I lancieri neri
A lla fine del dodicesimo secolo Re Stefano delle Terre Nere sconfisse i Kirghisi e offrì generosamente alle tribù vinte i territori al di là del Volga e i Kirghisi giurarono di rispettare la pace ...
tuttavia presso alcuni Duchi del Regno cova ancora risentimento verso quelle tribù considerate alla stregua dei selvaggi e alle quali è stato impedito l'uso dei cavalli per non incorrere in altre ribellioni. Tra i Duchi più ostili vi è Sergio di Tula a capo di una compagnia di Lancieri Neri che ancora batte quelle terre uccidendo chi osa oltrepassare i confini del Regno ancorché fosse un innocuo pastore. Al contrario di suo fratello Andrea Di Tula, di natura mite e comprensiva, Sergio mira ad ottenere il comando dell'esercito reale e a tal proposito è stato indetto un torneo tra tutti i Duchi il cui vincitore diverrà capo delle armate. Con un elmo a coprire il volto i partecipanti si battono l'un l'altro senza sapere con chi e il fato vuole che gli ultimi due siano i fratelli Sergio e Andrea. Quest'ultimo accortosi di battersi contro suo fratello, depone le armi concedendogli la vittoria, ma la legge prevede in questi casi di demandare al Consiglio la decisione, visto che il torneo non si è concluso come previsto. Ma la giovane Mascia figlia di un Consigliere di alto rango viene rapita dai Kirghisi e Sergio corre con i suoi Lancieri a Dubna la loro città fortificata per chiederne l'immediato rilascio. Qui viene sedotto dalla Regina Jassa che gli fa credere di aver ucciso Mascia e quando giunge la notizia che suo fratello Andrea è stato nominato dal Consiglio a capo delle armate reali, cresce in lui una smisurata rabbia che lo porta ad allearsi coi Kirghisi per prendere il potere. Andrea non vuol credere che suo fratello abbia favorito con l'inganno quelle tribù facendogli avere numerosi cavalli, per cui si reca a sua volta a Dubna per sincerarsene. Qui scopre la triste verità e viene condotto prigioniero nelle segrete, dove però scopre con sollievo che Mascia è ancora viva. Con l'aiuto di un'altra prigioniera riesce ad evadere ed avvertire i suoi dell'imminente pericolo. Organizza così una difesa che lo vede poi attaccare i Kirghisi nonostante una lieve inferiorità numerica. Col cuore è sicuro di vincere e così avviene arrivando allo scontro finale con Sergio che perirà, pentendosi tra le braccia del fratello, schiacciato da una pesante trave, nel duello con Andrea nel palazzo in preda alle fiamme. Abbracciato a Mascia liberata è acclamato dalla folla festante come si conviene al genere assai popolare in quegli anni d'oro del cinema italiano.
Italia 1962
Regia: Giacomo Gentilomo
Musiche Mario Nascimbene
con
Mel Ferrer: Andrea Di Tula
Yvonne Furneaux: Regina Jassa
Letícia Román: Mascia
Lorella De Luca: Samal
Jean Claudio: Sergio Di Tula
Annibale Ninchi: Il principe Nikiev
Franco Silva: Gamul
Nando Tamberlani: Re Stefano III
Giulio Battiferri: Il carceriere
Claudio Biava: Alfiere Di Sergio
Remo De Angelis: Un ufficiale
Renato De Carmine: Un Principe Polacco
Arturo Dominici: Il capo dei Kreviri
Mirko Ellis: Un Membro del Consiglio
Umberto Raho: Un Membro del Consiglio
Andrej Gardenin: un soldato
Discreto film d'avventura con pregevoli scene di massa
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