È permesso Maresciallo?
Un affresco gustoso di un Italia tipicamente rurale del dopoguerra con il paesino sperduto del centro Italia, la gente semplice, le persone di riferimento nel sindaco e la sua giunta, il maresciallo dei carabinieri di fresca promozione e il bar come centro di aggregazione. Manca il parroco ma ne fa più che degnamente le veci il notaio con una personale lotta all'immoralità e alla facilità di costumi che l'arrivo della procace Carmelina, una splendida Giovanna Ralli, ha portato in paese. Lei è stata assunta da Percuoco, Peppino De Filippo, un muratore arricchitosi in Francia e tornato in paese per sistemarsi. Carico di soldi e non più giovanissimo è seriamente invaghito della giovane barista Maria che naturalmente lo respinge essendo a sua volta innamorata dell'imbranatissimo Maresciallo della locale stazione dei Carabinieri. Percuoco per farla cedere ha aperto un bar ultra moderno con tanto di Juke-box nella stessa piazzetta e ha assunto la bellissima Carmelina come cameriera in grado di attirare tutti gli uomini del paese nel suo bar essendo le donne ancora lontane da un'emancipazione che permetta loro di uscire la sera come i mariti. Non pago, Percuoco ha anche acquistato il palazzo del bar di Maria che è costretta a pagargli l'affitto e con la quasi assenza di clienti è in procinto di capitolare alle avances del Percuoco. Un aiuto finanziario le viene offerto dal Maresciallo che è ancora lungi dal dichiararle il suo amore anche perché il regolamento vieta che un comandante possa innamorarsi di una del luogo nel quale opera. Un altro aiuto le viene dalla "crociata" che il misogino notaio sta portando contro la licenziosità di quel luogo e della sua avvenente cameriera riuscendo ad aizzare le mogli del paese contro i loro mariti "sporcaccioni" che passano le serate nel nuovo bar. Riuscirà nel solo intento di apprezzare anche lui le grazie femminili di Carmelina sposandola, mentre il Maresciallo con accento veneto, trasferito in un altro paese dal suo comando, partirà in corriera con la sua amata Maria. E Percuoco? Niente paura non è rimasto col "cerino in mano" e si è sistemato con una sua vecchia fiamma dimenticata di un paesino vicino e che incontratala fortuitamente ha saputo risvegliargli l'antica passione. Tutto è bene quel che finisce bene per i protagonisti, mentre per quell'Italia semplice sembra che le cose siano andate decisamente peggio. Tra le tante belle canzoni si ricorda la famosissima Tuppe, tuppe Marescià che è sottotitolo e spunto per il film.
Tuppe-tuppe marescià
Italia 1958
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche: Carlo Savina
con
Roberto Risso: Maresciallo Pietro Stelluti
Lorella De Luca: Maria
Peppino De Filippo: Percuoco
Giovanna Ralli Carmelina
Aroldo Tieri: il notaio Angelino Angelucci
Vittoria Crispo: Mariannina
Maria Paris: Ninetta
Nino Vingelli: il postino
Arturo Bragaglia: il sindaco
Memmo Carotenuto: Brigadiere Baiocchi
Jole Fierro: Rosina
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