Ercole e la regina di Lidia
T ratto da tragedie e poemi greci tessuti tra loro all'uncinetto, c'è pure Penelope anche se ancora giovane ma di sicuro mestiere nella tessitura, narra alcune avventure di Ercole in questo secondo film interpretato dal possente Steve Reeves che consolida il ruolo particolarmente adatto al suo fisico di Mister Universo dal proficuo riscontro al botteghino. Tanti gli attori e ottime le scenografie con gli effetti speciali affidati a un certo Mario Bava che di lì a poco diverrà il padre del cinema horror italiano forte della sua abilità nell'allestire scene di forte impatto visivo. Ercole, fresco sposo della bella Iole si sta recando a Tebe, sua città, portando con sé il giovane Ulisse affidato alla coppia dal padre Laerte affinché venga istruito e forgiato dal più forte di tutti i Greci. Sulla strada deve fare i conti con Anteo, un gigante deforme, figlio di Gea la dea della Terra dalla quale trae la forza necessaria per rialzarsi e combattere nonostante i suoi colpi. Contrariamente al mito, Ercole se ne libera non stritolandolo a mezz'aria, bensì scaraventandolo in mare e ottenendo da lui sconfitto il permesso di proseguire sulla strada per Tebe. Qui trova i figli del Re Edipo, Polinice ed Eteocle, in lotta tra loro per spartirsi il potere e deve mediare per evitare la distruzione della città. Ma il suo lavoro di ambasciatore tra le due fazioni, viene interrotto dalla perfida Onfale, regina di Lidia, che fa collezione di amanti soggiogandoli con una bevanda che cancella la memoria. Poi una volta stanca di loro li fa imbalsamare da esperti Egiziani al suo seguito e li espone nel salotto buono come fossero statue. Stessa sorte toccherebbe anche al povero Ercole se non fosse per il suo giovane amico Ulisse, che catturato al pari suo, si finge sordomuto e grazie alla sua astuzia capisce cosa stia annichilendo il forte Ercole. Pian piano riesce a sostituire la micidiale bevanda con acqua fresca e l'eroe si riprende sia mentalmente che fisicamente suonandole di santa ragione agli uomini di Onfale che vistasi perduta si uccide nella vasca degli imbalsamatori. E' tardi per l'ambasciata che doveva fare e le due fazioni sono pericolosamente l'una contro l'altra. Eteocle dentro le mura di Tebe e il fratello Polinice fuori ad assediarlo. Iole è prigioniera di Eteocle che la tiene in ostaggio pensando che Ercole abbia tradito il suo compito di mediatore e si sia alleato col fratello. Ma Ercole riesce ad intervenire in tempo per liberare Iole e far trionfare l'amore che come è noto non teme gli Dei. I due fratelli in lotta hanno accettato di sfidarsi a duello tra loro e scongiurare una guerra fratricida e siccome sono rimasti entrambi sul terreno, Tebe può contare finalmente su un periodo di pace.
Detto dei tanti interpreti mi preme segnalare la stupenda Sylva Koscina nel ruolo di Iole e la sensuale Sylvia Lopez in quello di Onfale, una sorta di maga Circe. Tra gli uomini è doveroso segnalare il possente Ugo Sasso che ha la bellezza di 103 anni oggi e l'indimenticabile Primo Carnera nei panni assai convincenti del gigante Anteo. Li abbiamo ammirati insieme nel capolavoro La Corona di Ferro di Blasetti. C'è anche di sfuggita e difficile da individuare, Giuliano Gemma, non accreditato nei titoli, nel ruolo di un generale di Eteocle.
Ercole e la regina di Lidia
Italia, Spagna, Francia 1959
Regia: Pietro Francisci
Musiche Enzo Masetti dirette da Carlo Savina
con
Steve Reeves: Ercole
Sylva Koscina: Iole
Sylvia Lopez: Onfale
Gabriele Antonini: Ulisse
Patrizia Della Rovere: Penelope
Sergio Fantoni: Eteocle
Mimmo Palmara: Polinice
Andrea Fantasia: Laerte
Fulvia Franco: Anticlea
Primo Carnera: Anteo
Carlo D'Angelo: Creonte
Daniele Vargas: Anfiarao
Gino Mattera: Orfeo
Aldo Fiorelli: Argo
Gianni Loti: Sandone
Cesare Fantoni: Edipo
Ugo Sasso: Lastene
Angelo Zanolli: Admeo
Sergio Ciani: Megreo
Aldo Pini: Tifi
Nando Cicero: Attore
Fulvio Carrara: Castore
Willi Colombini: Polluce
Walter Grant: Esculapio
Colleen Bennet: la ballerina solista
Giuliano Gemma: Melanippo
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