Orazi e Curiazi
U na guerra lunga e snervante vede Roma tentare una timida espansione fuori dalle sue mura. Siamo ben lontani dai fasti della Roma imperiale, che stenta all'inizio della sua storia, ad imporsi nei confronti delle popolazioni limitrofe. Da anni combatte contro Albalonga e la popolazione di entrambi gli schieramenti è ormai alla fame cosa che induce i sovrani a confrontarsi in un primo armistizio. Il generale Orazio è appena caduto in un'imboscata degli Albani e di lui si son perse le tracce. I fratelli Elio e Marco lo hanno cercato per giorni senza esito. Circola la voce che si sia sottratto alla battaglia e che sia fuggito per codardia. Ma non è così perché venne ferito in battaglia nel tentativo di risalire la gola da dove piovevano frecce e massi in quantità. Curato da una giovane donna della tribù dei Tiburtini era stato rimesso in forze e trovato in quella capanna da una pattuglia di soldati romani. A Roma era stato accolto con grande freddezza soprattutto da suo padre Caio, al quale aveva tentato al pari dei fratelli, di spiegare il motivo della sua scomparsa non certo per vigliaccheria come creduto da molti. E poi Roma ha più che mai bisogno di lui, dopo che la Ninfa Egeria, alla quale si erano rivolti i re dei due schieramenti, ha sentenziato che il volere degli Dei affinché cessino i combattimenti, ha stabilito che tre fratelli di ogni città debbano affrontarsi all'ultimo sangue e il re di chi vincerà, regnerà su tutte e due le città unificate. Orazio è offeso al punto che non vorrebbe partecipare alla sfida, ma l'amore per Roma gli fa impugnare ancora la spada con la quale risulterà risolutivo per i destini della sua citta, uccidendo i Curiazi dopo essere rimasto solo a difendere l'onore della famiglia Orazi e le sorti di Roma.
Film di modeste pretese, confezionato rivisitando una pagina di storia ed adattandola allo schermo con risultati piuttosto deludenti. Soprattutto per il ruolo principale di Orazio, affidato ad uno spento Alan Ladd, ormai inesorabilmente in declino verso la triste fine che stava per lui maturandosi. Scarno, invecchiato come se avesse molti più dei suoi 48 anni, non rappresenta certo l'ideale di giovane ed aitante eroe così come i libri di storia ci hanno tramandato. Buono il cast in generale e discrete scene di massa a buon mercato reperite nella ex-Jugoslavia dove il film venne girato in esterni.
Italia 1961
Regia: Ferdinando Baldi e Terence Young
Musiche Angelo Francesco Lavagnino
con
Alan Ladd: Orazio, dei fratelli Orazi
Jacques Sernas: Marco, dei fratelli Orazi
Luciano Marin: Elio, dei fratelli Orazi
Robert Keith: Tullo Ostilio, re di Roma
Franca Bettoja: Marzia, figlia di Tullo Ostilio
Franco Fabrizi: Curazio, dei fratelli Curiazi
Mino Doro: Caio, padre degli Orazi
Jacqueline Derval: Orazia, sorella degli Orazi
Andrea Aureli: Mezio, Re di Alba
Osvaldo Ruggieri: uno dei fratelli Curiazi
Piero Palermini: Nevio, dei fratelli Curiazi
Violette Marceau: una delle schiave degli Albani
Umberto Raho: Gran Sacerdote
Alfredo Varelli: Sabino, luogotenente di Orazio
Evi Marandi: una delle schiave degli Albani
Alana Ladd: Scilla, una delle schiave degli Albani
Nando Angelini: Ufficiale
Franca Pasut: la ninfa Egeria
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