La freccia nella polvere
B art Laish, ricercato per diserzione dall'esercito, sta cercando di raggiungere una carovana di pionieri diretta in Oregon, con lo scopo di passare il confine e rifarsi una vita. Ma quando giunge a Camp Taylor, una stazione fortificata di sosta, la trova distrutta da quello che sembra un attacco indiano e vi trova morente suo cugino Andy Pepperis, Maggiore di cavalleria, che lo supplica di allarmare il convoglio da poco transitato, facendo appello a quanto di buono è rimasto in lui. Rasacura, capo dei Pawnee è inspiegabilmente sulle loro tracce con intenti bellicosi e dopo aver lasciato passare per anni carovane di pionieri sui suoi territori. Bart, indossa la divisa di suo cugino e ne prende l'identità, riuscendo a raggiungere il convoglio, che è scortato da un piccolo contingente di cavalleria guidato dal Tenente King e assumendone il comando, senza che nessuno possa accorgersi del cambio di persona. Solo l'esperta guida civile Crowshaw è riuscito a smascherarlo, ma viste le sue qualità di comandante e vista l'estrema situazione di pericolo nella quale versano, sta al gioco. I Pawnee infatti stanno tenendoli in scacco con attacchi repentini seguiti a ritirate e quel che è peggio, si sono alleati con gli Apache loro storici nemici, cosa che è difficile da comprendere e che costringe Bart a manovre difensive e contrattacchi in stile guerriglia, per spiazzare e rallentare gli animosi inseguitori. Ferito, come molti dei suoi uomini, riuscirà in extremis a comprendere il motivo di tanto accanimento dell'irriducibile Rasacura, in un carro del convoglio contenente armi di ultima generazione e di proprietà del losco Tillotson. Lui e gli Apache temevano che fossero destinate ai comuni nemici Sioux, per questo si erano alleati e una volta distrutte le armi, cessano immediatamente le ostilità. Laramie è ormai alle porte e Bart sa che rischia grosso, ma non può lasciare i sopravvissuti dopo averli così brillantemente condotti e, nonostante sia ormai chiara a tutti la sua identità, viene acclamato in testa al gruppo per il suo eroismo e riconosciuta la sua capacità di comando. Cosa che gli varrà l'indulgenza e il perdono delle Autorità Militari.
Ottimo western di seconda fascia e poco noto, ma che non ha nulla da invidiare ai più celebrati e indimenticabili del genere. Girato con mano sicura da Lesley Selander, si avvale, a dispetto di un cast modesto, di scenari naturali tra i più belli, dove far galoppare, oltre alla fantasia, indiani indemoniati, giacche blu e carri a briglia sciolta, tra nugoli di frecce e piombo caldo in abbondanza. Sterling Hayden non è male, ma con tutta la volontà rimane sempre un attore che non va oltre la sufficienza e si vede, in un ruolo minore da scagnozzo, il "nostro" Lee Van Cleef, ben lungi dalla notorietà che il nostro paese saprà dargli.
USA 1954
Regia: Lesley Selander
Musiche Marlin Skiles
con
Sterling Hayden: Bart Laish
Coleen Gray: Christella Burke
Keith Larsen: Tenente Steve King
Tom Tully: Crowshaw
Jimmy Wakely: soldato Carqueville
Tudor Owen: Tillotson
Lee Van Cleef: scagnozzo di Tillotson
John Pickard: sergente Lybarger
Iron Eyes Cody: capo indiano Rasacura
Carleton Young: Maggiore Andy Pepperis
Jack Ingram: caporale Demington
John Maxwell: George Owsley
Robert Bray: caporale
Sheb Wooley: soldato
Rudy Lee: il piccolo orfano
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