I quattro moschettieri
C ommedia farsesca, parodiando il famoso romanzo di Dumas e diretta con leggerezza da Carlo Ludovico Bragaglia che mette insieme il meglio del Varietà di quegli anni, dandogli ampia facoltà di improvvisazione a tutto vantaggio del divertimento e di una trama che contempla anche tanta azione. I quattro protagonisti, lestofanti di prim'ordine, si sostituiscono ai veri Moschettieri impegnati nel recupero del prezioso collier che la Regina ha donato come pegno d'amore a Lord Buckingham, suo amante ed ambasciatore d'Inghilterra in Francia, rientrato in patria. Il Cardinal Richelieu, a conoscenza della tresca, aveva consigliato il Re di farle indossare il prezioso monile che le aveva a suo tempo regalato, in occasione della imminente festa della Municipalità a Corte. In quel modo avrebbe constatato di persona il tradimento della sua amata, visto che la preziosa collana si trovava oltre Manica. Così, grazie a Costance, amante di D'Artagnan, la Regina aveva incaricato i fedeli Moschettieri di recuperarla e ritornare in tempo per la festa. Ma il taverniere Bouboule, scoperto il piano, aveva messo dell'avviso i suoi compari Frisson, Lapin e Dubois, tutti della sua stessa pasta, allo scopo di prenderne il posto e gli abiti dopo averli messi in trappola. Con quegli abiti i nostri daranno vita ad una serie di divertenti avventure, che li vedrà costretti a cambiarli spesso con altri rimediati sul cammino, come quelli di alcuni frati, ricercati come eretici e che non sapendolo, inducono Bouboule, un più che mai corpulento Aldo Fabrizi, ad esclamare "arrivano a ciccio de sellero" per poi ritrovarsi in prigione al posto loro. Ma le risorse non mancano ai nostri, tanto che Frisson, riesce ad avere la collana da Lord Buckingham, spacciandosi per D'Artagnan, mentre gli altri, dopo alterne fortune lo raggiungeranno a Parigi e sempre inseguiti dai veri Moschettieri, a loro volta impegnati a più riprese dalle guardie del Cardinale. Travestiti da suore, come ultima risorsa e braccati da tutti, si vedranno costretti a consegnare di persona il prezioso monile alla Regina che potrà indossarlo salvando l'onore suo e del marito e alla faccia del Cardinal Richelieu che si vedrà estromesso da Primo Ministro per far posto ad un altro del suo stampo: il Cardinal Mazzarino. I nostri, anzi le nostre pie sorelle, sapranno rifarsi baciando a turno la mano di Richelieu e rubandogli un prezioso anello a testa prima di scappare, senza che i veri Moschettieri potessero avere il tempo di ringraziarli per la brillante missione compiuta, dopo averli creduti ladri.
Tutti bravi gli interpreti principali attorniati da tanti volti noti, dove è facile riconoscere Milena Vukotic, non accreditata nei titoli, nella breve apparizione come domestica di Milady, una giovane ed avvenente Lisa Gastoni. C'è anche un gustoso siparietto per Alberto Bonucci nei panni del nasuto spadaccino-poeta Cyrano. Peppino De Filippo poi è l'autentico mattatore del film nel ruolo di un Cardinal Richelieu più fetentone che mai.
Italia, Francia 1963
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Gianni Ferrio
con
Aldo Fabrizi: Bouboule
Nino Taranto: Frisson
Carlo Croccolo: Lapin
Erminio Macario: Dubois
Peppino De Filippo: Cardinale Richelieu
Francesco Mulè: Re Luigi XIII
Milena Vukotic: domestica di Milady
Beatrice Altariba: Anne d'Autriche, Regina Anna d'Asburgo
Georges Rivière: D'Artagnan
Franco Ressel: Lord Buckingham
Nando Poggi: Athos
Betto Di Paolo: Aramis
Andrea Aureli: Porthos
Lisa Gastoni: Milady de Winter
Alberto Bonucci: Cyrano de Bergerac
Nino Terzo: Capitano della Guardia
Carla Marlier: Constance Bonacieux
Francis Lane: Bonacieux
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