Sole a catinelle
C hecco è un cameriere con la fissa del Dow Jones e con concetti di economia che ha rudimentalmente appreso da clienti dell'alta finanza che bazzicano nell'albergo dove lavora. Cosa che non piace al suo direttore che vede Checco come inopportuno importunatore della sua clientela. E' sposato con Daniela, un'operaia tessile che ha appena perduto il lavoro per la chiusura della sua azienda e dalla quale sta per separarsi e per tutta risposta, decide di lasciare il suo lavoro anche lui, per cercare fortuna in quel mondo che gli sembra dorato e dalle prospettive di facile arricchimento. Non si scoraggia dopo le prime porte sbattute in faccia e riesce ad ottenere un impiego da venditore di aspirapolveri porta a porta. Ha promesso a suo figlio Nicolò, ragazzino di dieci anni e molto sveglio, che se porta a casa tutti dieci in pagella lo porterà con sé in quella che sarà una vacanza indimenticabile. Nel frattempo ha iniziato ad acquistare tutte le cose che non ha mai potuto permettersi, ripromettendosi di pagarle a rate o con mutui, quando con assegni post datati. Gli affari vanno inizialmente bene, potendo contare su un'ampia clientela composta da suoi parenti, che tuttavia alla lunga non gli permette più di sostenere le spese effettuate e tutto quello che ha nel tempo acquistato, gli viene inesorabilmente requisito, inclinando ulteriormente i rapporti con sua moglie, che impegnata in una lotta di classe contro i padroni della sua azienda, non vede di buon occhio le manie di grandezza di suo marito. Per di più arriva l'estate e la pagella finale di suo figlio che avendo ottenuto nell'anno scolastico tutti dieci, vuol riscuotere il premio promesso. Checco cerca di simulare uno stato di agiatezza economica ma il ragazzo è sveglio e si rende subito conto che la meta scelta, uno sperduto villaggio del Molise dove abita la vecchia zia Ritella, è un goffo ed estremo tentativo di suo padre, visto ormai solo come un millantatore. Cercava infatti di vendere aspirapolveri ai parenti rimasti, chiudendo un cerchio familiare, ma accorgendosi di aver raschiato il barile, dopo aver appreso dalla zia che molti erano nel frattempo morti o definitivamente emigrati all'estero. Quando sembra tutto ormai compromesso e verso un triste confronto col figlio, ecco che capita il colpo di fortuna che cambia loro la vita e la vacanza, quando conoscono la ricca Zoe, divisa da suo marito e con un figlio, Lorenzo, affetto da mutismo selettivo per via del trauma subito dalla divisione dei genitori. Con i modi strampalati di Checco il ragazzino riesce subito a parlare e a far comunella con il coetaneo Nicolò, cosa che induce la mamma Zoe a fare in modo che i due rimangano il più possibile con loro. E' l'inizio di una nuova vita in luoghi ed ambienti raffinati che nulla hanno a che vedere con il casolare fatiscente della povera e vecchia zia Ritella. Zoe è facoltosa e possiede ville in varie località tra le più rinomate e si sposta in elicottero, quando non preferisce farlo con il suo lussuoso yacht. Checco da parte sua non è per nulla impressionato da quel mondo e dai personaggi di livello che lo frequentano, anzi è uno stimolo alla sua cafonaggine che vorrebbe raggiungerlo, riuscendo però con i suoi modi solo a scimmiottarlo malamente. Le sue imprese arrivano addirittura ai TG nazionali, ma quando il tutto può seriamente compromettere il suo rapporto con la moglie, decide che è ora di tornare a casa, col rammarico che alla sconsolata Zoe, triste per la sua partenza, poteva almeno averle dato una bottarella. Ed era quello che anche lei voleva in fondo.
Checco, tamarro più che mai, cura soggetto e sceneggiatura in questo suo terzo film che è stato un successo ai botteghini. Canta e si cimenta in gags e gaffe strappa risate che ne fanno uno dei personaggi più simpatici e divertenti nel panorama del cinema nazionale, anche se il cafone che sta imperversando da qualche anno sugli schermi sembra risentire di una certa ripetitività.
Sole a catinelle
Italia 2013
Regia: Gennaro Nunziante
Musiche Checco Zalone
con
Checco Zalone: Checco
Robert Dancs: Nicolò
Miriam Dalmazio: Daniela
Aurore Erguy: Zoe Manieri
Ruben Aprea: Lorenzo Manieri
Matilde Caterina: zia Ritella
Mimmo Mignemi: papà di Daniela
Valeria Cavalli: Juliette Marin
Orsetta De Rossi: Domiziana
Alessandro Bressanello: Dott. Surace
Stefano Sabelli: Onofrio
Daniela Piperno: Giovanna
Lydia Biondi: Carolina, maestra di Nicolò
Marco Paolini: Vittorio Manieri
Augusto Zucchi: Piergiorgio Bollini
Claudia Brovedani: Olga Bollini
Maurizio Lastrico: Ludovico il regista
Angie Alexander: segretaria Risorse Umane
Elettra Dallimore Mallaby: attrice
Gaia Padovan: psicologa scuola elementare Nicolò
Sinceramente..."sorprendente"..
RispondiElimina...il fatto di attualizzare le proprie gag in modo da avvicinarsi alla realtà di gran parte del pubblico rende vincente tutto il prodotto e nè è testimone il botteghino. Di fatto la comicità è sempre la stessa nei tre film, ovvero la sua cafonaggine è la padrona indiscussa. Però riesce con semplicità ad intrecciare trame di ogni genere: dalla Società Finanziaria, alla crisi delle partite IVA, alla bella vita dei pochi fortunati che frodano il fisco con fiduciarie nei paesi Black List e ripuliscono il denaro, al sempre irresistibile italico modo di "tirare a campare" con ogni espediente a disposizione. Si ride sempre nonostante la comicità sia a volte troppo paradossale, ma badate bene, Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone (storpiatura di "Che Cozzalone!!!" che tradotto in Italiano sarebbe "Che zoticcotto!!!". Oppure "Che Contadinotto!!!") è tutt'altro che uno stupido, con questo film, consegna ai giovani la responsabilità di far risorgere il nostro paese. Sono i piccoli i saggi ed i grandi i profittatori...l'esempio Italiano più lampante sono le pensioni, ma non è questa la Chat giusta :-).
Per un gran periodo del dopoguerra Alberto Sordi ha interpretato l'italiano medio, un po' cialtrone, un po' disilluso, ma che alla fine aveva una sua dignità. Il suo "testimone" è passato a Carlo Verdone in cui la cafoneria ha cominciato a farsi largo e ora negli anni duemila con Checco Zalone, in questo immaginario passaggio di testimone, la cafoneria ha definitivamente annegato quel poco di dignità che era rimansta nell'italiano medio. Piaccia o meno, ma sta mettendo in scena quello che siamo diventati. Comunque la scena in cui mangia il miglio come un uccello è esilarante :D
RispondiEliminami piace .. visto che non c'è il tasto lo scrivo direttamente ;)
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