Il ricco, il povero e il maggiordomo
G iacomo, un agiato uomo d'affari ha appena investito tutto scommettendo sui titoli ad alto rischio dello stato africano del Burgundi. Sempre di fretta e al grido che il tempo è denaro, ordina al fido autista e maggiordomo Giovanni, di prendere un senso vietato per accorciare i tempi nel traffico milanese. Non l'avesse mai fatto, perché di lì a poco investe Aldo, un ambulante abusivo che correva all'impazzata cercando di sfuggire ai vigili urbani che lo rincorrevano. Lo portano nella lussuosa villa e per evitare grane, Giacomo gli offre mille euro a tacitazione reclami, somma che Aldo non ha mai visto e che accetta ben volentieri. Li avrà l'indomani i soldi, ma a complicare tutto arriva un colpo di stato in Burgundi e tutto il capitale investito da Giacomo va in fumo in un amen. La moglie lo lascia portandosi il figlio Giangiacomo Jr. dai suoi, mentre in breve tempo vede dissolversi attorno tutto il suo mondo. Villa requisita come pure la macchina e via dicendo, con Giovanni che vorrebbe il suo "tesoretto" frutto di anni di lavoro e che gli aveva consegnato per farlo fruttare. Come pure Aldo che vede sfumare il sogno di comprarsi una licenza e una bancarella tutta sua. E' tuttavia l'unico con una casa, anche se modesta e una madre su cui contare per i bisogni giornalieri e si offre di ospitarli anche perché Giacomo è convinto che in breve si rifarà di tutto. Ma la convivenza è difficile e il tempo passa infruttuoso, finché a Giacomo non viene l'idea di spacciare il goffo Aldo per un ricco petroliere azero e ottenere un prestito, in grado di farlo ripartire, dall'amica bancaria Assia. Serve solo un uomo che le dia l'impressione di essere veramente ricco e amico di Giacomo, al punto da esserne garante, oltre che focoso a letto. Ma Aldo, ossessionato dalla sua Angelica che lo ha lasciato sull'altare il giorno delle loro nozze, è un fiasco completo e l'affare salta. E pensare che Giovanni aveva fatto rientrare dal Venezuela la sua Dolores con l'intenzione di sposarla e adesso non sa più come fare. Ma ecco che Giacomo ricorda di avere una rarissima copia di un manoscritto di Ungaretti pagato 40 mila euro e rivendendolo può senz'altro far fronte alle incombenze presenti. Il ricavato è poco tuttavia, ma con alcuni espedienti e l'aiuto dei ragazzini dell'oratorio che Aldo allena con scarsi risultati a giocare al calcio, ecco che la cerimonia si effettua, con Don Amerigo che celebra il funerale della madre di Aldo e subito dopo il matrimonio di Giovanni. Li rivediamo un anno dopo alle prese con una bancarella di abbigliamento dove Aldo imbonisce e vende la mercanzia che Giovanni aggiusta per le clienti con una vecchia macchina per cucire, mentre Giacomo conta i soldi e lo sbarco in franchising in Via Monte Napoleone nel quadrilatero della moda.
Come spesso succede col trio, non si riesce a gustare un loro film così come avviene con i loro spettacoli teatrali o televisivi, colpa di trame che non convincono mai appieno e che normalmente sfuggono di mano dopo inizi abbastanza buoni e promettenti. Pur bravi e divertenti con gags che strappano risate, hanno al cinema un punto debole che è ormai evidente trovare nella trame e sceneggiature dei loro film.
Il ricco, il povero e il maggiordomo
Italia 2014
Regia: Aldo, Giovanni & Giacomo e Morgan Bertacca
Musiche Marco Sabiu
con
Aldo Baglio: Aldo l'ambulante
Giovanni Storti: Giovanni il maggiordomo
Giacomo Poretti: il Dott. Giacomo Maria Poretti
Giuliana Lojodice: Calcedonia
Francesca Neri: Assia
Sara D'Amario: Camilla
Massimo Popolizio: Don Amerigo
Rosalia Porcaro: Samantha
Guadalupe Lancho: Dolores
Giovanni Esposito: poliziotto dell'aeroporto
Christian Ginepro: burocrate
Chiara Sani: Luana
Lorenzo Covello: Cristian
Abdoulaye Ndiaye: Babatunde
Alessandro Bendinelli: Giangiacomo Jr.
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati