La tortura della freccia
Il soldato O'Meara è passato alla storia per aver sparato l'ultimo colpo di fucile nella sanguinosa guerra tra nord e sud ad Appomattox in Virginia, quando il Generale Lee si arrese. Non sbagliava mai un colpo e non sparava mai due volte alla stessa persona, lui della fanteria della Virginia, quella volta mancò il cuore del tenente Driscoll di un paio di centimetri, quanto basta per non ammazzarlo. Per questo lo portò nel suo accampamento dove il medico sudista gli salvò la vita. Si tenette il suo cavallo e con un groppo in gola per la resa se ne tornò a casa. Incapace di accettare la sconfitta e con un sentimento di odio ancora molto forte verso gli Yankee che gli hanno ucciso padre e fratelli, decide di partire verso ovest dove spera di rifarsi una vita, lasciando la madre che lo avverte della minaccia indiana in quei territori che dovrà attraversare. Per lui non rappresentano un problema, considerandoli fieri e liberi al pari suo e migliori dell'odiato nordista. Strada facendo incontra un vecchio Sioux, Lince Grigia, della tribù degli Oglala e sulle prime non gli piace molto il fatto che costui ha servito l'esercito nordista come scout, ma in pochi giorni ne apprezza le qualità di uomo e gli insegnamenti sulle tribù e famiglie Lakota, conosciute grazie a i francesi col nome di Sioux, che nella loro lingua significa tagliagole, scannatori. Caduti in mano a Lupo Errante e al suo gruppo di giovani guerrieri, vengono messi a morte, il vecchio come rinnegato e il bianco in quanto tale. Sfruttando le loro antiche usanze, il vecchio chiede la prova della freccia che non può essere negata ad un condannato a morte. Essa consiste nel correre a piedi nudi partendo da un tiro di freccia di vantaggio e cercare di sfiancare gli inseguitori. Il vecchio sa di non farcela ma il suo giovane amico bianco può riuscirci se resterà sempre a distanza di tiro. Con i piedi sanguinanti il nostro riesce a sfuggire all'inseguimento grazie all'aiuto di una giovane squaw che lo nasconde nella sua tenda. Lei, Cerbiatta Bianca, vive sola con un piccolo orfano e muto dalla nascita e ben presto si invaghisce dell'uomo bianco. Costui si presenta al capo Bisonte Savio e chiede di diventare Sioux sia come nemico delle giacche azzurre che per aver superato la prova della freccia. Il consiglio decide favorevolmente e può prendere in sposa la sua giovane indiana mischiando con lei il sangue come da rituale. Ben presto l'esercito arriva da quelle parti e nelle trattative con gli indiani viene concordata la costruzione di un forte nel luogo più idoneo a non disturbare il flusso naturale dei bisonti fonte principale del loro sostentamento. Nuvola Rossa in persona incarica O'Meara di scortare l'esercito e i tecnici civili dove meglio riterrà conoscendo i pascoli e parlando la lingua dei bianchi. Qui ironia della sorte incontra il tenente al quale aveva sparato e salvato la vita e quest'ultimo non sembra molto riconoscente e anzi reclama indietro il suo cavallo dopo averlo riconosciuto. Ma i problemi principali li crea quella testa calda di Lupo Errante che si diverte ad infilzare i malcapitati soldati nelle retrovie. Quando poi il comandante della spedizione, persona moderata, viene a sua volta ucciso e il comando passa all’esaltato tenente Driscoll, le cose precipitano. Costui pretende, contro ogni avvertimento, di piazzare il forte in zona vietata e inizia a piantare i primi pali e un accampamento fortificato. A nulla valgono gli accorati richiami di O'Meara e Driscoll coi suoi vengono sterminati dagli indiani accorsi in numero preponderante. Anzi per lui ci sarebbe lo scorticamento e solo la pietà di O'Meara pone fine alle sue sofferenze sparandogli in piena fronte. Un vero Sioux avrebbe assistito allo strazio di un nemico senza battere ciglio, lui non sa più chi sia e da che parte stare. Per questo con la sua donna e il piccolo orfano lo vediamo abbandonare la tribù portando con sé i pochi superstiti feriti del massacro. Dovrà rifarsi una vita, con la sua donna affrontando nuove convenzioni sociali e forse anche più dure e ... la fine di questa storia può essere scritta soltanto da te .. scritta che appare nel finale, è il giusto compendio ad un bel film. Samuel Fuller produce, dirige e cura il soggetto di questo film girandolo nei magnifici scenari naturali di Snow Lake nello Utah. Stranamente positivo in un ruolo che da lui non ti aspetti Rod Steiger e perfetto, quasi un David di Michelangelo, (vedere per credere) un Charles Bronson che più indiano di così si muore, che mette in mostra un fisico da far schiattare d'invidia tutti noi uomini. Dal lato femminile la bellissima Sara Montiel che, valle a capire le donne, si innamora di un cicciobello straniero quando viveva con un bronzo di Riace. Bravissimi i due caratteristi, Jay Flippen nel ruolo della vecchia guida indiana e Frank De Kova paisà d’America che ricordiamo con affetto per la serie TV i Forti di Forte Coraggio che animava la nostra TV dei Ragazzi dell’epoca. Per ultimo si è reso necessario mettere tra parentesi anche il nome degli indiani nella versione originale per rendersi conto della troppa libertà e fantasia adottate per la loro traduzione nel doppiaggio italiano.
Run of the Arrow
Stati Uniti 1957
Regia: Samuel Fuller
con
Rod Steiger: soldato O'Meara
Sara Montiel: Cerbiatta Bianca (Yellow Moccasin)
Jay C. Flippen: Lince Grigia (Walking Coyote)
Ralph Meeker: tenente Driscoll
Charles Bronson: Bisonte Savio (Blue Buffalo)
Olive Carey: Mrs. O'Meara
H.M. Wynant: Lupo Errante (Crazy Wolf)
Brian Keith: capitano Clark
Neyle Morrow: tenente Stockwell
Frank De Kova: Nuvola Rossa (Red Cloud)
Tim Mc Coy: generale Allen
Stuart Randall: colonnello Taylor
Billy Miller: Lingua Taciturna (Silent Tongue)
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati