The American
D i buono c'è la pubblicità provvidenziale venuta a dare ossigeno ad una zona colpita duramente da un terremoto devastante. Almeno per quanto si può leggere in giro. Di sicuro il quasi sconosciuto regista Anton Corbijn, mette in mostra le sue qualità di fotografo, professione in lui prevalente, riprendendo luoghi suggestivi con inquadrature stupende, aspettando pazientemente i momenti in cui la natura dà il meglio di sé stessa, catturandola come solo un fotografo esperto sa fare. In questo l'Abruzzo è meraviglioso con i suoi paesini abbarbicati sulle montagne, i suoi fiumi e i vasti altopiani dove la vita sembra scorrere fermando il tempo. Jack si è rifugiato in questo angolo sperduto di paradiso, trovato per lui dal collega e committente Pavel, dopo che in un analogo e isolato posto della Svezia era stato scovato da un paio di sicari. Lui, killer professionista, li aveva eliminati ma era dovuto scappare e qui, nel tranquillo paesino di Castel del Monte, deve far perdere le sue tracce e al tempo stesso occuparsi di un nuovo incarico affidatogli da Pavel: costruire un fucile di precisione silenziato per una donna che dovrà usarlo, oltre a fabbricarle una ventina di cartucce particolari. Lei, Mathilde, donna affascinante e misteriosa prende i primi contatti con Jack nel paesino dove lui si finge fotografo americano attratto dai paesaggi che poi pubblica su riviste specializzate. Insieme si accordano per le caratteristiche che dovrà avere l'arma, dal peso e rinculo adeguate ad una donna. Come pure alla gittata e precisione del tiro che avranno modo di sperimentare, nei vari viaggi che la donna compie per venire da lui, usandola in luoghi appartati fino a testata e completa efficacia. Jack o Edward, come si fa chiamare in paese ha anche allacciato una relazione con Clara, prostituta locale, con la quale è andato oltre il normale rapporto sessuale iniziale, innamorandosene e venendo ricambiato dalla ragazza. Ma il passato non si può cancellare e grazie alla sua estrema prudenza e preparazione, quasi si aspettasse di venire di nuovo scoperto, riesce a sventare l'agguato di un altro killer, uccidendolo a sua volta. Stanco e sfiduciato fa sapere a Pavel che consegnato il fucile lui chiuderà con quel lavoro e sparirà per sempre. Smontato e nascosto in una valigetta viene consegnato a Mathilde che lo paga e se ne va ma con un fare che insospettisce Jack. Con i soldi ricevuti si incontra con Clara durante una processione caratteristica e la invita bruscamente ad aspettarlo vicino al fiume dove hanno passato tanti momenti insieme. Le dà i soldi e le dice che la sposerà ma deve assolutamente abbandonare quel luogo. Subito dopo scampa per miracolo ad un colpo di fucile, lo stesso che aveva meticolosamente costruito e che Mathilde dall'alto del campanile imbraccia contro di lui. Prontamente le spara e in punto di morte la donna gli rivela che lavora per lo stesso suo committente. Pavel è in paese e i due si cacciano febbrilmente tra i vicoli del paesino dove Jack prevale ma colpito all'addome, riesce a raggiungere in auto il luogo dove Clara lo aspetta, spirando tra le sue braccia. Mai destino fu più crudele e film più lento e noioso di questo.
Tuttavia, vista la splendida fotografia descritta in apertura e che documenta paesaggi bellissimi, il film va visto per George Clooney in grado di reggere con la sua espressività la lenta elaborazione della trama e soprattutto per la bellissima Violante Placido, il cui fisico statuario - letteralmente - si lascia apprezzare "come mamma l'ha fatta". E detto tra noi l'ha fatta proprio bene. Naturalmente è anche brava e convincente nella recitazione, dote questa, merito sicuro dei geni paterni.
Stati Uniti, Italia 2010
Regia: Anton Corbijn
con
George Clooney: Jack / Edward
Violante Placido: Clara
Johan Leysen: Pavel
Thekla Reuten: Mathilde
Paolo Bonacelli: Don Benedetto
Filippo Timi: Fabio
Irina Björklund: Ingrid
Anna Foglietta: Anna
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