La rivolta
Eugene Ferguson, famoso neurochirurgo americano in viaggio di nozze con sua moglie Helen in un piccolo stato sudamericano, si trova coinvolto nella rivolta che scoppia violenta contro il dittatore Raoul Farrago. Deciso a lasciare subito il paese, viene però con fermezza invitato a palazzo dove scopre che il dittatore è affetto da una grave forma tumorale al cervello. Deve essere operato ma nel paese non c'è luogo sicuro per lui né tantomeno nel vicino Cile dove Ferguson vorrebbe inviarlo. L'operazione è ad alto rischio e non se la sente di eseguirla a palazzo e poi è decisamente infastidito dal modo brusco con il quale è stato condotto lì, a forza, come fosse colpevole di qualche reato. Ma le suppliche della signora Farago fanno breccia nel cuore di sua moglie che a sua volta induce il dottore ad accettare. Ha bisogno di formare una equipe che lo assisterà e per farlo inizia ad addestrare infermieri e medici con l'aiuto del Dr. Emilio Nierra, medico personale del Farrago. La notizia dell'intervento fa il giro del paese e subito monta la protesta contro quello yankee che vuol salvare la vita al tiranno. Per sicurezza si decide di allontanare Helen caricandola su un treno in partenza, mentre lui eseguirà l'intervento. Roland Gonzales, uno dei capi più accesi della rivolta, fa catturare Helen e manda una lettera al marito affinché non operi o uccida durante l'intervento il Farrago se vuol rivedere la moglie viva. Ma la missiva finisce nelle mani della signora Farrago che la distrugge e Ferguson, ignaro, opera il marito eseguendo un intervento di quasi 6 ore, portato a termine con successo. Nei giorni immediatamente seguenti il paziente riprende la normale deambulazione e con la raccomandazione di assoluto riposo, ottiene di accomiatarsi visto che tutto procede per il meglio. Raggiante il Farrago lo lascia libero e siccome non ha ancora notizie di sua moglie, Ferguson le apprende proprio dal Gonzales al quale fa presente di non aver mai ricevuto alcuna lettera. Sua moglie è prigioniera e il dittatore è ancora vivo, ragione questa che vede il furente Ferguson dirigersi di nuovo a palazzo per chiedere spiegazioni. Ma ormai divampa la rivolta e la popolazione armata sta prendendo possesso di tutto. Molti reparti militari hanno disertato e il dittatore è furente a palazzo, mentre attorno gli fischiano pallottole da ogni parte. Ferguson lo ammonisce che morirà se non si calma ma l'uomo è destinato comunque ad una brutta fine e prima dell'arrivo degli insorti, cade a terra vittima della prevista emorragia cerebrale. Sua moglie invece cerca disperatamente di sparare sui rivoltosi venendo crivellata di colpi. Ferguson è sul cadavere del dittatore quando è raggiunto da Gonzales che lo rincuora facendo subito liberare Helen. Sarà lui a governare il paese "perché la gente ha bisogno di un leader". La solita storia che si legge da quelle parti, pensa Ferguson quando riabbraccia felice sua moglie Helen, un attimo prima che anche Gonzales subisca il suo primo attentato da nuovo leader. Ferito mortalmente anche lui si aggrappa al dottore supplicandolo di salvarlo e ... la storia si ripete.
Crisis
Stati Uniti d'America 1950
Regia: Richard Brooks
Musiche Miklós Rózsa
con
Cary Grant: Dr. Eugene N. Ferguson
José Ferrer: Raoul Farrago
Paula Raymond: Helen Ferguson
Signe Hasso: Isabel Farrago
Ramón Novarro: Colonnello Adragon
Gilbert Roland: Roland Gonzales
Leon Ames: Sam Proctor
Maurice Jara: Luis
Carlotta Monti: infermiera
Antonio Moreno: Dr. Emilio Nierra
Vicente Gómez: Cariago
Martin Gallaraga: Sig. Magano
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati