Due notti con Cleopatra
C esarino, ufficiale di fresca nomina, arriva ingenuo e puro ad Alessandria per prender posto nella guardia personale di Cleopatra. Ha con sé il fedele servitore Cocis e la capretta favorita che gli fornisce quotidianamente il latte di cui è ghiotto. Lui viene dalla campagna e i suoi modi, oltre che la parlata, ne fanno l'uomo ideale per essere gabbato, anche se inspiegabilmente al gioco dei dadi riesce sempre a far 12. Ma gli serve a ben poco vincere con i colleghi che riescono a rifilargli il loro turno di guardia alla regina. Eh si perché chi fa la notte alla porta del suo sacro talamo, finisce per entrarvi e congiungersi con essa per poi essere costretto a bere il veleno il mattino dopo. Insomma si rischia di rimanere senza ufficiali della guardia se la cosa non si interrompe e tutto lascia pensare che debba andare ancora avanti per molto, visto che il suo Marco Antonio è in giro a far guerra ad Ottaviano e così la regina si consola con i suoi baldi ufficiali. Ecco che Cesarino all'oscuro come recluta della faccenda, accetta di buon grado il suo primo incarico di guardia a Cleopatra. Costei tuttavia, su iniziativa del suo consigliere Tortul, ha intenzione quella notte di recarsi al campo del suo amato Marco Antonio e di lasciare nella sua stanza una sosia, Nisca, del tutto identica fuorché nei capelli biondi in luogo dei suoi nerissimi. Non dovrà parlare con nessuno la fanciulla per non tradirsi e comunque per lei la sorte è segnata una volta che Cleopatra sarà di ritorno. Durante la notte Cesarino con modi imbranati riesce a intrattenere e divertire la sventurata, che tra pianti e schiaffoni al povero Cesarino che cerca di rincuorarla allungando le mani, libera il pensiero che la opprime concedendosi qualche risata divertita. Tutto merito di quello strano ufficiale che l'indomani si trova di fronte alla vera regina e stavolta ne subisce l'ira al punto da comprendere l'accaduto della sera prima. Tuttavia il nostro tra una celia e uno schiaffone rimediato e in procinto di dover essere avvelenato la mattina seguente, riesce a sua volta a far ubriacare e addormentare la vera Cleopatra, per poi fuggire con la finta, liberata come se fosse la vera regina, dal carcere. E per non farsi mancare niente si porta appresso anche la migliore delle sue ancelle. Meglio abbondare .. non si sa mai.
La Loren è bellissima nel suo massimo splendore, e lo è sia in versione bionda acqua e sapone che mora-vamp-sensualona. Alberto è fantastico, strappa risate e con una parlata divertentissima. Parodia dei kolossal del genere, il film è scorrevole e piacevole con momenti di pura comicità ed è anche l’occasione per rivedere all’opera tanti bravi attori comprimari e caratteristi di quello splendido periodo del cinema italiano.
Italia 1953
Regia: Mario Mattoli
Musiche Armando Trovajoli
con
Alberto Sordi: Cesarino
Sophia Loren: Cleopatra e Nisca
Ettore Manni: Marco Antonio
Paul Müller: Tortul
Cristina Fantoni: Dedit, l'ancella
Rolf Tasna: Meros, ufficiale della guardia
Alberto Talegalli: Enobardo
Ugo d'Alessio: Cocis
Andrea Bosic: Caio Malpurnio
Nando Bruno: Legionario
Gianni Cavalieri: Taverniere
Ughetto Bertucci: Un mercante nella taverna
Giacomo Furia: Un mercante
Enzo Garinei: Un mercante
Riccardo Garrone: Ufficiale delle guardie
Carlo Dale: Un centurione
Wando Tres: Un centurione
Emilio Petacci: Carceriere
Mario Siletti: Un carcerato
Amedeo Girard: Carceriere
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