Tobor - Il re dei robot
N ella spasmodica corsa allo spazio, gli americani dopo aver approntato sempre più efficienti missili in grado di vincere la forza di gravità terrestre e inoltrarsi nello spazio profondo, sono alle prese con il problema più difficile costituito dall'uomo. Molti volontari sono disposti a sacrificarsi per il bene della scienza in massacranti esperimenti di simulazione effettuati in laboratorio, ma il dottor Ralph Harrison, capo di un team di ricerca aerospaziale, ritiene disumano mettere a repentaglio la vita di esseri umani ancorché volontari. Per questo rassegna le sue dimissioni e trova nel professor Arnold Nordstrom, altro valente scienziato, un inatteso sostenitore. Al suo pari infatti ritiene che prima di inviare un uomo nello spazio, senza avere conoscenza precisa dei rischi e danni che può subire, esposto a radiazioni solari e assenza forzata di peso, occorre acquisire tali dati per avere un quadro preciso di cosa si affronterà. Per questo nello scantinato di casa sua ha costruito un robot in grado di pilotare una navicella spaziale che raccoglierà dati in una missione senza rischi per l'uomo. Battezzato Tobor, l'esatto contrario della parola robot, l'automa si presenta in conferenza stampa suscitando meraviglia e grandissimo interesse. Esso è in grado di agire su impulsi elettronici e anche grazie a particolari facoltà empatiche, che gli permettono di capire chi sia ben disposto o al contrario ostile, rappresentando per lui una minaccia. Alcuni interessanti esempi dimostrati in sala ne hanno testimoniato la buona funzionalità. Ma tra i giornalisti presenti si sono intrufolate anche spie di una potenza straniera che subito dopo approfittano della confusione per rapire il professore e il suo giovane nipote Brian. Minacciando di torturare quest'ultimo, inducono il professore a collaborare consegnando loro i progetti per la costruzione dell'automa. Ma poco distante Tobor rileva le suppliche che il ragazzo mentalmente gli rivolge disperato sperando possa udirle e improvvisamente abbandona le dimostrazioni per sfondare la porta, dove sono relegati il ragazzo e suo nonno, liberandoli e catturando le spie. Lo vediamo subito dopo ai comandi dell'astronave perfettamente a suo agio tra i vari congegni della navicella nel bel mezzo della missione a lui affidata.
I cari bei tempi del cinema dei barattoli volanti o a forma di automa, appunto come Tobor, che sarà il precursore di tutta una serie di robot parlanti, pensanti e anche in grado di trasformarsi in micidiali macchine belliche. Ma quel che più conta è che sapevano divertire i ragazzi degli anni '50 e '60 coinvolgendoli nel modo a loro più gradito: stuzzicando oltre ogni modo la loro fervida immaginazione e voglia di avventura.
Tobor the Great
USA 1953
Regia: Lee Sholem
Musiche Howard Jackson
con
Charles Drake: dottor Ralph Harrison
Karin Booth: Janice Roberts
Billy Chapin: Brian "Grillo" Roberts
Taylor Holmes: professor Arnold Nordstrom
Steven Geray: spia straniera
Henry Kulky: Paul, una spia
Franz Roehn: Karl
Hal Baylor: Max, una spia
non accreditati
Peter Brocco: dottor Gustav
Alan Reynolds: Gilligan, un reporter
William Schallert: Johnston, un reporter
Jack Daly: Scienziato del CIFC
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati