Il prezzo del potere
W illiam "Bill" Willer, sventa un attentato al treno che trasporta il Presidente James Garfield in visita nel Texas. Vuole introdurre le sue riforme democratiche nel paese all'indomani della guerra e non teme le minacce di alcuni gruppi di potere locale. Costoro per non perdere i ricchi ricavi delle loro piantagioni, derivanti in gran parte dal sotto salario riservato ai negri, stanno manovrando dei fanatici pronti a riprendere le ostilità per un Texas indipendente. Bill e il suo amico Jack Donovan, ex compagni sotto le armi nelle file nordiste, sono malvisti in quella zona prettamente sudista e quando a Dallas il Presidente James Abram Garfield viene colpito a morte durante il suo tragitto cittadino in carrozza, si incolpa prontamente il povero Jack che viene arrestato e picchiato affinché confessi la sua colpa. In realtà il piano ordito da notabili locali, tra i quali il Governatore del Texas e il potente banchiere Pinkerton, vede come esecutore materiale lo sceriffo Jefferson e i suoi uomini. Bill che ha perso il padre, ucciso proprio da quegli uomini, è fermamente deciso a farsi giustizia conoscendo molto bene la dinamica dei fatti, che l'ha visto intervenire nel ponte per disinnescare la dinamite prima del passaggio del treno presidenziale. In quel frangente ha eliminato alcuni uomini intenti ad accendere le micce e tutti portavano una stella al petto. Tuttavia Bill non riesce ad impedire che il suo amico Jack venga ucciso, ma inesorabilmente arriverà a farsi giustizia di tutti gli implicati nella vicenda compreso il folle secessionista Wallace che cadrà per ultimo.
Tonino Valerii fa fruttare in pieno la gavetta fatta con Sergio Leone e confeziona un ottimo western a sfondo politico e con un cast di prim'ordine. Una storia che nel suo dramma centrale, non può non richiamare alla mente la tragica fine del Presidente John Fitzgerald Kennedy, tra l'altro accaduta pochi anni prima dell'uscita di questo film. Ecco quindi l'impronta volutamente politica data al film da Valerii, che tuttavia ne mantiene intatto lo stile narrativo proprio del nostro western, sparatorie e scazzottate compresi. Le location spagnole contribuiscono poi in maniera convincente a mantenere inalterato il termine che allora si usava per designare questi film: polverone. Il polverone o "polverò" era la caratteristica più importante del genere e quando ne capitava uno, che a causa del budget all'osso, era girato nel verde della campagna romana, il prodotto dimezzava subito il suo valore a prescindere dal cast.
Italia, Spagna 1969
Regia: Tonino Valerii
Musiche Luis E. Bacalov
con
Giuliano Gemma: Bill Willer
Warren Vanders: Arthur McDonald
Van Johnson: Presidente James Garfield
María Cuadra: Lucretia Garfield
Raï Saunders: Jack Donavan
Fernando Rey: Pinkerton
Antonio Casas: Willer padre
Benito Stefanelli: Sceriffo Jefferson
María Luisa Sala: moglie del Governatore
Angel Del Poso: Avvocato
Norma Jordan: Anne Goddard
Julio Peña: Governatore del Texas
Manuel Zarzo: Nick
José Suárez: Vice Presidente
Mike Harvey: Wallace
Frank Braña: Mortimer
Carlos Bravo: vice sceriffo
José Calvo: Dottor Strips
José Canalejas: vice sceriffo
Joaquín Parra: Slim
Riccardo Pizzuti: vice sceriffo
Lorenzo Robledo: Brett
e con
Massimo Carocci
Franco Meroni
Francisco Sanz
Ángel Álvarez
Luis Rico
Lisardo Iglesias
Ralph Neville
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