La famiglia Passaguai fa fortuna
G iuseppe "Beppe" Passaguai ha perduto il lavoro e non sa come tirare avanti con l'affitto arretrato di 6 mesi e il burbero padrone di casa che lo tampina ogni giorno. Costui è un ex attore di teatro e tornerà utile quando si presterà a recitare la parte del maggiordomo di Beppe. Lo deve fare se vuole sperare di avere i suoi soldi dell'affitto, perché Beppe ha incontrato un suo vecchio commilitone, Giocondo Diotallevi, e ha creduto che fosse diventato ricco per come si pavoneggiava e lo ha indotto a sua volta a credere altrettanto di sé millantando di essere un grande industriale. Entrambi poveri in canna cercano di approfittare della ricchezza dell'altro non sapendo di essere entrambi spiantati. Per questo inizia un sottile gioco di equivoci che vede appunto il padrone di casa di Beppe, trasformarsi in maggiordomo e ricevere a pranzo Giocondo, una sua amica spacciata per moglie nobildonna e suo figlio meccanico, ma fatto passare per laureando in giurisprudenza. Quindi Beppe ha ricevuto il suo amico nella casa del suo padrone, di sicuro più consona del suo modesto appartamento, e quando va a trovare Giocondo nella baraccopoli dove vive con la vera moglie, costui riesce abilmente a sottrarsi d'impaccio fingendo di essere il padrone del terreno che vuole scacciare tutti quegli abusivi che vi hanno piantato le tende e le baracche. Facendo così intendere di essere un costruttore edile al punto che Beppe lo invoglia ad acquistare un terreno che fa gola a molti e che il proprietario, un contadino di nome Cosimo Pelacoccie, vuol vendere a 10 milioni di lire. L'ingegner Salomone, che ha assistito il Pelacoccie nella vendita del terreno, si incarica di attuare il mega progetto e organizzare l'impresa edile, gli uffici di vendita con impiegati e segretarie particolari per i due grandi commendatori dell'industria nazionale, che ormai travolti dal mega affare contano molto sul fatto che il loro socio sia ricco, fino alla reciproca delusione nell'apprendere che entrambi sono dei morti di fame. Pertanto quell'assegno firmato da Beppe di 10 milioni andrà insoluto e per loro si aprirà inesorabilmente la porta del carcere. Ma un inaspettato colpo di fortuna assiste i nostri, quando una compagnia formata da una cordata di industriali del nord, offre 50 milioni per quel terreno e relativo progetto, il classico e provvidenziale dono dal cielo, che trasforma due sgangherati e improvvisati imprenditori, in uomini ricchi e di successo, per dare vita ad un sodalizio che non può che iniziare con una bella e gigantesca mangiata alla romana con le due famiglie finalmente raggianti.
Dopo il successo del primo film sulla famiglia Passaguai , Aldo Fabrizi dirige, interpreta e sceneggia questo secondo capitolo, che tuttavia risulta meno brillante del primo, pur avvalendosi di ottimi attori, tra i quali quel Luigi Pavese che nel primo fece la guerra dei cocomeri risultando molto più divertente che nei panni del burbero padrone di casa qui impegnato. Anche Macario, scelto come spalla per l'occasione, risulta meno convincente in un contesto popolare romanesco come quello dove la vicenda si svolge, pur con tutta la bravura e simpatia che lo contraddistinguono. Insomma la storia sembra un po' tirata e aldilà della commedia degli equivoci c'è solo un gran vociare, spesso incomprensibile e una confusione che non aiuta certo un corretto evolversi della trama.
La famiglia Passaguai fa fortuna
Italia 1952
Regia: Aldo Fabrizi
Musiche Carlo Innocenzi e Rico Simeone
con
Aldo Fabrizi: Giuseppe Passaguai
Erminio Macario: Giocondo Diotallevi
Ave Ninchi: la signora Passaguai
Luigi Pavese: il padrone di casa
Virgilio Riento: Cosimo Pelacoccie
Marisa Merlini: contessa
Carlo Delle Piane: Pecorino il figlio di Giuseppe
Carlo Rizzo: Ingegner Salomone
Giovanna Ralli: Marcella la figlia di Giuseppe
Giancarlo Zarfati: Gnappetta il piccolo dei Passaguai
Pietro De Vico: autista
Nino Pavese: L'uomo interessato all'acquisto del terreno
Lia Reiner: Vera moglie di Giocondo
Bruno Corrà: Nando il figlio di Giocondo
Alfredo Rizzo: giornalista
Alessandro Tedeschi: giornalista
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