3 Supermen in Santo Domingo
Una pericolosa organizzazione criminale mondiale si è impossessata di una macchina stampa banconote e con lo zampino della Russia, cerca di ottenere una carta speciale da un produttore caraibico per inondare il mercato di dollari falsi e creare caos economico in Occidente. Preoccupate FBI e CIA mandano il Capitano Brad Scott a Santo Domingo dove una collaboratrice ha scoperto il giro. Lei è la bella Daya e fa innamorare in breve il capitano che, essendo uno dei Tre famosissimi e invulnerabili Supermen, arruola gli altri due che si dicono disposti a seguirlo. Ovviamente, Sal e Steve, conoscendoli, sono soprattutto interessati a monetizzare, per così dire, il loro operato, piuttosto che debellare il crimine. Così mentre il capitano si ritiene soddisfatto di aver sconfitto l'organizzazione, e con la sua nuova fiamma se ne ritorna felice in America, gli altri due, dopo aver contribuito a suon di sganassoni a sconfiggere i cattivi, pensano bene di impossessarsi almeno della carta pregiata per stamparci, chissà quando e dove, dei bei soldini.
Non ne avranno il tempo perché con questo si conclude l'avventura dei nostri, iniziata con il divertente I fantastici Tre Supermen e terminata con questo squallido e insulso capitolo a costo, non dico zero, ma sottozero, con il solo Sal Borgese a reggere da solo una storiella girata tra quattro scalzacani recuperati nei bassifondi di Santo Domingo e Boca Chica. Un velo pietoso sui suoi due comprimari e sulle tante scene di scazzottate veramente al limite del ridicolo che se le giravi in un ospizio di vecchietti col girello facevano di meglio. Spiace ma è la tristissima verità su un epilogo che peggio non poteva essere concepito 😥.
3 Supermen in Santo Domingo
Italia 1986
Regia: Italo Martinenghi
Musiche Stelvio Cipriani
con
Daniel Stephen: Capitano Brad Scott
Salvatore Borgese: Sal
Stefano Martinenghi: Steve (accreditato Steven Martin)
Gena Gas: Daya
Adalberto Albertini: ambasciatore americano
e con
José Raphael
Juan Loaces Grisolia
Anna Silvia Grullon
Margarita Gómez
Riccardo Rossi
Giulio Lupi
perfettamente d'accordo si salva solo il nostro sal borgese la cui simpatia è immutata anche in questo scialbo e ultimo episodio
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