Surcouf, l'eroe dei sette mari
S urcouf, tenentino fresco di nomina, non riesce ad ottenere la mano di Maria Cristina sua promessa sposa e follemente innamorata di lui. Vuoi per il padre di lei che lo vede non pronto a mantenersi una famiglia e anche per le mire che un ricco ufficiale, Andre Chambles, ha sulla sua ragazza, forte della preferenza paterna. Così Robert Surcouf lascia Saint-Malo per i mari esotici e caldi dell'equatore. Qui conta di ottenere una licenza da corsaro per guadagnarsi quei soldi che gli permetterebbero di tornare in patria ricco e in grado di coronare i suoi sogni. Contravvenendo agli ordini delle autorità che gli consentono soltanto di navigare e di difendersi in caso di attacchi, egli rompe gli indugi e assalta in poco tempo tre navi inglesi e una della Compagnia delle Indie, ricavandone un gran bottino e una fama immediata. Per fare in modo di spartire il bottino come premio promesso ai suoi uomini, contro le riluttanze del Governatore locale, è costretto a rientrare in patria per avere quello che gli spetta. Il suo rivale in amore tenta di farlo ammazzare e impedisce alla sua ragazza di partire con lui, che nel frattempo a Parigi, ha ottenuto una nuova nave e la sospirata licenza di Corsaro con i gradi di capitano. E nonostante sia in atto un periodo di non belligeranza tra Francia e Inghilterra, lui continua la sua guerra di corsa personale che lo vede arricchirsi e trovare l'amore nella sensuale Margaret Carruthers, convinto che la sua Cristina non abbia voluto partire con lui. Ma quando scopre che la ragazza era stata impedita a raggiungerlo per un rapimento ordito dal suo rivale in amore, Surcouf mette le ali alla sua nave e, anche se inseguito da una potente nave da guerra inglese, riesce a giungere in patria, regolare i conti col perfido rivale e sposare la sua amata Cristina.
Per stessa ammissione postuma del protagonista Gerard Barray, sembra che il regista accreditato Sergio Bergonzelli non abbia girato nemmeno un metro di questa pellicola, sostituito di fatto e per tutto da Roy Rowland che è anche uno dei produttori. Normalmente le produzioni del genere piratesco europee difettavano rispetto a quelle americane per ovvi motivi di budget e anche in questo caso si nota la penuria dei mezzi e i campi stretti per mascherare un po' le cose. Tuttavia gli interpreti sono bravi, molte le comparse e i costumi di scena usati, con interni buoni e qualche campo lungo su velieri piuttosto convincente. Gerard Barray è uno spadaccino nato e quindi attore adatto al tipo di ruolo e genere cinematografico e lo abbiamo già apprezzato in Le armi della vendetta qui nel blog. Nota finale per Antonella Lualdi che manco a dirlo è bellissima, anche se in ruolo che non la vede protagonista assoluta.
Italia, Spagna, Francia 1966
Regia: Sergio Bergonzelli - Roy Rowland
Musiche Georges Garvarentz
con
Gerard Barray: Capitano Robert Surcouf
Antonella Lualdi: Margaret Carruthers
Terence Morgan: Lord Blackwood
Geneviève Casile: Maria Cristina
Armand Mestral: Capitano Fell
Gérard Tichy: Kerhan
Alberto Cevenini: Garneray
Giani Esposito: Napoleon
Antonio Molino Rojo: Andre Chambles
Gonzalo Esquiroz: Capitano Toward
Tomas Blanco: Ammiraglio Decrees
George Rigaud: Ministro della Marina
Rossella Bergamonti: Louise
Monica Randall: Josephine
Frank Oliveras: Nicolas Surcouf
Aldo Sambrell: nostromo La Bombarde
Mariano Vidal Molina: Chamblais
José María Caffarel: Blaise padre di Maria Cristina
e con
Víctor Israel
Francisco Tuset
Luis Barboo
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