Brancaleone alle crociate
Sebbene ebbe minor successo del precedente anche questo capitolo sullo sgangherato eroe di Norcia è tutto da gustare e sempre con lo stesso piacere inalterato nel tempo. Qui il sempre straordinario Gassman-Brancaleone con la sua armata di reietti è diretto in Terra Santa per liberare il Santo Sepolcro ma subito deve fare i conti con gli uomini dell' Antipapa Clemente per aver inneggiato a Papa Gregorio a sua insaputa deposto. Con pochi compagni sopravvissuti alla carneficina è più che mai risoluto a continuare il viaggio anche se il suo spirito di cavaliere senza macchia e paura gli rinfaccia di non aver subito la stessa sorte dei suoi sfortunati seguaci. Di qui alla fine memorabili saranno i suoi discorsi con la Morte che, da lui invocata, è prontamente accorsa per esaudirlo. Ottiene da essa una proroga che gli consenta di concedersi a lei nel modo più glorioso possibile, ovvero salvando un innocente dalle sue grinfie. Ne salva diversi tra cui il piccolo figliolo di Re Boemondo già impegnato con le Crociate, strappandolo dalle mani del sicario alemanno Thorz che risparmiato lo segue nella missione. Altri personaggi strampalati si uniscono a lui strada facendo tra i quali una giovane e bella strega, Tiburzia da Pellocce anche detta Felicilla, che strappata al rogo si innamora di lui e lo segue accudendo il piccolo principe. Anche un lebbroso chiede di unirsi a loro per guarire del suo male in Terra Santa e, a patto che li segua a debita distanza di sicurezza, è accettato nell'armata. Altri non è che la stupenda Berta d'Avignone che dalla Francia voleva unirsi al suo amato partito con le Crociate e stanca di essere derubata e violentata in diversi parti dell'Italia, aveva deciso di adottare questo mascheramento che le dava maggior sicurezza. Brancaleone apprezzerà molto il suo disvelamento e sue forme giunoniche scatenando l'invidia della streghetta innamorata. Costei con i suoi malefici farà perdere il duello finale a Brancaleone, quando questi con le insegne della bella Berta, sta per sconfiggere l'ultimo dei Mori nel duello tra cavalieri che valeva, secondo accordi, la fine delle ostilità. Prevedevano anche il diritto di vita e di morte sugli sconfitti. Il campo cristiano è sbaragliato e Brancaleone erra nel deserto alla ricerca della strega che ha causato tutto questo. Ma anche la Morte è arrivata per prendersi un'anima e il nostro cavaliere la sfida come ultimo gesto della sua vita. La nera mietitrice pur ammettendo la singolare richiesta accetta la sfida e il nostro ben presto si accorge che essa non può essere trafitta essendo immateriale. Quando la falce sta per abbattersi su di lui ecco spuntare la strega e offrire il suo corpo alla mortale lama salvando il suo amato Brancaleone. L' Angelo della Morte è soddisfatto, la sua anima l'ha presa e può andarsene lasciando il nostro a piangere e vagare. Ma ecco che una gazza lo richiama gracchiando e, volando, si posa sulla sua spalla. E' Felicilla tornata alle sue primitive sembianze per incoraggiarlo e accompagnarlo in chiusura di questo bellissimo film.
Pur non confermate dal regista, per un cinefilo appaiono chiare le citazioni a due grandi film di altrettanto grandi registi. Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman nei dialoghi con la Morte e Simon del deserto di Luis Buñuel nello stilita Colombino.
Brancaleone alle crociate
Italia 1970
Regia: Mario Monicelli
Musiche Carlo Rustichelli
con
Vittorio Gassman: Brancaleone da Norcia
Adolfo Celi: Re Boemondo
Stefania Sandrelli: Tiburzia da Pellocce
Beba Loncar: Berta d'Avignone
Gigi Proietti: Pattume, Colombino lo stilita e La Morte
Lino Toffolo: Panigotto da Vinegia
Paolo Villaggio: Thorz il germanico
Gianrico Tedeschi: Pantaleo
Sandro Dori: Rozzone il capraio
Gianluigi Crescenzi: Taccone
Shel Shapiro: Zenone
Arnaldo Fabrizio: Cippa
Renzo Marignano: Finogamo
Augusto Mastrantoni: Papa Gregorio
Pietro De Vico: Un giudice della strega
Italia 1970
Regia: Mario Monicelli
Musiche Carlo Rustichelli
con
Vittorio Gassman: Brancaleone da Norcia
Adolfo Celi: Re Boemondo
Stefania Sandrelli: Tiburzia da Pellocce
Beba Loncar: Berta d'Avignone
Gigi Proietti: Pattume, Colombino lo stilita e La Morte
Lino Toffolo: Panigotto da Vinegia
Paolo Villaggio: Thorz il germanico
Gianrico Tedeschi: Pantaleo
Sandro Dori: Rozzone il capraio
Gianluigi Crescenzi: Taccone
Shel Shapiro: Zenone
Arnaldo Fabrizio: Cippa
Renzo Marignano: Finogamo
Augusto Mastrantoni: Papa Gregorio
Pietro De Vico: Un giudice della strega
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