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G ardenio, comico e intrattenitore in spettacoli di varietà, passa da un insuccesso all'altro con la sua compagnia sgangherata e raccogliticcia. Nome d'arte di Ignazio Panizza, ha il suo nome ben in vista stampato in grande sui manifesti come i pomodori che si stampano sulla sua faccia scagliati da un pubblico di bassa lega, che in periferia si diverte di più a far caciara ed insultare i poveri malcapitati sul palco. E' dura e si fa la fame ma Gardenio non molla e la fortuna lo assiste quando incontra, in un paesino dove inanella l'ennesimo fiasco, una cantante con una voce eccezionale: Caterina Lari. Ben lieta di entrare a far parte di una compagnia di avanspettacolo e desiderosa di imparare tutti i segreti dal grande Gardenio, la ragazza passa da un successo all'altro e finisce per sposarselo. Gardenio è tuttavia scarsamente considerato dai vari impresari tutti impegnati a mettere sotto contratto la sua signora. Stessa cosa quando Caterina viene notata e scritturata dalla RAI per le sue rubriche radiofoniche dove è previsto il canto. Il povero Gardenio ottiene, grazie a sua moglie, di far parte degli speakers che reclamizzano vari prodotti sia alla radio che nelle prime trasmissioni sperimentali televisive. Ma si sente una sorta di principe consorte, un pappone per dirla peggio, che si mantiene grazie al super lavoro di successo di sua moglie. Così l'abbandona e torna coi suoi guitti per tutta una serie di nuovi insuccessi, finché sua moglie di nascosto farà in modo che vengano scritturati niente di meno che dal mitico Teatro Sistina. E' lei che paga in gran segreto l'impresario per fornire tutto il necessario alla compagnia del marito, cosa che l'uomo vede come possibile motivo di sollevamento popolare per il fiasco che ne conseguirà, al punto che per sicurezza ha fatto schierare la Celere nei pressi del teatro. E invece lo spettacolo è un grande successo! Gardenio ottiene applausi a scena aperta e con lui i suoi compagni di tante avventure. E quando viene a sapere cosa ha fatto per lui la moglie, non esita ad invitarla sul palco e a cantare per la gioia del numeroso pubblico che tributerà ad entrambi i coniugi scroscianti e meritati applausi.
Commedia piacevole e valida testimonianza di un cinema italiano di qualità, con grandi attori e comparse di livello. Carlo Dapporto è il grande mattatore nei panni dell'azzimato Gardenio, uomo dalle movenze affettate e fine dicitore in un mondo di zotici. Al suo fianco la giovane e stupenda Sophia Loren in versione maggiorata testarossa e c'è spazio anche per un divertente cameo di Alberto Sordi. La protagonista assoluta è tuttavia Nilla Pizzi, grande interprete di canzoni immortali che esegue in lungo e in largo per tutta la durata del film, denotando nel contempo grandi doti recitative. Insomma una bella sorpresa e un film che può tranquillamente essere visto in questo periodo dell'anno e di gran lunga meglio del consueto cinepanettone.
Italia 1953
Regia: Mauro Bolognini
Musiche Carlo Rustichelli
con
Carlo Dapporto: Ignazio Panizza in arte Gardenio
Nilla Pizzi: Caterina Lari
Sophia Loren: Marisa
Alberto Sordi: sé stesso
Wilma Aris: Soubrettina
Gianni Cavalieri: Sep
Fiorenzo Fiorentini: Pippo
Carletto Sposito: Poppo
Mario Carotenuto: Commendator Tittoni, l'impresario
Gianni Agus: attore pubblicità via radio
Giusi Raspani Dandolo: attrice pubblicità via radio
Alberto Talegalli: Ciccio
Franco Giacobini: funzionario Rai
Lilly Granado: Pamela
Mario Passante: padrone del teatrino di periferia
Franco Migliacci: Michel
Janet Vidor: annunciatrice radio
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