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Scuola di ladri
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Tre buoni a nulla che campano di espedienti o con lavoretti, Dalmazio, Amalio e Egisto si scoprono cugini quando vengono convocati da un misterioso zio nella sua lussuosa villa. Lui si presenta come lo zio Aliprando Siraghi e siccome è immobilizzato in una sedia a rotelle, essendo un ladro internazionale di molta esperienza, ha bisogno di loro tre per portare a termine una serie di colpi e spartirsi il bottino in parti uguali. Il 50% a lui e il rimanente diviso tra loto tre che essendo anche tardi di comprendonio e visto che la cifra totale si aggira attorno ai sei miliardi, accettano di buon grado. In fondo un miliardo a testa, dei tre a loro spettanti, sono un bella fortuna. Non resta che addestrarsi per poi passare all'azione. Ma già dai primi rudimenti emerge tutta la loro goffaggine nelle più semplici operazioni che un ladro dovrebbe saper fare ad occhi chiusi. Tuttavia nonostante ripetuti fallimenti e legnate ricevute riescono a darsi una messa punto più che discreta, iniziando la loro attività. Ma al primo colpo in un ingrosso di abbigliamento vengono catturati dalla polizia grazie a una soffiata e si fanno sei mesi a Regina Coeli. Usciti vengono a sapere dallo zio che è stato proprio lui a farli catturare di modo che la prigione li rendesse duri e consci di non fallire in quelli che saranno colpi ben più difficili e lucrosi se portati a termine. Così, anche se piuttosto arrabbiati e contrariati, i nostri si mettono all'opera e iniziano a conseguire i primi convincenti risultati e una inaspettata alleata in Marisa Padovan, una colf che doveva essere circuita per rubare ai suoi padroni. Lei si dimostra più furba dei tre anche se, attratta da Egisto, lo sposa durante una "pausa lavorativa". Egisto però non dovrà consumare fino al compimento del furto più difficile che consiste nello svaligiare la blindatissima Gioielleria Van Cleef. Nonostante un allarme fatto scattare maldestramente da Amalio, i nostri riescono a scappare col malloppo per poi brindare nella villa dello zio allo splendido risultato e alla spartizione finale. Lo champagne scorre a fiumi e lo zio sembra agevolarli a bere promettendo che appena il ricettatore lo avrà pagato, dividerà con loro i miliardi pattuiti. Ma i tre si risvegliano dopo 5 giorni nella villa completamente ripulita dove ricevono da un pony una cassetta vhs che fatta partite svela loro la beffa subita da un tizio che non solo non è il loro zio ma nemmeno paralitico e per di più amante della bella Marisa che ha finto di sposare Egisto davanti a un altrettanto finto prete, trovato tra ex galeotti usciti di prigione. E' una beffa atroce per un terzetto che sembrava ormai aver preso dimestichezza con le truffe e il lavoro di ladro. Ma l'insegnamento ricevuto non sarà vano perché li rivediamo in occasione della premiazione dell'Argentina Campione del Mondo di calcio, portare in trionfo Maradona per poi rubargli la mitica statuetta d'oro.
Scuola di ladri Italia 1986
Regia: Neri Parenti Musiche Bruno Zambrini con Paolo Villaggio: Dalmazio Siraghi Lino Banfi: Amalio Siraghi Massimo Boldi: Egisto Siraghi Enrico Maria Salerno: zio Aliprando Siraghi Antonio Barrios: Franco Nero, il maggiordomo Barbara Scoppa: Marisa Padovan Corrado Monteforte: Corrado Minozzi Ennio Antonelli: finto prete Claudio Boldi: guardia Dino Cassio: guardia Larry Dolgin: Parson Robert Jr. Antonio Allocca: paziente ricoverato
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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