The Social Network
"FACEBOOK" è "The Social Network" e viceversa!!!
In una società in cui i rapporti interpersonali sono sempre più schermati da apparecchi elettronici (cellulari, email, siti web, social network, ecc...), Mark Elliott Zuckerberg, ha avuto, insieme ai suoi amici e colleghi universitari, la geniale idea di creare un portale che appaghi ogni curiosità e vizio umano relativo proprio ai rapporti interpersonali. In presenza di tale schermatura informatica le forme e i modi di interagire tra persone risultano semplificati, disinibiti e privi di limiti emotivi che invece caratterizzano il rapporto umano dotato del calore del contatto visivo o tattile. Da portale per Single di un certo livello (universitari di Harvard), Facemash e poi Facebook è divenuto un fenomeno di carattere planetario. Credo di essere uno dei pochi che ha deciso di non essere presente in Facebook. Unici due paesi in cui Facebook oggi non è presente sono Cina e Russia che utilizzano "QZone", che può addirittura vantare anche più contatti, ma ne è una copia promossa dal governo cinese, non un originale.
Ecco il film...il regista inquadra subito l'ambiente universitario di Harvard in cui si respira un clima effervescente, ricco di stimoli creativi. Poi introduce la scintilla che fa scattare l'idea geniale: la forte delusione di un amore adolescenziale, che si tramuta in una vera e propria umiliazione. Da questo momento in poi il film cerca di delineare i tratti personali del fondatore di facebook tramite gli eventi che lo portano ad essere uno degli uomini più ricchi al mondo. Il regista David Fincher, nel raccontare la nascita del social network più famoso al mondo, utilizza, in modo ben congeniato, il metodo del flashback o dei balzi temporali che partono dal presente della vertenza legale tra Zuckerberg e il suo socio e amico Saverin, con l'aggiunta dei fratelli Winklevoss (che rivendicano come propria l'idea di Facebook), tutti seduti attorno ad un tavolo circondati dai rispettivi avvocati, per ripercorrere, nel passato, tutti gli eventi salienti che hanno condotto le parti alla controversia economica.
Nelle varie digressioni temporali si evidenziano le seguenti fasi:
1- l'idea di Zuckerberg realizzata con la collaborazione economica di Saverin, come finanziatore e responsabile finanziario del progetto;
2- la prima notorietà del social network in ambito universitario sia ad Harvard, che negli altri atenei amercani (Yale, Columbia e Stanford)
3- la conoscenza di Sean Parker, che si dimostrerà molto interessato al progetto, fondatore di Napster (il famoso programma P2P per lo scambio di file musicali MP3), grazie alla ragazza di Saverin. Tale evento cambierà le sorti della società;
4- Sean Parker prenderà sempre più forza, riuscendo alla fine nel suo intento, con l'assenso di Zukerberg di eliminare Saverin dalla società, nel modo più infimo possibile, ovvero, con un aumento di capitale che strozzerà la percentuale di partecipazione di questo ultimo facendolo passare dal 30% al 0,3%.
In tutto questo, come anticipato, emerge la personalità di Zuckerberg: pragmatica, calcolatrice ed insicura, con complessi di inferiorità, sfogati in atti di ritorsione verso la sua teorica ragazza e verso il suo amico Saverin colpevole di aver ricevuto l'invito all'esclusivo Club Universitario Phoenix di Harvard. Un film senz'altro da vedere, non tanto per capire la vita di Zuckerberg e la genialità di un personaggio (in ciabatte) controverso, ma per capire dove sta andando la nostra società. Nella morale, appare chiaro il messaggio: per fare soldi non si deve avere scrupoli e spesso anche persone "non cattive" (come afferma l'avvocatessa nell'ultima scena del film, mentre Zuckerberg sta aggiornando la sua pagina Facebook) vengono travolte da questo meccanismo frenetico ed incontrollabile, tanto da dover essere "stronzi" ad ogni costo, anche calpestando i propri valori e sentimenti.
Va sottolineato come la mano del regista si dimostri abile nel descrivere un fenomeno in piena espansione ed in continuo movimento che, come nel film viene spesso detto, non rende prevedibile il suo punto di arrivo.
Voto personale complessivo del Film
In una società in cui i rapporti interpersonali sono sempre più schermati da apparecchi elettronici (cellulari, email, siti web, social network, ecc...), Mark Elliott Zuckerberg, ha avuto, insieme ai suoi amici e colleghi universitari, la geniale idea di creare un portale che appaghi ogni curiosità e vizio umano relativo proprio ai rapporti interpersonali. In presenza di tale schermatura informatica le forme e i modi di interagire tra persone risultano semplificati, disinibiti e privi di limiti emotivi che invece caratterizzano il rapporto umano dotato del calore del contatto visivo o tattile. Da portale per Single di un certo livello (universitari di Harvard), Facemash e poi Facebook è divenuto un fenomeno di carattere planetario. Credo di essere uno dei pochi che ha deciso di non essere presente in Facebook. Unici due paesi in cui Facebook oggi non è presente sono Cina e Russia che utilizzano "QZone", che può addirittura vantare anche più contatti, ma ne è una copia promossa dal governo cinese, non un originale.
