Vivi o preferibilmente morti
M onty Mulligan vive come un miliardario e sperpera denaro in sale da gioco e ambienti raffinati, grazie ai prestiti che riesce ad ottenere da vari creditori che poi regolarmente non paga. Ma i fratelli McIntosh, sono tipetti piuttosto decisi e per i 10 mila dollari prestati ne chiedono oggi 40 mila o Monty finisce appeso per il collo. Fortuna per lui che un vecchio zio è morto e a quanto sembra gli ha lasciato una fortuna di 300 mila dollari coi quali, non solo potrà pagare i suoi creditori, ma continuare nella sua vita agiata e dispendiosa. Dal notaio con i premurosi, adesso, fratelli McIntosh, apprende di una clausola nel testamento che prevede la spartizione dell'eredità col fratello Ted, previa vita in comune per almeno sei mesi. Costui vive in un paesino del selvaggio west, è di poche pretese, scorbutico, manesco e discreto mangiatore, dato che per le frittate usa padelle da almeno mezzo metro di diametro e un numero imprecisato di uova. In poche parole il contrario dell'affettato fratello col quale non vorrebbe vivere fregandosene dell'eredità. Tuttavia singolari circostanze e la condizione di perenni squattrinati, li vedono coinvolti in grottesche avventure. Dalle goffe rapine in banca che fruttano sacchi pesanti di monetine dal modesto valore, al balzano rapimento a scopo di riscatto della figlia di un ricco banchiere che, ben lieto di liberarsi della figlia spendacciona, è disposto a pagare affinché la tengano il più possibile e magari uno di loro la sposi pure. Per finire al brillante assalto al treno portavalori che culmina con loro scambiati per i salvatori del prezioso carico, dopo che hanno eliminato una banda rivale con la medesima idea di rapinare il treno. Addirittura per Monty sarebbe pronto il matrimonio con Rossella, la famosa figlia del banchiere, innamorata dei suoi rapitori, se non intervenisse provvidenzialmente Ted a trarlo d'impaccio per poi fuggire insieme a gambe levate, anzi in una delle prime automobili. La voce fuori campo del narratore ci informa che in realtà la somma era stata già spesa dallo zio che aveva redatto un testamento falso per far avvicinare i due fratelli che ora erano finalmente uniti da un affetto vero.
Da un soggetto di Ennio, strano ma vero, Flaiano che cura anche la sceneggiatura, Duccio Tessari dirige questo western commedia con Giuliano Gemma e Nino Benvenuti, compagni di caserma nei pompieri dove avevano prestato il servizio militare, particolarmente bravi, atletici e ricchi di battute divertenti, grazie ai dialoghi imbastiti sulle loro parti alla perfezione da Flaiano. Naturalmente Nino, all'esordio come attore, fa quello che meglio sa fare, dando un saggio delle sue doti pugilistiche in numerose scazzottate dove, aldilà della finzione, la sua tecnica è sicuramente diversa da quella dei comprimari cascatori e specie quella con il fratello, in una zuffa familiare, tra il fango di un torrente è veramente efficace e ben girata.
Italia, Spagna 1969
Regia: Duccio Tessari
Musiche Gianni Ferrio
con
Giuliano Gemma: Monty Mulligan
Nino Benvenuti: Ted Mulligan
Sydne Rome: Rossella Scott
Julio Peña: Dottore
Antonio Casas: Barnes
Cris Huerta: Jim il pessimo
George Rigaud: Mr. Scott
Dan van Husen: Ranger
e con
Luis Barboo
Brizio Montinaro
Arturo Pallandino
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