Il trionfo dei dieci gladiatori
P ublio Quintilio Rufo, Proconsole dell'Imperatore in Siria, arruola tramite il centurione Glauco Marcio i dieci gladiatori, la cui fedeltà a Roma è assoluta, per una missione segreta presso il Regno di Arbela che funge da cuscinetto neutrale tra l'Impero e i Parti, nemici giurati di Roma. Nel timore che la Regina Moluya possa essere aizzata contro Roma da emissari Parti presenti nella sua corte, si escogita un piano che prevede il suo rapimento per scongiurare qualsiasi pericolo di attacco una volta che diverrà prezioso ostaggio. Non è una missione per Myrta che segue le sorti della compagnia gladiatoria fin da piccola e a nulla valgono le raccomandazioni del centurione Glauco e dei suoi compagni, che la vorrebbero stavolta lasciare dal proconsole che avrà cura di lei fino al loro ritorno. Ma la ragazza fugge e li raggiunge una volta entrati in Arbela, dove giocoforza la debbono aggregare in un ambiente che si preannuncia da subito ostile e difficile. La Regina al contrario li accoglie con calore, e specie con Roccia sembra legarsi sentimentalmente, ma gli ordini sono quelli di rapirla e dopo un'esibizione contro altrettanti gladiatori Parti, sembra proprio che siano quelli giusti. Infatti i Parti combatterono con armi vere contro le finte dei gladiatori che tuttavia ebbero la meglio uccidendo i loro rivali ma sospettando fortemente la Regina come mandante. In realtà a governare è il Principe Arminio che è in combutta con un traditore romano, Sesto Vetullio, lì in veste di ambasciatore, entrambi complici dei Parti il cui esercito sta entrando minaccioso e si prepara ad invadere la Siria. Ecco pertanto che rapita la Regina, Glauco deve fare immediato rientro e avvertire il proconsole di mandare due legioni contro i Parti. Nel trambusto Myrta è stata catturata e Glauco che ne è ormai perdutamente innamorato vorrebbe cercare di liberarla ma è l'unico ad avere la necessaria autorità per far scattare l'allarme, cosa per la quale saranno i gladiatori a liberarla. La Regina poi si rivela tutt'altro che nemica di Roma essendo in segreto a capo della resistenza e coi suoi uomini si prodiga per rintracciare la sventurata Myrta. E' stata condotta nei sotterranei mentre in città si danno luogo ad esecuzioni esemplari per punire i rivoltosi che ormai non sono più contenibili e mentre la Regina irrompe coi suoi, i gladiatori penetrano nelle segrete dove Myrta viene torturata e la liberano in extremis regolando i conti col malvagio Principe. Al tempo stesso le legioni con Glauco in testa, sbaragliano l'esercito dei Parti costringendo il traditore Sesto Vetullio a darsi la morte per mano di uno dei suoi ultimi complici. La pace è ristabilita e l'amore trionfa tra Glauco e Myrta mentre la Regina Moloya ne è rimasta solo sfiorata da quel Roccia che ora la saluta partendo coi suoi compagni di mille avventure.
Terzo della trilogia dei dieci gladiatori è un peplum classico con buoni protagonisti e comprimari in interni ben curati e con qualche scena di massa di buona fattura. Tra le interpreti femminili da segnalare la splendida Helga Liné stavolta in un ruolo positivo, affiancata da Leontine May perfida e da Halina Zalewska, al solito “maschiaccia” ma finalmente innamorata. Come non citare poi Mimmo Poli sebbene non accreditato nel ruolo a lui più congeniale di taverniere. Per lui una vita da oste sullo schermo. Correlato I dieci gladiatori.
Il trionfo dei dieci gladiatori
Italia, Francia, Spagna 1964
Regia: Nicola "Nick" Nostro
Musiche Carlo Savina
con
Dan Vadis: Roccia
Helga Liné: Regina Moluya
Stelio Candelli: Glauco Marcio (accreditato Stanley Kent)
Gianni Rizzo: Sesto Vetullio
Armando Bottin: Principe Arminio (accreditato Gordon Steve)
Halina Zalewska: Myrta
Enzo Fiermonte: Rizio (accreditato William Bird)
Leontine May: Selima
Carlo Tamberlani: Publio Quintilio Rufo
Giovanni Di Benedetto: Arimandro (accreditato John Heston)
Emilio Messina: Lepto (accreditato Don Emil Messina)
Pietro Ceccarelli: Nabateo
Salvatore Borghese: Nino
Frank Oliveras: Metodio
Aldo Canti: uno dei dieci (accreditato Alan Lancaster)
Giuliano Dell'Ovo: Livurno (con il nome Julian Daver)Sirmio
Jeff Cameron: Fario
Pietro Torrisi: Linezio (accreditato Fred Hudson)
Mimmo Poli: taverniere
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati