I cinque volti dell’assassino
La lista di Messenger è il titolo originale di questo bel giallo ed è proprio partendo da questa lista di dodici uomini morti in circostanze misteriose che si dipana la trama. Messenger è uno scrittore che durante una battuta di caccia alla volpe nella tenuta del suocero, coglie l'occasione per affidare le indagini di un caso ad un suo vecchio amico, da poco in pensione dopo anni di lavoro nell' Intelligence britannico. Anthony Gethryn, accetta l'incarico come favore personale e non sapendo dove lo porteranno le sue indagini, anche perché lo stesso Messenger è alquanto dubbioso circa la natura del caso che sta affidando proprio ad un professionista perché faccia luce e fughi i dubbi dalla sua mente. Dubbi che preferisce non rivelare per non influenzare l'amico Anthony. Purtroppo anche Messenger muore in quello che in apparenza è un incidente aereo ma in realtà è un attentato del quale si conosce il nome del possibile autore, nel fantomatico Reverendo Atlee, prelato mai esistito infatti, che tuttavia ha pagato il biglietto al solo scopo di caricare il bagaglio rivelatosi esplosivo. Le dodici persone della lista sono tutte morte e tra loro vi è un legame che li conduce alla guerra e al campo di prigionia nel quale hanno subito terribili patimenti in Birmania. Dove tra l'altro il probabile assassino è anche colui che li tradì per tabacco e cibo denunciando il loro tentativo di evasione. Ma perché un traditore che dovrebbe subire l'ira dei dodici danneggiati li ha invece eliminati? Per paura della loro vendetta, può essere. Di sicuro è un abilissimo assassino in grado di assumere le più svariate identità grazie a travestimenti sofisticati. Ma deve esserci qualcosa di più grande ed importante in questa serie di omicidi, qualcosa che rischiava di compromettere seriamente un importante fatto a venire, come un'elezione al parlamento o ... ereditare il maniero di Gleneyre in virtù di legame di sangue e dopo aver eliminato l'erede ufficiale, il giovane Derek figlio del defunto Adrian Messenger. Nella trappola predisposta per il giovane finirà l'assassino dal torbido passato militare e figlio del fratello del marchese di Gleneyre emigrato in America prima della guerra. Grandi interpreti e ottimamente diretti da John Huston. E’ anche un’occasione per capire la caccia alla volpe nelle sue fasi e regole, con la possibilità di udire gli strani richiami vocali o tramite il corno del capo caccia, con i quali si muove la enorme muta di cani. In sostanza se ho ben capito, dopo aver stanato la volpe i cavalieri possono gettarsi al galoppo sulle sue tracce. Naturalmente arrivano prima i cani che son partiti con un notevole vantaggio ma non sono loro i vincitori, bensì il primo cavaliere che giunge sul posto e sottrae la preda ai cani che se la stanno contendendo. Allora il capo caccia le taglia la coda e la consegna come vero e unico trofeo al vincitore. Oscar Wilde li scherniva dicendo, e nel film viene accennato da una signora anziana fiera animalista, che "gli innominabili danno la caccia all'immangiabile". A proposito la signora con tanto di cartello a capo di un gruppo di animalisti è ... Burt Lancaster. Altri camei, evidenziati nei crediti, di grandi attori dell'epoca e difficilmente riconoscibili grazie al trucco perfetto.
Stati Uniti 1963
Regia: John Huston
Musiche: Jerry Goldsmith
con
George C. Scott: Anthony Gethryn
Jacques Roux: Raoul Le Borg
Kirk Douglas: George Brougham, Mr. Pythian, Arthur Henderson e il vicario Atlee
Dana Wynter: Lady Jocelyn Bruttenholm
Clive Brook: marchese di Gleneyre
Herbert Marshall: Sir Wilfrid Lucas
John Merivale: Adrian Messenger
Bernard Achard: ispettore Pike
Tony Huston: Derek Bruttenholm
John Huston: un cavaliere
Marcel Dalio: Max Karoudjian
Gladys Cooper: signora Karoudjian
camei di:
Tony Curtis l' uomo con l'organetto
Burt Lancaster la vecchia animalista
Frank Sinatra lo zingaro
Robert Mitchum il finto paralitico Jim Slattery
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