Ursus nella terra di fuoco
A milcare, un crudele ed ambizioso generale, vuole impadronirsi delle terre confinanti divise da un lago e abitate da pacifici pastori. Il suo scopo è quello di possedere tutta l'acqua per miglia e miglia di territorio in gran parte vulcanico. Per questo inganna il suo Re Lothar facendogli intendere di essere stati attaccati dalle tribù dei pastori e dal loro protettore, il forzuto Ursus. Costui, in precedenza, ha salvato dalle acque la principessa Diana, figlia del Re e sulle prime pensa di essere stato tradito da quella fanciulla. Ma ben presto scopre che la stessa è in pericolo perché Amilcare ha spodestato suo padre uccidendolo e sta dandole la caccia aizzato dalla sua favorita Mila che odia fin da bambina la giovane Principessa. Ursus deve quindi proteggerla e tentare di liberare i suoi dal giogo del tiranno usurpatore. In pochi sono sopravvissuti all'attacco e sono miseramente finiti come schiavi a far girare la gigantesca macina. Migliore sorte non è toccata ai sacerdoti del Dio del Fuoco Ayat che sono stati trucidati dagli uomini di Amilcare, reo a loro giudizio di aver varcato i confini delle sacre terre del Dio. Solo il Gran Sacerdote si è salvato dal massacro e avrà un ruolo decisivo nella liberazione del popolo, aiutando Ursus e Diana a nascondersi, seppur brevemente, nelle viscere del vulcano. Con sforzi sovrumani, il nostro eroe aveva dovuto superare prove indicibili e liberare Diana dalle grinfie di Amilcare, il quale intendeva sposarla per pacificare la popolazione, ripudiando al tempo stesso la perfida Mila, che ribellandosi al suo volere era stata uccisa. Schiumante rabbia Amilcare si getta al loro inseguimento e scopre il rifugio dei due fuggiaschi penetrandovi all'interno coi suoi uomini. Il Gran Sacerdote perde la vita ma ha il tempo di maledirli per il loro sacrilegio e il Dio Ayat lo ascolta mandando su di loro fuoco e sgretolando rocce in una spaventosa eruzione. Ursus combatte come un leone contro chiunque gli si pari davanti e sopisce la collera del Dio precipitando nel suo ventre di lava bollente il crudele Amilcare. Nel frattempo la popolazione si è sollevata contro gli uomini del tiranno e accoglie Ursus con Diana acclamandoli a gran voce come i nuovi sovrani.
Trama semplice ma efficace per il pubblico che affollava le sale di periferia e quelle parrocchiali ovviamente, dove il peplum trovava la miglior collocazione. Buoni gli allestimenti scenici e gli interpreti tra i quali, oltre ai protagonisti Ed Fury e Luciana Gilli, in grado di uscire ogni volta dall'acqua con i capelli asciutti e cotonati che faranno la gioia dei cacciatori di bloopers, si segnala una perfida ed insolitamente cattiva Claudia Mori e tanti comprimari a libro paga dell'allora fiorente industria cinematografica nazionale. Non accreditati si riconoscono Nello Pazzafini nel quintetto di forzuti che affrontano Ursus, Ennio Antonelli popolano festante a fianco dei protagonisti nei titoli di coda e Nino Fuscagni passato a fil di spada nelle vesti di un popolano che osa ribellarsi. Non è facile, ma un occhio allenato ci riesce, riconoscere Tom Felleghy con un elmo che gli copre gran parte del viso.
Ursus nella terra di fuoco
Italia 1963
Regia: Giorgio Simonelli
Musiche Carlo Savina
con
Ed Fury: Ursus
Claudia Mori: Mila
Adriano Micantoni: Amilcare
Luciana Gilli: Principessa Diana
Nando Tamberlani: Re Lothar
Pietro Ceccarelli: Lero
Giuseppe Addobbati: Gran Sacerdote
e con
Diego Pozzetto: dignitario
Tom Felleghy: Ufficiale
Nino Fuscagni: popolano
Nello Pazzafini: lottatore
Ennio Antonelli: popolano
Claudia Giannotti
Mireille Granelli
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