Siamo uomini o caporali
T otò Esposito nella continua ricerca di un posto di lavoro, viste le sue esperienze come comico intrattenitore sul palcoscenico, arriva a Cinecittà dove è stato scritturato come comparsa in un film su Napoleone. Ma la sua sbadataggine fa sì che intervenga sempre a sproposito sulla scena di un film su Nerone creando confusione sul set e problemi al responsabile delle comparse che lo ha scritturato. Questi, tale Meniconi, più volte redarguito dal regista, inveisce a tal punto sul poveretto che perde la pazienza e sguaina la spada in dotazione al suo ruolo di granatiere, seminando il panico in tutto lo studio. Immobilizzato viene ricoverato in una clinica psichiatrica dove racconta all'esterrefatto medico le sue vicissitudini di "uomo" costretto a lavorare e sacrificarsi per quello che definisce "caporale", sempre pronto a vessarlo e ad approfittare dei suoi sacrifici per il proprio tornaconto. E così lo vediamo raccontare la sua storia alle prese con un miliziano fascista in pieno razionamento durante il periodo bellico e che gli costò l'arresto e la deportazione in un campo di prigionia tedesco. Qui si arrangia rubando cibarie per sostenere Sonia, una prigioniera slava, che grazie a lui riesce a sopravvivere con le altre sventurate nel settore femminile. Ma ecco che il ""caporale" si ripresenta nei panni del colonnello nazista Hammler che lo condanna a morte per il suo furto e buon per lui che un direttore medico, con l'intento di sperimentare su di lui una nuova arma, lo salvi dal plotone di esecuzione. Nel suo laboratorio viene caricato di una forte dose di radiazioni atomiche che lo rendono super efficiente e velocissimo al punto che se la squaglia dal campo portandosi appresso Sonia. Di ritorno a Roma liberata dagli Alleati, Totò porta Sonia nella sua baracca dove spera di iniziare una nuova vita. le insegna i rudimenti dell'arte del varietà insegnandole a ballare e cantare al punto che viene notata dal colonnello americano Mr. Black che intende scritturarla per l'avanspettacolo dedicato alle truppe. Totò grazie a lei riesce a farsi assumere e insieme vanno in scena con uno spettacolo assai apprezzato e divertente. Ma il colonnello ha mire precise sulla ragazza e i due sdegnati debbono lasciare la compagnia per evitare le sue morbose attenzioni. Ma ecco per Totò, possibile testimone di un delitto avvenuto nella zona delle baracche dove abita, aprirsi il mondo del rotocalco e relativo pettegolezzo, quando il direttore del settimanale Ieri, oggi, domani lo contatta e gli fa firmare un contratto in esclusiva per raccontare a puntate i fatti, pagandolo profumatamente e alloggiandolo in un lussuoso albergo. Diventato famoso si rende conto di essere stato usato per scopi ignobili e supplicato da Sonia decide di denunciare la cosa alle autorità. Ma l'astuto direttore con la complicità di tutti i suoi collaboratori lo incastra facendolo passare per millantatore e approfittatore al punto che si fa tre mesi carcere. E qui termina il racconto all'incredulo psichiatra che si dice solidale con lui annunciandogli una visita per lui che nel frattempo è giunta all'ingresso e lo sta aspettando. E' Sonia che preoccupata voleva salutarlo e presentargli suo marito col quale si era appena sposata. Lui, rampollo di un importante imprenditore del nord è l'ultimo "caporale" che beffardamente gli attraversa la strada prima della fatidica parola FINE a chiusura di questo capolavoro dolce-amaro.
Diverte e fa riflettere sulla condizione umana questo film tratto da un soggetto dello stesso Totò che qui è affiancato da uno straripante Paolo Stoppa in un multi ruolo, quello del "caporale" profittatore ed oppressore, reso con diverse sfaccettature e tutte parimenti perfide ed infide: una grande prova d'attore per Paolo.
Siamo uomini o caporali
Italia 1955
Regia: Camillo Mastrocinque
Musiche Alessandro Cicognini
con
Totò: Totò Esposito, l'"uomo"
Paolo Stoppa: il "caporale" nei vari personaggi
Fiorella Mari: Sonia
Nerio Bernardi: lo psichiatra
Vincent Barbi: il segretario di mr. Black
Mara Werlen: Mimì
Agnese Dubbini: la madre di Mimì
Loris Gizzi: il tenore
Giacomo Furia: Nerone
Rosita Pisano: Filomena Ossobuco
Vinicio Sofia: Cesarino Ossobuco, suo marito
Mario Passante: il sergente tedesco
Henri Vidon: il medico tedesco
Gino Buzzanca: il regista del film su Nerone
Pasquale De Filippo: l'operatore del film su Nerone
Gildo Bocci: un testimone
Franca Faldini: Gabriella, la redattrice di "Ieri, oggi, domani"
Salvo Libassi: un redattore di "Ieri, oggi, domani"
Gianni Partanna: altro redattore di "Ieri, oggi, domani"
Sylva Koscina: l'aspirante attrice
Gina Rovere: una ballerina
Denise Carpenter: una ballerina
Nicola Maldacea Jr.: poliziotto in questura
Romano Milani: poliziotto in questura
Malincommedia
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