Ecco il film...il regista inquadra subito l'ambiente universitario di Harvard in cui si respira un clima effervescente, ricco di stimoli creativi. Poi introduce la scintilla che fa scattare l'idea geniale: la forte delusione di un amore adolescenziale, che si tramuta in una vera e propria umiliazione. Da questo momento in poi il film cerca di delineare i tratti personali del fondatore di facebook tramite gli eventi che lo portano ad essere uno degli uomini più ricchi al mondo. Il regista David Fincher, nel raccontare la nascita del social network più famoso al mondo, utilizza, in modo ben congeniato, il metodo del flashback o dei balzi temporali che partono dal presente della vertenza legale tra Zuckerberg e il suo socio e amico Saverin, con l'aggiunta dei fratelli Winklevoss (che rivendicano come propria l'idea di Facebook), tutti seduti attorno ad un tavolo circondati dai rispettivi avvocati, per ripercorrere, nel passato, tutti gli eventi salienti che hanno condotto le parti alla controversia economica.
Nelle varie digressioni temporali si evidenziano le seguenti fasi:
1- l'idea di Zuckerberg realizzata con la collaborazione economica di Saverin, come finanziatore e responsabile finanziario del progetto;
2- la prima notorietà del social network in ambito universitario sia ad Harvard, che negli altri atenei amercani (Yale, Columbia e Stanford)
3- la conoscenza di Sean Parker, che si dimostrerà molto interessato al progetto, fondatore di Napster (il famoso programma P2P per lo scambio di file musicali MP3), grazie alla ragazza di Saverin. Tale evento cambierà le sorti della società;
4- Sean Parker prenderà sempre più forza, riuscendo alla fine nel suo intento, con l'assenso di Zukerberg di eliminare Saverin dalla società, nel modo più infimo possibile, ovvero, con un aumento di capitale che strozzerà la percentuale di partecipazione di questo ultimo facendolo passare dal 30% al 0,3%.
In tutto questo, come anticipato, emerge la personalità di Zuckerberg: pragmatica, calcolatrice ed insicura, con complessi di inferiorità, sfogati in atti di ritorsione verso la sua teorica ragazza e verso il suo amico Saverin colpevole di aver ricevuto l'invito all'esclusivo Club Universitario Phoenix di Harvard. Un film senz'altro da vedere, non tanto per capire la vita di Zuckerberg e la genialità di un personaggio (in ciabatte) controverso, ma per capire dove sta andando la nostra società. Nella morale, appare chiaro il messaggio: per fare soldi non si deve avere scrupoli e spesso anche persone "non cattive" (come afferma l'avvocatessa nell'ultima scena del film, mentre Zuckerberg sta aggiornando la sua pagina Facebook) vengono travolte da questo meccanismo frenetico ed incontrollabile, tanto da dover essere "stronzi" ad ogni costo, anche calpestando i propri valori e sentimenti.
Va sottolineato come la mano del regista si dimostri abile nel descrivere un fenomeno in piena espansione ed in continuo movimento che, come nel film viene spesso detto, non rende prevedibile il suo punto di arrivo.
3 su 5
scala
1 - film sufficienti
2 - buoni film
3 - ottimi film
4 - film da non perdere
5 - film di assoluta bellezza
il trailer italiano del film
The Social Network 2010
Regia: David Fincher
con
Jesse Eisenberg: Mark Zuckerberg
Andrew Garfield: Eduardo Saverin
Justin Timberlake: Sean Parker
Brenda Song: Christy Lee
Rashida Jones: Marylin Delpy
Max Minghella: Divya Narendra
Joseph Mazzello: Dustin Moskovitz
Rooney Mara: Erica Albright
Armie Hammer: Cameron Tyler Winklevoss
Visto, film che parte da un libro e che cerca di descrivere un fenomeno, ma dato che il fenomeno è in continua evoluzione, risulta già datato ... degli attori mi ha convinto solo il personaggio di Parker, il resto sembrava un teen movie ... già le spalle adulte che facevano gli avvocati si dimostravano su di un livello di recitazione superiore ...
RispondiEliminasi è puntato quasi esclusivamente sul fattore societario del social network e poco sul perchè è divenuto un fenomeno sociale e di costume.
Ma forse non lo si è potuto fare perchè ancora non si è capito per intero cosa rappresenti veramente facebook ... in cui ho una pagina e dove si trova indicizzato anche questo blog ...
tornando alla premessa di Tiger in cui dice che non ha pagina facebook, non ho capito se per paura o per superiorità ... io lo trovo solo un mezzo e come tale lo uso, certamente non come un fine ...
