I pirati della Malesia
T remal-Naik, giovane e ardimentoso indiano, incontra nella giungla la bella Ada rapita dai Thugs e divenuta sacerdotessa della loro Dea Kalì. Il suo nome europeo, pur essendo indiana, le è dovuto al fatto di essere stata adottata da bambina dal governatore britannico della zona, Lord James Brooke, conosciuto e temuto da tutti come il Rajah bianco. Costui tiranneggia dispoticamente la popolazione indiana e lo stesso Tremal è dovuto scappare nella giungla per sfuggirgli. Tra i due scoppia improvviso l'amore e il giovane decide di liberarla dai suoi aguzzini a rischio della sua stessa vita. Riesce nell'impresa ma cade a sua volta nelle loro mani e deve portare a termine per loro, una missione suicida per eliminare il comune nemico inglese. Ma una volta penetrato nella dimora di Brooke, scopre la foto della sua amata Ada che l'uomo tiene sul comodino e l'esitazione dovuta a tale visione, è per lui fatale tanto da venire catturato. Ada, libera e al sicuro, appresa la notizia, come unica risorsa si rivolge a Sandokan e ai suoi Tigrotti della Malesia che da sempre conducono una guerra di liberazione contro tutti i tiranni. Lui non esita un solo attimo ad aiutare la donna e la popolazione di quel luogo, escogitando un piano che vede il suo fido luogotenente Yanez de Gomera, infiltrarsi a palazzo spacciandosi per un nobile scozzese aggredito e derubato dai pirati. Al momento opportuno darà il segnale convenuto per l'assalto. Ma scoperto, viene incarcerato e la sua vita sarebbe in grave pericolo se non intervenissero i Tigrotti a liberarlo insieme a molti prigionieri. Nello scontro decisivo con le truppe coloniali, i ribelli hanno la meglio e a Brooke, arresosi, viene risparmiata la vita se rivelerà a sua figlia il luogo dove è rinchiuso Tremal. L'uomo deluso per la sconfitta, ma felice di aver riabbracciato Ada, non può che benedire l'unione tra i due giovani.
Girato interamente a Cinecittà e pur con qualche pecca in fase di montaggio, dove alcune scene possono sembrare slegate tra loro, è un film girato in piena autarchia e come tale, documento storico di un epoca che aldilà delle enormi difficoltà, era in grado di confezionare prodotti non molto al di sotto delle sontuose produzioni d'oltreoceano. Ottimo il cast, le ricostruzioni di ambiente, i costumi e le tante scene di massa.
Italia 1941
Regia: Enrico Guazzoni
Musiche Raffaele Gervasio
con
Massimo Girotti: Tremal-Naik
Clara Calamai: Ada
Camillo Pilotto: Kammamuri
Luigi Pavese: Sandokan
Sandro Ruffini: Yanez de Gomera
Greta Gonda: Baronessa Wan Zeeland
Nino Pavese: Lord James Brooke
Cesare Fantoni: Sujodana
Anita Farra: La taverniera
Otello Toso: Il tenente Schmidt
Carlo Ludovici: Wada Hassim
Arturo Bragaglia: Il taverniere
Zara Lammarì: La danzatrice indiana
Oreste Onorato: Sambigliong
Aldo Pini: Namur
Valeria Roberti: Melahia
Enzo Gerio: Aghur
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