Il coraggio
L' aitante Commendator Paoloni vanta di aver salvato dalle acque del Tevere almeno due dozzine di persone che altrimenti sarebbero morte. Pluridecorato al valor civile, Aristide Paoloni è proprietario della omonima manifattura tessile e seriamente candidato alle prossime elezioni politiche. L'ultimo salvataggio, il 25° appena compiuto, sembra proprio giocargli la giusta pubblicità per battere il suo concorrente in volata. Ma Gennaro Vaccariello, appena dimesso dall'ospedale, si reca dal commendatore con una strana richiesta. Siccome lo ha salvato adesso deve provvedere per lui e visto che gli ha ridato una nuova vita deve diventare suo padre da lì in poi. Sulle prime il commendatore si infuria ma poi consigliato dal suo amministratore, il ragionier Rialti, decide di accoglierlo in casa, almeno fino alle elezioni, in modo da apparire in pubblico non solo come salvatore ma anche benefattore di un poveretto che voleva farla finita con la misera esistenza che conduceva. La convivenza non è certo facile anche perché Gennaro in breve si porta appresso la sua numerosa famiglia; sei figli e il suo anziano cognato ex bersagliere e un po' picchiatello, fratello di sua moglie che è morta. Nonostante l'avversione della signora Paoloni, il povero commendatore deve accettare la nuova situazione creatasi a casa sua, dove l'unica a non preoccuparsi sembra sua figlia Irene che alle amicizie snob che solitamente frequenta, sembra col tempo interessarsi al più concreto Raffaele, primogenito di Gennaro. L'ospite, come dice il proverbio, dopo tre giorni puzza come il pesce e sembra arrivato il momento di sbaraccare perché il povero Paoloni sembra seriamente intenzionato a chiamare la Questura anche a costo di rimetterci in politica o addirittura personalmente. Ma Gennaro ha un'arma segreta, che da un bluff che doveva essere, ha in breve tempo assunto la consistenza di una costosa amante che il commendatore tiene nascosta. Questi non può che fare un passo indietro e soprassedere, mentre attorno sembra tutti andargli per il verso storto, maledetto il giorno in cui l'ha salvato! Anche l'azienda sembra andare in malora vicino al fallimento dato che non si riesce a prendere più un appalto pubblico. Ma ecco che il buon Gennaro pieno di inventiva e ormai al corrente di molte cose che avvengono nel mondo del Paoloni, dapprima con un trucchetto, spacciandosi per un focoso e ricco amante latino in cerca di moglie, si sbarazza dell'amante Susy recuperando qualche milione che il Paoloni le aveva donato, per poi smascherare nel ragionier Rialti il traditore che al soldo della concorrenza, svelava il valore che il suo datore di lavoro intendeva mettere in busta. Quando la concorrenza apre la busta e il Paoloni sente l'offerta minore della sua, pensa che è tutto finito e ritorna a casa con l'intenzione di togliersi la vita. Ma Gennaro aveva manomesso la busta e origliando la telefonata dell'infedele ragioniere, aveva corretto l'offerta così da vincere l'appalto. Pertanto torna a casa precipitosamente per informare il Paoloni della vittoria e giusto in tempo per fermarlo dall'insano gesto. Felice per la positiva conclusione delle sue traversie professionali e sentimentali, il Paoloni è talmente grato a Gennaro che lo vuole come socio in azienda e molto presto saranno consuoceri visto l'amore che è sbocciato tra i loro figli.
Commedia di straordinaria fattura giocata con leggerezza ma anche piglio su temi delicati come appunto il suicidio e il successivo coinvolgimento di chi l'ha sventato senza che nessuno, o quanto meno l'interessato, ne avesse chiesto l'intervento. Al Totò infatti che pretende, si oppone magistralmente Gino Cervi che tuttavia dovrà abbozzare per via di segretucci inconfessabili, il piano Sansone di Totò, ovvero morire insieme a tutti i Filistei. Gli va bene invece, ma poi ha il grande merito di salvare a sua volta il suo salvatore in una girandola di emozioni fino al lieto fine. Grandissimi i due protagonisti e non di meno gli altri comprimari, alcuni con altre piccole storie parallele ma che aggiungono valore alla commedia in generale.
Italia 1955
Regia: Domenico Paolella
Musiche Carlo Savina
con
Totò: Gennaro Vaccariello
Gino Cervi: Comm. Aristide Paoloni
Gianna Maria Canale: Susy Esposito l’amante del Paoloni
Irene Galter: Irene
Gabriele Tinti: Raffaele
Paola Barbara: Anna
Leopoldo Trieste: ragionier Rialti
Ernesto Almirante: Salvatore
Bruna Vecchio: segretaria
Anna Campori: Ginevra la domestica di Susy
Gianni Partanna: il giovane amico "snob" di Irene
Gina Amendola: cameriera di casa Paoloni
e con
Lucia Brusco
Nino Nini
Sandro Pistolini
Anna Maria Luciani
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