47 morto che parla
A ntonio Peletti, avarissimo barone ha ottenuto il certificato di indigenza dal piccolo comune campano dove risiede. E dire che ha ricevuto e custodisce gelosamente una cassetta in eredità dal defunto padre che contiene gioielli e Luigi d'oro di grandissimo valore. Nel testamento veniva disposto tassativamente che metà del valore fosse destinato alla costruzione di una scuola in paese e l'altra passasse al nipote Gastone, figlio del Barone Antonio. Ma questi continua a negare di averla mai ricevuta e a nulla valgono le reiterate proteste del sindaco affinché possa entrare in possesso della parte destinata alla scuola. Per di più continua imperterrito a vivere di espedienti risparmiosi, sfruttando e mortificando il povero Gondrano, suo giovane domestico, e quanti giornalmente si trovano ad affrontarlo, dal macellaio fino al farmacista che gli prepara le cartine per i continui problemi allo stomaco. Proprio questo suggerisce un piano diabolico agli amministratori cittadini, ovvero somministrare un sonnifero al Barone e fargli credere di averlo avvelenato così da indurlo a rivelare in punto di morte il nascondiglio della cassa con i preziosi. Ma questi seppur spaventato non cede addormentandosi e allora si rende necessaria una messa in scena, trasportandolo nei vicini campi sulfurei dove al risveglio crede di essere morto con altre anime che, opportunamente addestrate, si comportano come tali obbedendo al richiamo di una potente voce che proviene dall'alto. Con un megafono il sindaco nascosto impartisce ordini e il povero Barone credendosi morto per essere perdonato dei suoi peccati accetta di svelare il nascondiglio, peraltro nel frattempo scoperto dal figlio Gastone che con la sua Rosetta è volato a Napoli in treno per sposarsi e regolarizzare con il notaio il disposto testamentario. Così quando il Barone scopre di essere stato raggirato e derubato, finge di morire per poi uscire di notte e terrorizzare quanti lo derisero. Tra queste la soubrette Marion Bombon, che si era prestata come "spirito guida" a condurre il Barone nel luogo del tesoro per salvarsi l'anima, sta per volare letteralmente via da lì a bordo del pallone aerostatico del Colonnello Bertrand de Tassigny con direzione Parigi e Folies Berger dove il suo talento verrà valorizzato. Ovviamente ha concupito il Barone che le ha appena recuperato la cassa che crede sia piena di oro, mentre in realtà contiene pietre dopo che suo figlio ne ha rimpiazzato il contenuto e con un balzo felino si è aggrappato al cesto della mongolfiera. Con il terzo imprevisto a bordo adesso si rischia di precipitare e a nulla valgono i tentativi di liberarsi di ogni carico superfluo, dai vestiti compresi alla cassa d'oro ovviamente e nonostante le suppliche e la tenace resistenza del povero Barone. Si precipita inesorabilmente verso la Sardegna e tempo dopo al paesello si festeggia con la cittadinanza la inaugurazione della scuola e si commemora l'uomo che "morì" addirittura due volte per far si che tutto questo si realizzasse e in suo onore viene scoperto un busto. Quand'ecco che appare un asinello con in groppa uno strano individuo in costume e dialetto sardo; è lui, il Barone Antonio Peletti, redivivo e immediatamente acclamato e osannato dalla folla nel finale di questo divertente film.
Come sempre con Totò il divertimento e la risata sono d'obbligo. Con lui stavolta oltre alle solite grandi spalle come Carlo Croccolo e Mario Castellani, uno stuolo di ottimi comprimari e divine presenze femminili: il fisico della splendida Silvana Pampanini, la soubrette Marion Bombon e la voce di Tina Lattanzi, qui nei panni della moglie del sindaco, ma per sempre nei nostri cuori per la sua celestiale voce.
47 morto che parla
Italia 1950
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Ezio Carabella
con
Totò: Barone Antonio Peletti
Silvana Pampanini: Marion Bombon
Carlo Croccolo: Gontrano il cameriere
Aldo Bufi Landi: Gastone Peletti
Adriana Benetti: Rosetta
Arturo Bragaglia: il sindaco Tiburzi
Tina Lattanzi: Susanna, la moglie del sindaco
Gildo Bocci: il macellaio
Franco Pucci: il dottore
Eduardo Passarelli: il farmacista
Dante Maggio: Dante Cartoni
Mario Castellani: Colonnello Bertrand de Tassigny
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