dove si sono nascosti, celarsi nel...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
Fresco di Aida all' Arena di Verona mi è particolarmente gradito proporvi questo film del 2001 del regista francese Benoit Jacquot con una magistrale e stupenda Angela Gheorghiu , soprano rumena che qui recita col marito, il tenore Roberto Alagna nel ruolo di Cavaradossi . La storia credo la conoscano tutti, l'amore tragico tra la bella Tosca e Mario Cavaradossi sullo sfondo delle guerre napoleoniche e caduta della Repubblica Romana . Il regista con sapiente uso di luci rende l'atmosfera dell'opera in maniera superba coadiuvato in questo da interpreti grandissimi: Angela nel ruolo di una bellissima Tosca , Roberto Alagna il marito-pittore-patriota Mario Cavaradossi e uno straordinario Barone Scarpia , capo della polizia papalina e invaghito di Tosca , interpretato da uno dei più bravi baritoni ognitempo: Ruggero Raimondi . Consiglio senz'altro di vedere questo film, sia agli amanti della lirica che agli altri desiderosi di avvicinarsi a questo lato della m...
Tratto da " I sei Napoleoni " di Conan Doyle , è uno dei più bei thriller della coppia storica Rathbone - Bruce . Il celebre investigatore sventa, subito ad inizio del film, il furto della preziosissima " Perla dei Borgia " in viaggio su una nave diretta in Inghilterra. Travestito da religioso si presta al gioco della bella Naomi Drake che gli consegna la preziosa refurtiva nascondendola in una macchina fotografica confidando nel fatto che essendo un pastore anglicano non verrà perquisito in dogana e quindi le foto non andranno distrutte. Holmes consegna invece la perla al museo e la ragazza ritornata in possesso della macchina la scopre vuota dal suo capo che non tarda a mettersi in moto per rubarla a sua volta dal museo. Costui, Giles Conover , è un acerrimo nemico, un pericoloso furfante che Holmes da tempo vuol mettere al sicuro e quando scatta l'allarme del museo e Giles scappa con la perla, travestito da inserviente, per Holmes non ci sono dubbi: è ...
" Fresco di grotta " per voi, si fa per dire, questo film del 1955 mi ha stuzzicato principalmente per il fatto di vedere all'opera uno dei miei attori preferiti, un uomo d'altri tempi e spalla di John Wayne in tanti film fordiani: Victor Mc Laglen il Sergente Quincannon che potete vedere qui nel blog in un post precedente a lui dedicato. Il film, atipico per quanto riguarda il western tradizionale, si snoda su un binario che vorrebbe o dovrebbe essere comico se non fosse per qualche indiano ammazzato e francamente fuori luogo per quello che lo sviluppo narrativo trattava. Fuorviato innanzitutto dal doppiaggio italiano e probabilmente dalla distribuzione che ne ha ricavato un'improbabile italianità francamente incomprensibile. Ma veniamo al film pur sempre apprezzabile. Robert Taylor è Pelle dura un trapper solitario che cerca la terra promessa e sfugge tutte le tentazioni amorose che le vigorose donne di frontiera, alle quali il film è dedicato e si fati...
Io Tarzan, tu bona, lui fesso ...
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