Gli schiavi più forti del mondo
In una remota provincia africana, il tribuno Marco Aulo è spedito in punizione per non gradire gli spettacoli orrendi che l'Imperatore Nerone allestisce a Roma ai danni dei Cristiani. Qui si scontra subito con il centurione Gaio per i metodi brutali con i quali tratta gli schiavi a lui assegnati per la costruzione di un acquedotto. Questi sentendosi messo in sottordine da Roma e non potendo più gestire i soldi assegnati per la costruzione dell'opera, escogita un piano per liberarsi dell'ingombrante e non gradita presenza del nuovo comandante. Sfruttando il malcontento degli schiavi, specie del loro più indomabile esponente Balisten, un forzuto al quale lo stesso Marco ha salvato la vita da una punizione orribile, li libera dalle catene e fa evadere addossandone la colpa su Marco presso il Procuratore della Regione Lucio Terenzio. Questi appresa la notizia della ribellione dovuta ai metodi più umani di Marco non può che ordinarne l'arresto incolpandolo della morte di tutta la guarnigione a lui assegnata. Nemmeno Claudia, la figlia del procuratore e fidanzata di Marco potrebbe salvarlo dalla sorte ormai segnata, pertanto l'uomo si libera dalle guardie e scappa venendo però ferito. Intanto gli schiavi ribelli sono stati quasi tutti ripresi e crocefissi lungo l'unica via che porta al mare e da dove Balisten, con alcuni fidati e forzuti amici, tenta di imbarcarsi per fuggire per sempre da quella zona. Ad Aristea la cittadina sul mare da dove tentare di prendere il largo, Balisten ha soccorso Marco al quale deve la vita e nonostante l' avversità dei suoi amici lo difende e tiene con loro. Marco saprà ripagarli al momento opportuno. Intanto un loro amico Efrem, caduto però in disgrazia e non potendo, secondo i loro piani, donargli i denari per un passaggio nave, gli suggerisce di formare un gruppo di gladiatori indipendenti e sfidare nell'arena quelli ufficiali dei vari potenti del luogo. Grazie alla loro abilità potranno senz'altro guadagnare in breve tempo i denari necessari all'espatrio. Per non essere riconosciuti porteranno una maschera di lupo e si faranno chiamare i Gladiatori Testa di Lupo. Ben presto acquisteranno una fama importante grazie alla loro bravura e al momento opportuno aiuteranno Marco a sventare un piano di Gaio volto a spodestare Lucio Terenzio. Questi grato e appresa la verità grazie alla testimonianza degli schiavi, concederà loro la libertà e la mano di sua figlia al raggiante Marco Aulo pienamente riabilitato.
Buon esempio di peplum che trae spunto dal ben più importante Spartacus e che si avvale di un buon cast con tanti caratteristi adatti ad ogni impiego nella florida industria cinematografica del tempo. Buoni i protagonisti con inversione di ruoli buono-cattivo per Gordon Mitchell e Giacomo Rossi Stuart, convincenti scene di massa al pari di interni e costumi e con la gradita partecipazione dell'unica interprete femminile ma di grande bellezza che risponde al nome di Scilla Gabel.
Gli schiavi più forti del mondo
Italia 1964
Regia: Michele Lupo
Musiche Francesco De Masi
con
Roger Browne: Marco Aulo
Gordon Mitchell: Balisten
Arnaldo Fabrizio: Golia
Scilla Gabel: Claudia
Aldo Pini: Traidor
Alfredo Rizzo: Efrem
Giacomo Rossi Stuart: Gaio
Carlo Tamberlani: Lucio Terenzio
Germano Longo: Lucio Emilio
Alfio Caltabiano: un Gladiatore
Calisto Calisti: Selim
Pietro Ceccarelli: un Gladiatore
Mario Novelli: un Gladiatore
Nello Pazzafini: un Gladiatore
e con
Aldo Pedinotti
Adriano Vitale
Luciana Vincenzi
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