L' immortale
Jean Reno è uno dei miei attori preferiti e l'occasione era ghiotta per vederlo di nuovo all'opera dopo la folgorazione di Leon e come in quel film affascina per il suo modo di essere fuori dai canoni della recitazione tradizionale. Sembra uno di passaggio nel mondo del cinema, una specie di comparsa che poi non la vedrai più. E invece - e qui sta forse la sua bravura - è sempre più ingrediente principe del prodotto che lo vede impiegato, una spezia pregiata dal gusto unico e inconfondibile. Anche qui come in Leon ne ammazza molti con la differenza, non da poco, che qui è immortale. Sopravvive miracolosamente ad un agguato a fuoco e gli vengono estratti ben 22 colpi. Lui ex padrino della mafia marsigliese, che voleva rifarsi una vita in pace, col figlioletto di pochi anni avuto dalla nuova compagna molto più giovane e con la figlia più grande avuta da un precedente matrimonio si era lasciato in pace coi suoi ex compari cercando di chiudere con un passato che sapeva non potesse essere cancellato. "Quando hai le mani sporche di sangue non riesci mai a lavartele" diceva e la sua morale che vedeva al centro la famiglia, come bene sacro e inviolabile, il non uccidere mai un poliziotto e il non immischiarsi con la droga cozzava apertamente con le nuove attività della banda. Per questo avevano cercato di ammazzarlo e non appena ristabilito egli scatena la vendetta. Pur pedinato da una valente ispettrice che vuol andare a fondo della vicenda, lui avanza inarrestabile nel suo compito conoscendo bene l'ambiente, i luoghi e le abitudini. Sarà proprio grazie alla collaborazione complice di questa ispettrice triste e solitaria, alla quale hanno ucciso il marito anch'egli agente, che metterà fine alla malvagia e crudele banda criminale. Girato in una cupa e violenta Marsiglia, a dispetto della bella e vivibile città visitata in estate, è un film molto violento dove non c'è spazio per la riflessione e dove tutto corre verso un fine che travolge tutto: la vendetta. Film dalle tematiche già viste e soluzioni scontate fanno di Jean Reno motivo più che valido alla visione unito alla sua passione per la lirica e Puccini in particolare con lo struggente "e lucean le stelle" (Tosca)cantato da Pavarotti a inizio film e durante. Un vero e proprio leit-motiv per tutto il film a segnare scene e momenti forti, con:
Puccini – (Madame Butterfly) – Un bel dì vedremo,
Verdi – Rigoletto
Donizetti - Lucia di Lammermour … anch’essi immortali sottofondi alle gesta dell’ Immortale.
Puccini – (Madame Butterfly) – Un bel dì vedremo,
Verdi – Rigoletto
Donizetti - Lucia di Lammermour … anch’essi immortali sottofondi alle gesta dell’ Immortale.
L'immortel
Francia 2010
Regia: Richard Berry
con
Jean Reno: Charles Matteï
Kad Merad: Tony Zacchia
Jean-Pierre Darroussin: Martin Beaudinard
Marina Fois: Ispettrice Marie Goldman
Richard Berry: Aurelio Rampoli
Dominique Thomas: Ange Pappalardo
con la voce di Massimo Corvo ..
RispondiEliminaè il massimo