Il segreto delle tre punte
1868 - la Sicilia, da poco libera ed unita all'Italia, era infestata da fuorilegge. Si trattava di bande capeggiate da politicanti senza scrupoli i quali, per non perdere i privilegi conquistati sotto il Regno Borbonico, cercavano di ostacolare il nuovo assetto politico e sociale dell'isola attraverso le rapine, i soprusi ed il terrore ...
di rientro in Sicilia da dove era partito al seguito di Garibaldi, il giovane tenente Massimo Dal Colle vorrebbe iniziare una nuova attività come avvocato ma la carrozza su cui viaggia viene assaltata dai briganti filo borbonici con l'apparente intento di rapinare i passeggeri. In realtà uno di essi, il dott. Riccardo Albertini, finge di consegnare loro i suoi averi come gli altri passeggeri passando di nascosto una busta sigillata. Al successivo controllo nella stazione di posta, Massimo scopre che il comandante della guarnigione è il Colonnello Grimaldi, suo comandante durante la lotta per l'indipendenza. Al piacere di rivederlo fa seguire subito i suoi sospetti nella consegna di quel misterioso plico, tale che il colonnello fa immediatamente arrestare l'uomo al quale strappa una confessione circa il luogo del suo incontro con i vertici della ribellione. Per farsi riconoscere ha uno strano oggetto a tre punte da mostrare nel luogo convenuto e siccome l'uomo tenta di fuggire, i soldati gli sparano uccidendolo. Il Grimaldi allora ha l'idea di farlo sostituire dal tenentino appena giunto che, dopo un iniziale tentennamento, si dice pronto ad aiutarlo. Riesce ad infiltrarsi tra i ribelli e scoprire che li guida il Duca di Melia, la cui sorella Gianna aveva viaggiato con lui nella carrozza che era poi stata assaltata. Lei lo credeva morto in un agguato malavitoso ma era in realtà a capo dei ribelli e il fatto di crederlo morto gli permetteva di agire senza destar sospetti. Massimo si spaccia per il dott. Albertini e riesce a comunicare il luogo dove si riunirà tutto il direttivo al suo colonnello. Questi organizza un piano di intervento ma viene ucciso nella sparatoria tra le due fazioni dove anche Massimo resta ferito dopo che aveva invano cercato di far arrendere i presenti svelando la sua identità. I soldati lo trovano ferito senza sensi e con un'arma in pugno tale da crederlo un ribelle. I documenti ritrovati su di lui ne attestano anche l'identità e, durante il processo, nessuno crede alle sue parole, non essendoci più il suo amico colonnello a testimoniare. La condanna a morte è inevitabile ma quando sembra non ci sia più niente da fare, ecco irrompere un uomo a testimoniare la veridicità di quanto affermato da Massimo, in quanto presente sul posto della sparatoria e autore dell'uccisione del Duca di Melia che aveva sparato a sangue freddo a suo figlio. Massimo è salvo e può di nuovo sorridere alla vita e coronare il suo amore per Gianna.
di rientro in Sicilia da dove era partito al seguito di Garibaldi, il giovane tenente Massimo Dal Colle vorrebbe iniziare una nuova attività come avvocato ma la carrozza su cui viaggia viene assaltata dai briganti filo borbonici con l'apparente intento di rapinare i passeggeri. In realtà uno di essi, il dott. Riccardo Albertini, finge di consegnare loro i suoi averi come gli altri passeggeri passando di nascosto una busta sigillata. Al successivo controllo nella stazione di posta, Massimo scopre che il comandante della guarnigione è il Colonnello Grimaldi, suo comandante durante la lotta per l'indipendenza. Al piacere di rivederlo fa seguire subito i suoi sospetti nella consegna di quel misterioso plico, tale che il colonnello fa immediatamente arrestare l'uomo al quale strappa una confessione circa il luogo del suo incontro con i vertici della ribellione. Per farsi riconoscere ha uno strano oggetto a tre punte da mostrare nel luogo convenuto e siccome l'uomo tenta di fuggire, i soldati gli sparano uccidendolo. Il Grimaldi allora ha l'idea di farlo sostituire dal tenentino appena giunto che, dopo un iniziale tentennamento, si dice pronto ad aiutarlo. Riesce ad infiltrarsi tra i ribelli e scoprire che li guida il Duca di Melia, la cui sorella Gianna aveva viaggiato con lui nella carrozza che era poi stata assaltata. Lei lo credeva morto in un agguato malavitoso ma era in realtà a capo dei ribelli e il fatto di crederlo morto gli permetteva di agire senza destar sospetti. Massimo si spaccia per il dott. Albertini e riesce a comunicare il luogo dove si riunirà tutto il direttivo al suo colonnello. Questi organizza un piano di intervento ma viene ucciso nella sparatoria tra le due fazioni dove anche Massimo resta ferito dopo che aveva invano cercato di far arrendere i presenti svelando la sua identità. I soldati lo trovano ferito senza sensi e con un'arma in pugno tale da crederlo un ribelle. I documenti ritrovati su di lui ne attestano anche l'identità e, durante il processo, nessuno crede alle sue parole, non essendoci più il suo amico colonnello a testimoniare. La condanna a morte è inevitabile ma quando sembra non ci sia più niente da fare, ecco irrompere un uomo a testimoniare la veridicità di quanto affermato da Massimo, in quanto presente sul posto della sparatoria e autore dell'uccisione del Duca di Melia che aveva sparato a sangue freddo a suo figlio. Massimo è salvo e può di nuovo sorridere alla vita e coronare il suo amore per Gianna.
Il segreto delle tre punte
Italia 1952
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Alessandro Cicognini
con
Massimo Girotti: Massimo Dal Colle
Umberto Spadaro: Colonnello Grimaldi
Tamara Lees: Contessa Marion Lamberti
Roldano Lupi: Duca di Melia
Luciana Vedovelli: Gianna di Melia
Angelo Dessy: brigante Michele Caruso
Filippo Scelzo: avvocato Mottola
Gildo Bocci: mercante
Jone Morino: moglie del mercante
Natale Cirino: Santi Mancuso
Paola Quattrini: Luisa, figlia di Grimaldi
Piero Pastore: dott. Riccardo Albertini
Giuseppe Chinnici: presidente corte marziale
Arturo Bragaglia: albergatore
Ignazio Leone: Conte di Marciano
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