Tutto ciò premesso ho apprezzato molto la tua recensione e spero di leggerne altre.
bel commento gobbo
RispondiEliminaposso interpretare, conoscendolo, il suo pensiero e credo che poi risponderà anche lui .. ovvero detesta da quel che ho capito l'apparire sciocco che gran parte degli utenti fanno su FB ad esempio le esibizioni forzate di stato e il mettere la propria vita su un palcoscenico virtuale dove alla fine nessuno si fa più i fatti propri
certo l'uso che ne facciamo io e te è da considerarsi "virtuoso" in quest'ottica nel senso pochi sbandieramenti e condivisione con amici più intimi dei nostri pensieri
per finire non posso che complimentarmi per questa recensione
grazie Tiger arruolato a tutti gli effetti
l'ho letta anch'io la tua stessa impressione, ma attendiamo "la versione di tiger" ;)
RispondiEliminaconoscendomi, sai che sono un provocatore nato, la mia era una punzecchiatura per spingerlo ad iscriversi ... non è negando il fenomeno che il fenomeno non esista ... e come dici tu ogni cosa se presa nelle giuste dosi può anche fare bene ... come direbbe un omeopata :D
Caro Gobbo Trenitino, nonostante la nostra storica diatriba calcistica (come sai sono tifoso Viola), trovo sempre piacere nel leggere le tue attente e puntuali osservazioni.
RispondiEliminaRispondo ad ogni tua osservazione:
1- Sul fatto che il film sia datato, ho una obiezione. A mio avviso c'è un ulteriore elemento che va discusso. E' vero che il film cerca di raccontare un fenomeno in continua evoluzione, come ormai tendenza dei registi (si pensi, tra gli altri, anche al film "Wall Street 2") utile a cavalcare l'onda di notorietà e questo in linea generale può rendere un film "datato"; ma nel caso specifico è molto utile, direi quasi necessario, per far comprendere nell'immediato la natura stessa del fenomeno che sta catturando ogni luogo al mondo grazie all'immensità del web. Nel film vengono più volte mosse critiche a Facebook in modo più o meno velato, si ripete: "...è come una droga", oppure "...non riesco più a farne a meno" e tutti quelli che lo utilizzano nel film sono ragazzi, nemmeno maggiorenni nella maggior parte dei casi. Nessun adulto nel film utilizza FB, ti sei chiesto il perchè?
Per un adulto FB può essere un mezzo da utilizzare come risorsa economica, quindi utile, ma per una ragazzo, può essere qualcosa di molto negativo e fuori da qualsiasi controllo...come una droga. Con questo non voglio demonizzare un fenomeno ancora non ben definito, ma ci sono molti effetti collaterali di cui spesso non si parla.
2- Per quanto riguarda i personaggi, hai perfettamente ragione, ma sappi che questo tuo sentiment è lo stesso che il regista voleva comunicare. Ha scelto piccoli attori, piccoli nomi, come fossero persone di tutti i giorni (ed è proprio così che nasce un fenomeno come FB, da persone comuni, come Google prima di lui) scegliendo come unico "attore" famoso Timberlake, che guarda il caso, interpreta l'unico personaggio noto prima della nascita di FB, il creatore di Napster (anche la scelta del cantante per interpretare un fenomeno che ha distrutto le case discografiche, è peculiare). Allora la domanda è: non sono idonei gli attori, oppure, è stato puntuale e acuto il regista?
3- Per quanto infine concerne la mia assenza in FB, va fatta una premessa. Come la generazione dei bimbominkia, dalla quale mi dissocio anche anagraficamente, anche io, crescendo in una famiglia in cui il PC si utilizzava per lavoro, ho passato sotto le mie dita decine e decine di tastiere, per lo più con videogiochi, dal primo 88 al 186 fino al Pentium e oltre. Mi sono iscritto a chat di ogni genere (anche frivolo) da quasi 20 anni a questa parte, sopratutto straniere a carattere tecnico-informatico con IRC, mIRC, vIRC, ICQ e successivamente con MSN ed infine Skype. Tanto premesso, un giorno mi arriva una richiesta di iscrizione FB da un mio conoscente estero, accetto, mi iscrivo senza foto e senza fornire dati particolari (i miei conoscenti e amici italiani non erano ancora a conoscenza del sito e anche per me era una cosa nuova). Mi rendo conto di essere in una piazza o vetrina virtuale dove ognuno porta sopra la propria testa un cartello con i suoi dati, le sue foto e, attenzione, con quello che vuole far credere di essere agli altri. Di lì, mi resi conto che il 99% degli iscritti lo utilizzava per scopi poco edificanti e qualche giorno dopo resi il mio profilo invisibile (senza dati). Ora va detto certamente che come ogni mezzo anche FB può essere utilizzato per il bene o per il male, ma purtroppo per come è stato ideato, è più vocato al male (alla frivolezza, ai furti di identità per via dell'esuberanza ed inesperienza degli iscritti) che non al bene.
Con tutta sincerità per lavoro prediligo LinkedIn, molto simile, ma molto più tecnico e per nulla frivolo.
Forse un giorno dovrò anche io rigenerare il mio account e salire sul treno, ma per ora me ne sto buono buono a guardare dalla finestra dove si sta andando.
Cavolo Tiger ... l'8088 ... mi ricorda il mio primo XT con due flopponi da 5" 1/4" e poi aggiunto un HD da 20 mB ... mentre a scuola programmavo in assembler sullo Z-80 ... che tempi ;)
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