Django il bastardo
Django è un fantasma, uno spettro che si aggira nel paese di Desert City piantando croci con i nomi di chi sta per morire sotto i suoi colpi. Freddo e risoluto vuole vendicarsi degli ufficiali che tradirono il suo reparto sudista durante la guerra civile facendo trucidare tutti i suoi compagni nel sonno. Resta solo il maggiore Rod Murdock che col fratello pazzoide e una schiera di scagnozzi tiene in pugno l'intero paese, dopo l'uccisione dello sceriffo. Alle prime avvisaglie del pericolo che incombe su di lui, Murdok non esita ad arruolare altra gentaglia disposta, dietro lauto compenso, a dare la caccia al misterioso vendicatore. Ad uno ad uno e in vari agguati e duelli costoro vengono ammazzati da Django e i pochi superstiti vogliono mollare tutto vista la pericolosità del soggetto, scatenando le ire del maggiore che non esita a far fuoco su quelli che considera solo codardi. Per isolare il terribile pistolero arrivano pure a scacciare tutti gli abitanti per avere l'intero paese sotto controllo setacciando casa per casa, chiesa e fienili inclusi. L'esodo è ben ripreso dal regista Garrone che rende nello spettatore l'impressione di trovarsi di fronte al famosissimo quadro "quarto stato" di Pellizza da Volpedo. Ma è solo un attimo. Se pur braccato e anche ferito, Django riesce ad eliminare gli ultimi fedelissimi del maggiore e in un finale struggente a piantare l'ultima croce con su scritto il nome di Rod Murdok dove quest'ultimo cadrà sotto i colpi dell' infallibile e velocissima colt di Django. Un cult del genere con il nostro protagonista Antonio De Teffè co-sceneggiatore e co-produttore di questa pellicola tra le migliori col personaggio Django e che sembra abbia ispirato Clint Eastwood nel suo "lo straniero senza nome". Per tacere dell'impulso dato alla stanca economia di tanti artigiani falegnami rivitalizzati da cospicui ordinativi di croci, targhe di legno e casse da morto.
Django il bastardo
Regia: Sergio Garrone
con
Anthony Steffen: Django
Paolo Gozlino: Rod Murdok
Rada Rassimov: Alida Murdok
Luciano Rossi: Jack Murdok
Teodoro Corrà: Williams
Jean Louis: Howard Ross
Carlo Gaddi: Brett
Thomas Rudy: Rowland
Western gotico di Garrone che tramuta l'abituale fissità di Steffen, una volta tanto, in valore aggiunto, dato che la maschera dell'attore brasiliano si rivela perfettamente funzionale al mistero che grava sul suo personaggio. Così, paradossalmente, alcuni dei difetti del film si trasformano in pregi che gli conferiscono un fascino bizzarro e uno status di piccolo culto. Difficile poi resistere alla tentazione di notare delle somiglianze fra il film di Garrone e - si parva licet - Lo straniero senza nome di Clint Eastwood......
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