I tre banditi
Interprete principale e regista di consumata esperienza e bravura per un western atipico, di introspezione psicologica e poca, pochissima azione. Andando contro le critiche positive che accompagnano il film devo confessare che mi aspettavo molto di più in termini di movimento e dinamiche tipiche del genere e invece ne ho riscontrato una frustrante staticità. Da un lato è un film da vedere, se non altro per le splendide e assolate rocce e canyon dell'Alabama Hills nel deserto di Lone Pine in California, ma dall'altro deluderà tutti quelli che si aspettano sparatorie e cazzotti in quantità o almeno in linea con i canoni tradizionali .. . Pat Brennan, Randolph Scott, è un ranchero che si è messo in proprio, vuole anche coltivare la terra e si reca dal suo ex-datore di lavoro per acquistare un toro. Sulla strada si ferma ad una stazione di posta per abbeverare il cavallo e promette al figlio del proprietario di comprargli dei lecca-lecca in città. Cosa che fa oltre a perdere il suo cavallo scommettendo che riuscirà a cavalcare il toro che voleva. E così a piedi riprende la via di casa in un infuocato deserto e con la sella sulle spalle e i lecca-lecca ancora impeccabili nel taschino della sua camicia madida di sudore.
Passa la diligenza e a cassetta c'è il suo vecchio amico Rintoon, Arthur Hunnicutt, uno dei miei caratteristi preferiti che lo fa salire nonostante il fastidio che la cosa reca ai due piccioncini in luna di miele che hanno noleggiato la carrozza. Ma una volta giunti alla stazione vengono aggrediti e disarmati da tre banditi che ammazzano il vecchio conducente. Hanno già eliminato padre e figlio e accortisi che la diligenza non è il postale da derubare vorrebbero eliminarli e gettarli nel pozzo con gli altri. Mentre la donna viene mandata in cucina per preparare qualcosa da mangiare, il marito, per salvarsi la vita , confida al terzetto che la moglie è figlia di un ricco proprietario di miniere e che pagherà senz'altro un cospicuo riscatto se lo lasceranno andare ad avvisarlo dell'accaduto. Per loro è senz'altro l'occasione della vita: un bel riscatto al posto di una modesta rapina. E così mandano il marito accompagnato da uno di loro a prendere accordi e il film si incanala nell'attesa in un confronto psicologico tra i due prigionieri e i loro aguzzini. Chink, il sanguemisto, Henry Silva, vorrebbe ammazzarli, specie il ranchero, mentre Usher, Richard Boone, il Lassiter di Rio Conchos, è attratto dalla personalità pulita e forte di Brennan. Lui considera i suoi compari delle bestie e avrebbe anche lui sognato una vita diversa, con una casa sua e del bestiame, ma le cose erano andate diversamente. L'indomani ritornano i due con la promessa del padre che porterà i soldi nel luogo convenuto: 50.000 dollari. Il vile marito si offre di ritornare per indicare la strada al suocero e fatto cenno di andarsene viene freddato alla schiena. La moglie è disperata ma anche avvilita dal tradimento ed è ormai convinta che lui l'abbia sposata solo per denaro. Il giorno dopo il capo banda si reca nel luogo convenuto per prendere il denaro e allora Pat gioca le sue carte insinuando tra i 2 rimasti che forse se la squaglierà lasciandoli a mani vuote. Così Chink si mette sulle sue tracce e Pat subito dopo riesce ad avere la meglio dell'unico rimasto. Ma lo sparo fa ritornare sui suoi passi il mezzosangue che viene a sua volta accolto da una scarica di pallettoni stramazzando al suolo. Quando il capo ritorna all'accampamento viene sorpreso e disarmato ma lui sa che Pat, uomo onesto e morale, non gli sparerà mai alle spalle e così avviene. Lui sale a cavallo e non appena voltato l'angolo imbraccia il fucile che aveva nella sella e ritorna alla carica, deciso a riprendersi i soldi e regolare definitivamente i conti. Anche per lui sarà la fine. Film col freno a mano tirato, principalmente adatto agli amanti degli sconfinati paesaggi americani. Doppiaggio del periodo d’oro del cinema italiano con alcuni tratti in lingua originale sottotitolata.
sei la treccani del western ...
RispondiElimina